Con la necessità di espandere la memoria totale del nostro Mac abbiamo valutato varie soluzioni, tra le quali questa del nuovo DAS Asustor Xpanstor 4 ci è sembrata molto interessante.
Design piacevole e sobrio, alta costumizzazione e indipendenza dai driver, per un prodotto che per prezzo e caratteristiche è pienamente in fascia professionale.
Che cosa significa DAS
DAS è un acronimo poco usato ma che nel mondo dell’informatica ha un significato specifico ben definito: all’anagrafe riporta come “Direct Attached Storage”, in pratica un device collegato direttamente (quindi attraverso un cavo locale, qui USB-C, non di rete, altrimenti si parlerebbe di NAS) il cui scopo è di ospitare dischi per l’archiviazione dei dati.
Un DAS come l’Asustor Xpanstor 4 può essere usato come unità di backup, come archivio per grandi mole di dati su dischi, che possono tranquillamente essere poi scollegati dal DAS e messi in un armadio e anche come unità per scopi attivi, come la gestione di asset per applicazioni come Ligtroom, Premiere, DaVinci Resolve, FinalCut o altro.
Un DAS può ospitare dischi fissi SATA da 3,5″ o da 2,5″ e anche unità a stato solido SSD da 2,5″: si usano i primi quando la priorità è l’archiviazione di grandi mole di dati, si scelgono invece le seconde quando è la velocità d’accesso ad essere importante.
Anche se da un punto di vista logico le unità DAS possono essere paragonate ad un disco esterno commerciale (perchè alla fine lo scopo è lo stesso) in realtà si distinguono per la maggiore flessibilità, per una più ampia scelta di dischi da ospitare e anche per la maggiore velocità (tipicamente, non sempre) e per il settore, che è quello professionale.
Dell’Asustor Xpanstor 4 abbiamo già parlato in concomitanza dell’utilizzo con il NAS Asustor Nimbustor 2 Gen2, usato appunto per aggiungere spazio ad una unità remota senza per questo dover cambiare NAS o dischi, oggi invece vediamo come usarlo con un Mac, in modo e con uno scopo diverso.
Confezione, subito una sorpresa
L’unpacking del DAS Asustor Xpanstor 4 apre ad una confezione semplice, in cartone riciclabile, ma esteticamente accattivante, segno che il Marketing ha ancora una voce importante anche su device tipicamente professionali.
All’interno il Device vero e proprio, accompagnato dal cavo di alimentazione e dall’alimentatore (esterno, un peccato), da un sacchetto per le viti (utili solamente per le unità SSD da 2,5″) e dal cavo USB-C.
È proprio il cavo la prima sorpresa: si tratta di un cavo USB 3.2 Gen 2 con connettore USB-C da una parte e USB-A dall’altra.
Il cavo ha, nella parte USB-C, un rinforzo dato da due viti (simili, ma più piccole, di quelle che si usavano negli arcaici connettori VGA), che evita una disconnessione involontaria magari tirando il cavo.
Il cavo di per se è pure bello e ben fatto, ma per quanto abbiamo potuto vedere, è l’unico che funziona con questo tipo di DAS: usando altri cavi Thunderbolt o USB-C puri, l’unità non è vista da macOS. Quindi se avete un portatile o un Mac che ha solo USB-C come connettore, dovete usare un adattatore o un HUB USB-C (ce ne sono tantissimi).
Com’è fatto il DAS Asustor Xpanstor 4
Dal punto di vista estetico, il DAS Asustor Xpanstor 4 è sostanzialmente un parallelepipedo di dimensioni 174x170x230 millimetri per circa 2 Kg di peso, costruito con un misto di plastica e metallo.
La parte frontale ha un pannello calamitato che nasconde (e protegge) le slitte, il pulsante di accensione e una serie di LED che individuano le attività dei dischi.
Nella parte posteriore trova posto la grande ventola di raffreddamento, che comunque nel nostro caso non si è mai accesa, o se l’ha fatto non ce ne siamo accorti, il connettore USB-C e quello per l’alimentazione.
L’estetica è sobria e piacevole, con un misto di superfici lucide (come il pannello anteriore, che ha in rilievo il logo Asustor in rosso) alternate ad altre opache e leggermente satinate. Il look è più professionale che business, ma è comunque pratico e sta bene sulla scrivania anche per chi ha un occhio attento all’estetica.
Come funziona
Collegato ad un Mac mini e ad un Mac Studio, Asustor Xpanstor 4 è stato visto subito senza la necessità di installare nessun driver o app supplementare.
Il DAS è sostanzialmente schiavo di macOS (ma anche di Windows) come si trattasse di un lettore a più slitte. I dischi, che sono agganciati nella versione da 3,5″ da pratiche linguette ad incastro, possono essere montati anche a caldo senza problemi, se usati come unità singole. Da notare che se i dischi sono stati formattati altrove e con altri device, l’unità li riconosce e li trasporta sulla Scrivania senza problemi, non c’è bisogno di formattarli.
Tramite Utility disco di macOS è possibile usare più dischi per creare degli array in RAID 0 o RAID 1 oltre ovviamente alle unità singole: non c’è una modalità RAID hardware purtroppo ne nessuna utility che possa abilitarla.
Dal punto di vista tecnico non c’è differenza ad usare unità a stato solido, che si agganciano tramite viti e unità meccaniche da 3,5″, la scelta è demandata all’utente che può anche usare una formazione mista, dato che quattro slitte sono comunque una dose generosa per lo spazio.
Unica pecca è la mancanza di un HUB USB-A che avrebbe fatto comodo, considerato che la banda passante è ampia e non avrebbe avuto problemi e supportare Dongle USB-A o un sistema di speaker, dato che le prese USB-A sono sempre più una rarità.
I perché di un sistema DAS
Arrivati a questo punto alcuni lettori, ne siamo sicuri, si staranno chiedendo perché è comodo avere un sistema DAS in studio, invece delle più comuni soluzioni commerciali?
La risposta è che senza dubbio un sistema DAS come l’Asustor Xpanstor 4, nato per essere schiavo di un un sistema operativo e non di un marchio, è più elastico nella scelta perché può ospitare dischi di praticamente ogni produttore (nel test abbiamo usato i Western Digital RED), è comodo nella costruzione della quantità di spazio ideale e nella configurazione RAID, che non è neppure obbligatoria.
Infine perché, avendo comode slitte frontali facilmente accessibili, può essere usato per archiviare grandi volumi di dati su Hard Disk che possono essere facilmente rimossi e lasciati in armadio, usando appunto il DAS come un lettore di schede.
Rispetto ad altre soluzioni commerciali, che restano valide perché comunque più adatte ad un pubblico consumer e prosumer, qui la possibilità di avere virtualmente 88 TB disponibili, più una quantità illimitata sostituendo i dischi all’occorrenza, può davvero essere il parametro fondamentale di una scelta.
Tra l’altro diciamo 88 TB perchè è il massimo che nel mentre sono scritte queste righe è possibile ottenere con i dischi che sono disponibili (4×22 TB), ma non è detto che, con l’uscita di modelli più capaci, questi si rendano naturalmente compatibili.
Ovviamente chi ha bisogno di avere materiale sempre in linea, con accessi a più utenti deve operare su device come i NAS, di cui Asustor ha un ampio catalogo, ma per l’archiviazione personale, questa è una soluzione interessante.
Conclusioni
L’estrema capacità di essere usato in diversi tipi di configurazioni, dalle più capaci come spazio a quelle più veloci, il tutto in modo silenzioso e con un case sobrio e dal look professionale (che non è indispensabile ma non guasta), fanno di questo Asustor Xpanstor 4 un device davvero interessante.
Il prezzo di 349,00 € può spaventare inizialmente, considerando che si tratta della sola unità vuota a cui vanno aggiunti appunti i dischi, ma per chi è in cerca di una unità duttile, comoda e veloce, può essere la risposta giusta, che si ripaga in comodità e facilità di utilizzo.
Pro:
• Altamente modulabile
• Design piacevole
• Silenzioso e in sintonia con Mac
Contro:
• Cavo proprietario
• Manca un HUB USB
• RAID solo software
Prezzo:
• 349,00 € (Asustor Xpanstor 4 AS5004U)
• 209,90 € (WD Red 8 TB NAS hard disk interno 3.5″)
• 54,80 € (SanDisk Ultra 3D SSD Interno 2.5″)
• 57,33 € (WD Red 500 GB SSD Interno 2.5″)
Asustor Xpanstor 4 è disponibile a partire dal sito web italiano della casa madre ma lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it