Contraddistinte da un design particolare e da una risposta sonora molto buona e personalizzabile grazie ad una App capace di far scuola, le nuove EPOS Adapt 660 si pongono come un modello giovane ma alla pari con i pur agguerriti concorrenti nella fascia alta del mercato.
Per la musica ma anche per il parlato, un settore in piena crescita.
L’eredità di Sennheiser
Epos non è ancora un marchio che ha la storia di Sony, di Bose o di Apple, soprattutto perché è un marchio giovane, ma ha dalla sua la profonda e importante eredità tecnologica di Sennheiser alle spalle, con tutto quello che comporta nell’esperienza costruttiva e nella capacità di gestire il suono in modo raffinato.
Eredità che tra l’altro non è casuale, dato che EPOS nasce proprio da una costola del marchio tedesco, evidenziata anche su questo modello dalla scritta che compare appena sopra i padiglioni.
Ma eredità a parte, serve sottolineare che queste EPOS Adapt 660 sono state una meravigliosa sorpresa, sia dal punto di vista musicale che da quello tecnologico, con una identità forte (anche se classica) che in questo mercato aiuta molto.
Estetica
La scatola dove arrivano è anonima, un cartonato reciclabile che riporta esteticamente il marchio e internamente una grafica per le operazioni preliminari (che comunque chiunque abbia già usato una cuffia wireless riconoscerà sin da subito).
All’interno sosta una custodia semi rigida di colore nero, con cerniera, che ospita le Cuffie, piegate, un cavo audio jack per l’utilizzo in analogico, un cavo di ricarica USB-A/MicroUSB (ma ci aspettavamo oramai un USB-C) e un dongle USB-A per l’uso da Mac o PC.
Le cuffie sono realizzate in un misto di metallo e plastica, tutto di colore nero: la preziosità del modello è evidenziata dalla vernice vellutata e piacevole al tocco che copre i padiglioni e dalla superficie touch del padiglione destro, dettaglio sul quale torniamo più avanti.
La forma è ovale, molto stretta, appuntita nella parte bassa, quasi triangolare: l’effetto è che le cuffie, di tipo circumaurale, avvolgono l’orecchio in modo più attento di altri modelli fornendo un isolamento passivo efficace.
Questo effetto è comunque mitigato dai cuscinetti in similpelle, estremamente morbidi e comodissimi da indossare, assieme al cuscinetto (dello stesso materiale) in alto e che avvolge l’arco nel contatto con la testa.
A parte il colore nero che mitiga un po’ il design delle EPOS Adapt 660, altrimenti molto dinamico e moderno, c’è da dire che la cucitura dei cuscinetti quando entrano nei padiglioni è con una forma delle pieghe vagamente vintage, che a chi scrive richiama un po’ il design dei modelli degli anni settanta, con un contrasto deciso e croccante con il resto del design tipicamente minimalista.
Comandi
I comandi sono localizzati tutti nel padiglione destro: la parte esterna accoglie una superficie touch per il volume e i controlli di riproduzione, che si attivano tramite tocchi e piccoli movimenti del dito.
Nella parte posteriore del padiglione sosta il comando (meccanico, ma ci sono molte raffinatezze smart nell’App a corredo) per il dispositivo ANC (Active Noise Canceling, cancellazione attiva del rumore), un pulsante dedicato a Microsoft Teams (che serve anche per il pairing), software per il quale le cuffie sono certificate, il connettore jack analogico, quello MicroUSB per la ricarica e una serie di piccoli indicatori LED che mostrano lo stato dell’accensione e la carica resudua (solo durante l’accensione e quando collegato al cavo USB).
Da notare che non c’è il pulsante accensione/spegnimento, le cuffie semplicemente si spengono ruotando i padiglioni e si accendono allo stesso modo, con un piccolo clic meccanico inconfondibile: il modello integra anche un sensore che mette in pausa la musica o una chiamata quando togliamo le cuffie, per riprendere l’attività in automatico quando le rimettiamo in testa.
La parte Touch funziona molto bene, con anche attenzione al fatto che solo un dito può attivare i comandi che invece non funzionano se operiamo con il palmo.
Citazione d’obbligo per il pulsante viola, che serve a richiamare Microsoft Teams in primo piano o a chiudere una chiamata (all’interno di Teams funzionano gli altri comandi Touch, come ad esempio la possibilità di variare il volume o mettere in pausa una chiamata). Il pulsante nel quotidiano risulta comodo, ma forse un po’ troppo piccolo.
Custodia e Accessori
Se da una parte la scatola in cartone non è nulla di conservabile, la custodia è davvero ben fatta, anche se anonima: il materiale è cotone morbido, con all’interno una piccola tasca aperta per organizzare meglio i cavi durante il trasporto.
L’unica perplessità è data appunto dalla natura del materiale: la custodia morbida non protegge le cuffie da una caduta, anche se il materiale costruttivo non ci sembra così delicato in proposito, ma serve avere le mani pulite per usare custodia e cuffie, perché la superficie è molto bella al tocco, ma potrebbe sporcarsi presto (in questo, il colore nero aiuta).
Come si indossano
Le cuffie appaiono molto leggere, con appena 227 g da sostenere. Eppure, anche se il valore non è il più basso della categoria, la sensazione è di una estrema leggerezza, probabilmente data da una struttura che appoggia in modo più deciso sui lati della testa che sull’arco.
Considerando che le EPOS Adapt 660 sono un modello adatto all’ambiente commerciale, in perfetta sincronizzazione con Teams, è chiaro che questa è una caratteristica molto importante, dato che sono pensate per essere indossate tutto il giorno, anche e specialmente perché permettono come vediamo tra poco, di comandare un computer e uno smartphone contemporaneamente.
Epos connect
Le cuffie fanno riferimento alle versioni di EPOS Connect, sia per mobile (iOS o Android) sia per Desktop (macOS o Windows).
L’App mobile è quella più completa, perché si occupa di diversi compiti: da una parte offre un equalizzatore per il suono che diversifica la risposta in base al tipo di audio che stiamo ascoltando (Neutral, Speech per il parlato, Club per la musica, Movie per i film ed infine Director che permette all’utente di personalizzare tutti i parametri).
La personalizzazione non verte sulla forma dell’onda acustica, ma attiva o disattiva alcuni aspetti tipici dell’audio per meglio personalizzare la risposta sonora basandosi sul risultato, non sulla dinamica. Unico appunto, ci sarebbe piaciuto poter moderare l’equalizzatore direttametne dalle cuffie, senza per questo aprire l’App.
Anche la parte relativa alla cancellazione del rumore (ANC) è molto personalizzabile: se questa opera con una piccola levetta meccanica posta sul padiglione, è vero che questa apre agli stati Spento e Acceso, oppure ad uno stato intermedio, dove appunto l’App può modulare con uno slider la dinamica di soppressione del rumore in percentuale (da 0 a 100%).
L’App si occupa anche di interfacciassi con Alexa, l’assistente vocale integrato e controlla anche lo stato del firmware e tutti gli altri dettagli delle cuffie in modo certosino.
In ottica Desktop EPOS Connect offre un controllo minore: sostanzialmente permette di definire l’affinità con i software di terze parti come Teams o Skype e apre all’uso del dongle USB (BTD 800).
Ovviamente serve sottolineare che l’utilizzo di entrambe le App non è strettamente necessario per l’uso corretto delle cuffie, per le quali un abbinamento Bluetooth è più che sufficiente, tuttavia abbiamo apprezzato la presenza dell’App per alcuni dettagli cardine: laddove Apple, per fare un esempio, ha deciso di rinunciare ad una App di personalizzazione, chi scrive trova che averla è meglio che non averla, anche se la si usa poco (ma la modulazione della risposta per genere è davvero utile).
Uno degli aspetti più intriganti delle cuffie, seppure non è una novità del mercato (ma è importante sottolinearlo) è che il modello permette la connessione simultanea a due device, come ad esempio un Mac e un iPhone, o un PC e un iPad, saltando da uno all’altro in modo del tutto trasparente e automatico in base alle necessità.
Ad esempio, se state ascoltando la musica su Mac e suona l’iPhone, un tap sul padiglione destro permette di rispondere alla chiamate e, allo stesso tempo, mettere in pausa la musica, che sarà ripresa chiudendo la chiamata (il test è stato effettuato con l’App presente su entrambi i device).
Come suonano in Musica 2000
Definita la parte costruttiva e del software, iniziamo a parlare di quello che è sicuramente l’aspetto più importante delle EPOS Adapt 660: il suono. In primis sotto il punto di vista musicale, capce di una frequenza di risposta di 17 – 23,000 Hz.
Abbiamo testato le cuffie su varie tipologie di musica e audio, principalmente utilizzando il preset Neutral che quello Club, anche per capire il guadagno nel risultato: va detto che il risultato su Mac è stato leggermente superiore a quello su iPhone, grazie alla possibilità, nel primo, di attivare il codec AptX presente anche sulle cuffie che migliora il risultato (ma che non è possibile attivare su iOS).
Per farlo, su macOS Big Sur e Catalina, basta aprire il Terminare e digitale la seguente stringa
sudo defaults write bluetoothaudiod “Enable AptX codec” -bool true
E subito dopo digitare la password di un utente amministratore (che è cieca, quindi non appare nulla nel mentre che digitiamo, è normale). Per controllare il risultato, basta digitare
sudo defaults read bluetoothaudiod
Mentre per ritornare al codec AAC, che è standard su macOS, basta il comando
sudo defaults write bluetoothaudiod “Enable AAC codec” -bool true
Tornando alla musica vera e propria, possiamo dire che le EPOS Adapt 660 hanno un suono davvero eccellente, una qualità impeccabile che, anche se non era necessario, propone quella che era l’aspettativa considerando la tecnologia Sennheiser alle spalle.
Abbiamo provato Carmina Burana: O Fortuna di London Philharmonic Orchestra e Silent Shout di The Knife, ma anche Orinoco Flow di Enya, Knockin’on Heaven’s door dei Guns’n’Roses e The Archer di Taylor Swift, quest’ultimo un banco di prova abbastanza complesso.
Le cuffie suonano molto bene, hanno bassi profondi e mai invadenti, cedono leggermente sulle frequenze medie ma si riprendono alla grande sulla ricchezza di quelle più alte e soprattutto sulle canzone dove la vocalità è dominante.
Su brani come Star Sky dei Two Steps From Hell, il passaggio dall’intro a pianoforte alla corale con la batteria dopo pochi secondi è davvero un bel risultato: ma anche su Never Enough di Loren Allred (dalla colonna sonora di The Greatest Showman) è apparsa in forma straordinaria.
Sostanzialmente, però, abbiamo apprezzato la capacità di proteggere alcuni passaggi delicati: ad esempio suonando Bring Me To Life degli Evanescence a tutto volume, le EPOS Adapt 660 non hanno mai distorto neppure una nota anche se in effetti la situazione era ovviamente critica, come d’altra parte con Pink degli Aerosmith abbiamo apprezzato molto la batteria di Joey Kramer che non hai mai coperto la voce di Steven Tyler, come invece succede con alcuni modelli più consumer.
Muovendo il set da Neutral a Club, quindi più adatto alla musica, la situazione migliora e si apprezzano di più alcune sonorità in particolare nelle tonalità medie, anche se l’impressione è che i toni più alti siano leggermente smorzati. Inoltre, l’attivazione del set Club offre quel timbro musicale particolare, quella personalizzazione che piace, e che offre alle cuffie una identità più forte.
Da un lato, se l’ascolto verte su brani tipicamente pop, come Everybody dei Backstreet Boys o She Wolf di David Guetta, allora il preset Club è migliore perché ammorbidisce il tutto e vi fa apprezzare tutta la tonalità (anche vocale), diversamente per i brani più difficili come le versioni acustiche di Because the Night di Patty Smith o Time After Time di Cyndi Lauper, forse il preset Neutral offre un risultato migliore, anche se più aspro, e più ricco di dettagli.
Bello che EPOS abbia lasciato agli utenti scegliere in che modo usare le cuffie, su una musicalità più neutra oppure una più morbida e personale, a seconda della musica o delle aspettative degli utenti (che in questa fascia di prezzo sono molto esigenti).
Come suonano nel parlato
Nell’esame delle funzioni audio non poteva mancare un passaggio sull’uso come cuffie per il parlato, una attività sempre più importante da una parte dato l’aumento dello smart working dall’altra per la presenza, importante, della certificazione di Teams.
I tre microfoni per l’audio (Digital MEMs Beamforming), posti sulla parte anteriore del padiglione destro, sono, come è tipico di tutti i modelli privi di archetto, posti in una posizione infelice perché devono allo stesso tempo localizzare l’audio vocale, distante qualche centimetro, e chiudere ai rumori di fondo.
Il risultato (a 150 – 6,800Hz di frequenza) è molto buono, eccellente se paragonato ad altri modelli e paragonabile a quello delle Poly Voyager 8200 UC: in particolare, se usato per le telefonate, è come parlare con una persona vera.
Utilizzando l’App e ponendo le cuffie in modalità Speech, migliora moltissimo anche la risposta nelle cuffie, ottima durante un webinar dove la musica offre una imporanza minima ed invece serve cogliere diverse sfumature di voce, in particolare nei webinar e nelle call con persone straniere, che parlano spesso un inglese con forti inflessioni.
Abbiamo eseguito diversi webinar con le EPOS Adapt 660 e ci siamo trovati molto bene, il paragone con modelli di microfono dedicati (e molto più generosi di dimensioni) sarebbe indelicato, e comunque le cuffie lasciano il passo, ma di pochissimo.
Riduzione del rumore
Una delle caratteristiche che non poteva mancare in un modello come questo è un sistema di cancellazione del rumore attivo, dato da un sistema elettronico all’interno che, grazie a quattro microfoni esterni, analizza l’audio proveniente dall’interno e ne propone una copia, più o meno esatta ma al contrario (vedremo perché) in cuffia, eliminando il rumore e lasciando quindi solo l’audio digitale.
L’ANC non è più una novità in questo settore di mercato è oramai una funzione comune ad altri modelli di riferimento: le EPOS Adapt 660 da questo punto di vista offrono una riduzione del rumore forse sin troppo selettiva.
Il sistema offre tre modalità: una spenta, una totale e una progressiva, regolabile via software dall’App per iPhone e Android.
I risultati per l’attivazione completa parlano di un silenzio che, di fatto, ammazza quello che è il rumore circostante, il disturbo dato da un brusio, la ventola di un computer, il rumore del frigo e quello di un forno (ma dipende dal forno), ma lascia tutti gli altri.
Il rumore forte di un treno che parte o di una auto che passa si sente, un po’ attutito ma si sente, così come un collega che parla, anche se sta nella stanza accanto.
La modalità adattiva effettua un Mix dell’effetto totale, parametrizzato dall’App, però senza molta fortuna: sostanzialmente ci sarebbe piaciuto un sistema totale più forte e una regolazione che, di conseguenza sarebbe stata più utile. L’ANC nelle EPOS Adapt 660 funziona ed è comodo, specie in ambienti affollati perché vi aiuta a concentrarvi, ma ha margini di miglioramento.
Batteria
La batteria interna è molto buona: con tre ore di ricarica (via USB) le cuffie operano più di 15 ore di musica e dialogo e, dai nostri test, possiamo avvallare che non esistono differenze sensibili nel tipo di connessione (tra Bluetooth 5 e Dongle USB) e anche la presenza dell’ANC attivo (che nella nostra quotidianità è sempre acceso) influisce, ma in maniera minore di altri modelli.
Sostanzialmente, se usate le cuffie solo per le Call con Teams e i webinar, una ricarica rischia di durarvi anche una settimana lavorativa: diversamente se come chi scrive approfittate della qualità anche per godervi qualche album musicale e un film qua e la per lavoro, basta una ricarica ogni due forse tre giorni, dipende dall’uso.
Conclusioni
Le conclusioni su queste EPOS Adapt 660 sono molto positive: possiamo tranquillamente dire che per qualità costruttiva e musicale, possono rivaleggiare tranquillamente con quelli che sono oggi i riferimenti del mercato, le Sony WH-1000XM4, le Bose 700, le Poly Voyager 8200 UC e forse anche le Apple Airpods Max, che però offrono caratteristiche un po’ diverse e hanno un costo decisamente maggiore.
L’esperienza d’uso nelle ultime settimane è stata davvero importante sia durante i webinar, dove ci hanno accompagnato in modo egregio, offrendo più qualità di quella in effetti richiesta, ma anche negli intramezzi, dove la musica è per noi sempre importante e qui c’è stata una grande soddisfazione.
Per quanto riguarda il prezzo, ci sembra in linea con gli altri modelli direttamente concorrenti (a parte come detto le Apple Airpods Max che stanno su una fascia di prezzo nettamente superiore) in un confronto orizzontale nel quale, carta alla mano, non hanno nulla da invidiare.
Pro:
• Comode e leggere
• Ottima risposta audio
• Supporto App ben fatto
Contro:
• Disponibili in un solo colore
• Il sistema ANC è migliorabile
Prezzo:
• 399,00 Euro
EPOS Adapt 660 è disponibile a partire dal sito web italiano della casa madre oppure lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it