Bowers & Wilkins è storicamente nota per i suoi altoparlanti di alto livello, ma quando si è avventurata in un nuovo segmento dell’audio non ha mai sbagliato un colpo. È accaduto così anche per le cuffie con le P7 che hanno stabilito un parametro di riferimento per tutti gli audiofili. Con il lancio delle P3 l’azienda britannica ha puntato dritta verso il mondo della mobilità, con un prodotto molto portatile che però non vuole rinunciare alla qualità dell’audio. Nonostante si tratta di un accessorio non molto recente, le abbiamo messe alla prova per verificare la loro qualità, anche alla luce di alcuni recenti cali di prezzo che le ha portate sotto i 200 euro su molti negozi, come Amazon.
Il design
Le P3 non sfuggono alla legge più ferrea di Bowers & Wilkins: mai creare prodotti con un design banale e mai rinunciare alla qualità dei materiali. Queste cuffie, molto piccole e pieghevoli, sono realizzate in plastica gommata di alto livello, alluminio e acciaio. La prima impressione che si ricava maneggiandole è quella di un design industriale raffinatissimo. Le barre che collegano l’archetto ai padiglioni auricolari, sono lavorate in maniera originale, piegano per agganciarsi sul retro della struttura e non a lato come farebbero se scendessero linearmente dall’archetto. Lo snodo per chiudere gli auricolari all’interno è preciso, quasi un lavoro di orologeria, e risponde con un clack quando arriva a fine corsa. La regolazione della lunghezza del supporto dei padiglioni è molto progressiva e fluida. I padiglioni stessi sono caratterizzati da un ovale in alluminio satinato con il marchio “Bowers & Wilkins” inciso. Dal punto di vista dei materiali, avanzeremmo qualche piccola critica solo per le dimensioni e la tipologia del rivestimento del cavo: è un po’ troppo sottile e coperto di una plastica gommosa e di qualità non sublime. Anche il jack e il telecomando a filo sembrano realizzati in economia.
Se i materiali, cavo a parte, sono al top, il comfort è buono, ma senza picchi assoluti. Ci sono cuffie più comode delle P3. Una parte dei limiti derivano dalla struttura “sopra l’orecchio”. Per quanti sforzi si possano fare, questo tipo di cuffie hanno tutte dei limiti rispetto a quelle “intorno all’orecchio”. I padiglioni delle P3, spinte da un archetto che ha un effetto molla molto accentuato, però premono mediamente più di altri che abbiamo provato. Nonostante il rivestimento in tessuto sia, come gli altri materiali, di alto livello, inevitabilmente dopo alcune ore si ha la necessità di sollevare gli auricolari per alleviare la pressione.
Interessante ed originale, anche se non siamo in grado di dire quanto utile, la scelta compiuta per adattare maggiormente le P3 ad un computer o un PC. Il cavo integrato può essere facilmente sostituito, staccando la copertura degli auricolari, tenuta in posizione da dei magneti. Così facendo si accede a dei connettori che mettono in comunicazione di driver con il cavo ad “Y” di cui nella confezione troviamo un altro modello, privo di controllo per le tracce.
Le P3 come suonano
La prima impressione che si ricava dalle Bowers & Wilkins P3 è un percepibilissimo effetto palco, pronunciato e non troppo dissimile da quello di cuffie di ben altre dimensioni a struttura aperta, il che sorprende viste le dimensioni ridotte dei driver e la struttura chiusa dei padiglioni auricolari. Buono, almeno in rapporto al fatto che le P3 sono cuffie over the ear, anche l’isolamento sonoro; la dispersione delle note intorno a noi è modesta e il rumore viene trattenuto in parte all’esterno.
Venendo al suono, è piuttosto ben bilanciato, anche se un po’ orientato verso i mediobassi e quindi, pur senza esagerare, leggermente scuro. Le cuffie di Bowers & Wilkins sembano quindi avere un imprint adatto alla musica acustica e live, e in tutti quei brani dove si predominano i medio bassi in quantità ed è richiesta una elevata definizione del suono. È il caso di Jitteboogie di Michael Edges, dove è frenetico il passaggio proprio tra bassi e mediobassi o in Rivers and Sticks di Oakhurst; qui la separazione dei due canali, destro e sinistro, la collocazione nello spazio degli strumenti, in larga parte proprio acustici (come banjo e chitarra) esaltano le potenzialità delle P3. Ottima anche la qualità dell’ascolto prodotta in un brano immersivo come Orinoco Flow di Enya. I bassi sono sempre riprodotti con chiarezza e profondità. Pur evitando gli eccessi di altri marchi, anche Silent Shout di The Knife, imperniato su bassi profondi, non delude e si ascolta senza distorsioni.
Le cuffie sono buone, anche se forse solo nella media, in brani come Rocket Man dove la voce di Elton John recita un ruolo più importante degli strumenti e in Over The Raibow di Israel Kamakawiwo’ole. In brani come questi la voce umana appare forse un po’ più calda e meno brillante di quel che ci si attenderebbe. Una impressione che abbiamo ricavato anche ascoltando Michael Jackson in Billy Jean, la cui tonalità perde leggermente in definizione, benchè qui i battiti dei bassi che stanno dietro alla voce siano la vera l’impronta digitale di questo brano, magistralmente riprodotta dalle P3.
In conclusione
In conclusione le Bowers & Wilkins sono un prodotto eccellente dal punto di vista del design, molto originale, tra il moderno e il retrò, che colpisce per i materiali e il loro accostamento. Il montaggio è esemplare e fin a prima vista appaiono come un prodotto esclusivo, creato oltre che per essere usato anche per essere guardato. Peccato solo per il cavo sottile in materiale plastico economico e il telecomando anche questo creato senza ambizioni e per il fatto che l’arco e i padiglioni auricolari, siano non i più comodi sul mercato. Dal punto di vista sonoro le P3 si presentano come cuffie di alto livello, con una loro ben precisa identità imperniata su toni medi e mediobassi, eccellenti per ascoltare musica acustica e live, una identità che viene rafforzata anche dalla capacità di riprodurre bassi naturali e piuttosto profondi. Sono anche cuffie con una buona definizione e soprattutto un eccellente effetto palco, molto superiore alle dimensioni e solo minimamente influenzato al fatto che la struttura del padiglione è chiusa. Mancano solo di un pizzico di luminosità, con toni alti che in alcuni casi sono un po’ recessivi e non sempre esposti come forse i musicisti hanno pensato. In ogni caso ascoltando la musica dalle P3 l’ultima cosa che potrebbe venire in mente è che suonano male e il prezzo cui vengono vendute, specialmente ora, è giustificato dalla qualità complessiva.
Le cuffie Bowers & Wilkins P3 cost sono i vendita in 4 colori, con prezzo da 173 euro, spedizione inclusa
Pro
– Design industriale al top
– Materiali di alto livello e assemblaggio allo stato dell’arte
– Eccellente effetto palco con ammirevole separazione dei canali
– Toni caldi e coinvolgenti, alta definizione del suono
Contro
– Cavo dall’aspetto economico
– Pressione a lungo andare fastidiosa sulle orecchie
– Qualche lacuna sui toni alti