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Recensione Chuwi Lapbook SE, il laptop low cost (quasi) perfetto

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Si è conclusa da poco la nostra prova di Chuwi Lapbook SE, un computer portatile che abbiamo sostituito alla nostra macchina di lavoro principale per un’intera settimana. Si fa amare perché è leggero ma al contempo robusto, ha una tastiera straordinaria ed un touchpad a cui si fa fatica a rinunciare. Slot di espansione microSD, lettore USB e accesso facile all’SSD principale. Si direbbe perfetto, ma c’è una nota amara.

Recensione Chuwi Lapbook SE, una macchina per scrivere

Com’è fatto

Costruttivamente è ineccepibile. Tutto il guscio esterno è realizzato in alluminio spazzolato, con una verniciatura grigio topo che ricorda quella utilizzata da Apple sugli ultimi MacBook grigio siderale. I piedini in gomma, di forma circolare, sono sporgenti quel tanto che basta per evitare il contatto del freddo alluminio con la scrivania e non danno mai fastidio.

Sul retro, il logo Chuwi si illumina quando si accende il computer, strizzando l’occhio alla Mela di Apple che invece non si accende più ormai da qualche generazione. Per quanto riguarda la connettività troviamo una presa USB-A, jack audio da 3.5mm e slot microSD sul lato destro, mentre su quello sinistro c’è una seconda porta USB-A, presa HDMI e ingresso per l’alimentazione.

Eccolo qui, il rospo da ingoiare. Si tratta infatti del classico pin difficile da sostituire e ancora di più da digerire quando ci si trova in mobilità, costretti ad avere una presa di corrente per alimentarlo e l’alimentatore originale sempre in tasca. Tralasciando il fatto che se dovesse rompersi il connettore ci si deve necessariamente affidare ad una di quelle soluzioni universali che i negozi di elettronica vendono anche a 20€ o più, preclude anche la possibilità di sfruttare maggiormente l’ingresso di alimentazione.

Bastava scegliere una USB-C e non solo avremmo avuto la possibilità di collegare un hub con Power Delivery e tutti i vantaggi che ne conseguono, ma sarebbe stato più facile alimentarlo in mobilità con una delle powerbank progettate proprio per ricaricare macchine più esigenti di uno smartphone.

Tralasciando questo neo, l’apertura del coperchio ci ha stupito. Le cerniere che lo sostengono sono infatti davvero solide e ben costruite. Quando solleviamo lo schermo il coperchio non tentenna e segue la nostra spinta, con una sensazione vicinissima a quella che si percepisce maneggiando computer di fascia alta e non ci preoccupiamo di paragonarlo anche ad un MacBook, che in questo senso non differisce affatto dal Chuwi in questione.

Le cornici dello schermo sono più grandi di quelle che ci si aspetterebbe da un computer di questa qualità, ma completamente giustificate quando si guarda il cartellino del prezzo. Buona, anzi buonissima, la resa dello schermo già da quando è spento. Non ci troviamo di fronte ad un pannello OLED (ne farebbe lievitare il prezzo alle stelle) eppure i pixel spenti sono difficili da individuare a colpo d’occhio. Guardandolo frontalmente e senza interferenze di luce ci appare dinanzi una lastra completamente nera. Le cornici si notano leggermente soltanto se si inclina lo schermo verso una fonte di luce o se si accende il computer. Ottimo, il lavoro che è stato fatto anche in questo senso.

A prima vista impressionano poi le dimensioni del touchpad, superiori a quelle del nostro MacBook Pro 15’’ metà 2014, così come la tastiera, più ampia nella dimensione dei singoli tasti. La scocca interna riprende i colori del guscio esterno ma è realizzata in policarbonato anziché alluminio, una differenza che però si nota soltanto al tatto (la temperatura dei due materiali è ovviamente diversa).

Recensione Chuwi Lapbook SE, una macchina per scrivere

Scheda tecnica

  • Sistema operativo Windows 10 Home
  • Processore quad-core Intel Gemini Lake N4100 da 1.1 GHz, turbo boost a 2.4 GHz
  • GPU Intel UHD Graphics 600
  • Schermo IPS da 13,3 pollici con risoluzione 1920 x 1080 pixel
  • RAM 4 GB LPDDR4
  • Memoria SSD da 32 GB eMMC + 128 GB
  • Espansione tramite microSD (fino 128 GB)
  • Fotocamera anteriore da 2.0 MP
  • WiFi Dual Band da 2,4 GHz / 5,0 GHz
  • Batteria da 5.000 mAh
  • 4 speaker
  • Misure 31,70 x 21,50 x 1,59 cm
  • Peso 1,44 Kg

La nostra prova

Come già accaduto con prove precedenti di altri computer è giusto ribadire che non abbiamo eseguito test di benchmark in quanto chi scrive li ritiene fini a se stessi, soprattutto quando si parla di computer. Le prestazioni di un dispositivo di questo tipo sono infatti molto personali e dettate principalmente dall’uso che se ne fa.

Nel nostro caso lo abbiamo sostituito per un’intera settimana al MacBook Pro 15’’ metà 2014 che utilizziamo quotidianamente per scrivere su queste pagine. Per chi scrive si tratta quindi di redigere articoli con un text editor, impaginarli all’interno del sito tramite browser ed elaborare le immagini con Photoshop e Lightroom, ed è su questa tipologia di utilizzo che si è concentrata principalmente la nostra prova.

Come va

A livello di prestazioni il computer non ci ha delusi. Riesce tranquillamente a sostenere un ritmo di lavoro che comprende Photoshop aperto in background e richiamato per qualche fotoritocco di tanto in tanto, due browser aperti – Chrome e Firefox – con un totale di 10-15 schede aperte di cui una, su Google Docs, dedicata alla stesura degli articoli (le altre sono dedicate a due chat di Telegram per due differenti account, tabelle, pagine web, mail, news e database di Macity).

I 4 GB di RAM cominciano ad essere stretti quando si avvia qualche altro programma, magari gestendo un flusso di foto su Lightroom e contemporaneamente modificando qualche altra immagine con Photoshop. Quel che abbiamo percepito è una naturale velocità di elaborazione inferiore a quella cui siamo abituati. Si tratta però di un paragone che non ha senso di esistere visto che la nostra macchina principale è dedicata ai professionisti ed ha un costo di listino, al momento del lancio, dieci volte superiore a quel che serve per portarsi a casa il Chuwi Lapbook SE.

Recensione Chuwi Lapbook SE, una macchina per scrivere

Per la tastiera c’è un odio iniziale che sboccia poi in un amore incondizionato, dovuto sostanzialmente alle maggiori dimensioni dei tasti. Chi è abituato a scrivere da anni sulla stessa tastiera farà davvero fatica a scrivere qui, perché i tasti sono decisamente più ampi richiedendo pertanto una ri-strutturazione della propria digitazione. Nel confronto, una lettera della tastiera MacBook misura 1.6 x 1.5 centimetri mentre qui lo stesso tasto misura 1.8 x 1.7 mm. A leggerli così sembrano pochissimi millimetri, in realtà estendono la superficie di digitazione di 3 centimetri e mezzo (27cm MacBook, 30.5cm Chuwi), tanto basta per richiedere un più ampio movimento delle dita su tutta la tastiera.

Per chi scrive sono serviti 3-4 giorni per prendere piena confidenza del nuovo form factor, qualcuno potrebbe impiegare meno mentre per altri potrebbero volerci qualche settimana. Sta di fatto che, una volta preso il ritmo, la produttività non sarà affatto alterata. L’escursione e la risposta dei tasti è ottima. C’è solo da fare i conti con un layout diverso da quello per cui si è normalmente abituati alle nostre latitudini: si tratta infatti di tastiera QWERTY con layout USA internazionale, quindi sostanzialmente cambia il modo di digitare le lettere accentate se si imposta lo stesso layout, mentre per chi scrive senza guardare la tastiera si può azzardare impostando il layout italiano (una terza opzione è quella di sostituire i simboli stampati sui tasti con quelli del layout italiano, in rete a pochi euro si trovano diversi kit con copri-tasti adesivi pronti all’uso).

Recensione Chuwi Lapbook SE, una macchina per scrivere

Sensazioni altrettanto positive con il touchpad. La superficie è davvero ampia (misura 11.5 x 7.3 centimetri) tanto che, nel momento in cui siamo tornati al nostro MacBook Pro 15’’ metà 2014 abbiamo fatto fatica ad abituarci di nuovo alle dimensioni ristrette (per paragone, il touchpad del nostro Mac misura 10.5 x 7.6 centimetri).

Il click fisico ha una buona escursione ma bisogna tenere a mente che per il click sinistro bisogna schiacciare l’angolo inferiore sinistro mentre per il click secondario l’angolo adibito è quello inferiore destro.

Abbiamo di gran lunga preferito il tocco a sfioramento, principalmente per abitudine in quanto il click destro si fa toccando il touchpad con due dita come su Mac così come sono simili alla piattaforma di Apple alcune gesture a tre o quattro dita utili per passare al desktop, alla schermata di multitasking o ai desktop successivi, semplificando di molto il lavoro quotidiano.

In ogni caso la superficie risulta scorrevole e il click, fisico o a sfioramento, sempre preciso. I tocchi involontari vengono riconosciuti con precisione e mai una volta abbiamo sentito l’esigenza di usare un mouse: la superficie di controllo così grande e ben congegnata si è rivelata più che sufficiente per gestire il nostro flusso di lavoro.

Recensione Chuwi Lapbook SE, una macchina per scrivere

Lo schermo ha una buona risoluzione e i colori sono fedeli alla realtà, l’unica pecca è la luminosità, insufficiente per un utilizzo in esterna. I riflessi poi non aiutano: in un confronto con il nostro MacBook (anche qui effettivamente poco realistico visto l’abisso nel prezzo tra i due prodotti) quest’ultimo riflette meno la luce ed offre una luminosità leggermente superiore, che si preferisce quando c’è la necessità di lavorare in mobilità.

Dal punto di vista dell’autonomia invece non ci sono miracoli. Con lo schermo, dicevamo, al livello massimo della luminosità e nelle condizioni di lavoro precedentemente descritte, si sfiorano le 4 ore di utilizzo prima che la batteria scenda sotto il 10%.

Conclusioni

Chuwi Lapbook SE è un buon prodotto, per costruzione, prestazioni e qualità di touchpad e tastiera. E’ invincibile poi se si considera il prezzo di vendita e diventa un vero affare se la destinazione è quella di utilizzarlo principalmente come macchina da scrivere per lo studio o per lavori da ufficio. A queste condizioni non si può desiderare davvero di meglio, anche dal punto di vista delle dimensioni e della portabilità.

Una piccola aggiunta se, come chi scrive, non digerite l’ambiente Windows. Abbiamo provato ad installarci Ubuntu (nel momento in cui scriviamo l’ultima versione disponibile è la 18.04) e tutte le principali componenti hardware vengono riconosciute perfettamente. In effetti le nostre prove si sono svolte principalmente su questo sistema operativo e se mai dovessimo rinunciare al MacBook, questa sarebbe davvero una papabile alternativa ultra-economica.

Pro

  • Costruzione impeccabile
  • Ampia tastiera con ottima escursione dei tasti
  • Touchpad grande, scorrevole e preciso
  • Ottima risposta delle cerniere
  • Slot di espansione microSD
  • Accesso facilitato all’SSD interno
  • due prese USB-A 3.0

Contro

  • Pin di alimentazione obsoleto (una USB-C lo avrebbe reso il laptop perfetto e, c’è da scommetterci, chiunque sarebbe stato disposto a pagare un sovrapprezzo per la sua presenza)

Prezzo

Chuwi Lapbook SE è al momento venduto su GearBest al prezzo di 240 euro circa.

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