Charge di Fitbit è da sempre l’Activity tracker per eccellenza: il primo modello ha introdotto il sensore del battito cardiaco nei bracciali intelligenti, il secondo un display di grandi dimensioni e il cinturino intercambiabile mentre il Charge 3 continua la tradizione tramite qualità da smartwatch e la presenza delle App.
La responsabilità sulle spalle del dispositivo appena annunciato è tanta, perché ad oggi Charge è ancora il modello più venduto di Fitbit e l’icona di questo mercato: noi l’abbiamo tenuto al polso per un paio di settimane, vediamo com’è andata.
Charge 3, la recensione
Primo contatto
Il primo contatto con il Charge 3 l’abbiamo avuto prima a IFA, e poi alla presentazione italiana, ma è solo dopo quest’ultima che abbiamo avuto modo di metterlo al braccio per davvero perchè vederlo e provarlo sono due cose molto diverse.
Il modello da noi testato è lo Special Edition con cinturino in gomma bianco: la confezione, sobria e funzionale, si apre mostrando il bracciale già montato, ma nella stessa scatola trovano posto una parte del cinturino più lunga per chi, come chi scrive, ha un polso generoso e un secondo cinturino di colore nero dello stesso materiale.
Oltre a questo un piccolo depliant e un cavo di ricarica USB, che può essere collegato al computer oppure ad un alimentatore qualsiasi via USB-A (noi abbiamo usato la sveglia Horizon di JBL).
Una volta al polso le novità rispetto al modello Charge 2 emergono chiare sin dall’inizio: la forma è più affusolata e la parte centrale, dove risiede il centro di calcolo, combacia di più sul polso rispetto a prima, offrendo un contatto migliore.
Il cinturino in dotazione al nostro modello è comodissimo: i numerosi fori permettono alla pelle di traspirare e anche un aggancio perfetto dietro, invece dei soliti fori separati dei cinturini classici. Per quanto riguarda l’estetica invece le opinioni sono state contrastanti: a chi scrive piace, mentre gli amici e i colleghi si sono divisi su opinioni diverse.
Per fortuna che cambiare cinturino è una operazione davvero semplicissima: Fitbit ci aveva un po’ preoccupato con Versa nelle operazioni del cambio cinturino, abbastanza delicate, mentre in questo nuovo Charge 3 il cambio è una operazione da 5 secondi che si fa anche con una mano sola.
Una volta al polso comunque il modello è molto leggero e sostanzialmente sembra quasi di non averlo: anche se si tratta di un Activity tracker tra i più grandi nel mercato, in un polso maschile non sta male neppure a destra, e funziona benissimo a sinistra al posto dell’orologio.
Ambizioni
La cosa che si nota sin da subito una volta acceso è senza dubbio l’ampio display di colore nero monocromatico: con un display così grande per un Activity Tracker le velleità da smartwatch ci sono, soprattutto per l’uso delle App, come vedremo.
Normalmente il display è in grado di mostrare l’ora, corredata da numerose informazioni, sia in forma analogica che digitale: in merito diamo un plauso a Fitbit per la bellissima visualizzazione grande a caratteri bodoniani, praticamente unica in tutto il settore e che da un tocco romantico ad un apparecchio che potrebbe essere visto come troppo hi-tech.
Di contro, ci sarebbe piaciuta una visualizzazione senza l’ora, che appare ridondante per chi lo porta a destra con un orologio nella parte sinistra.
Rispetto allo scorso modello scompare il pulsante laterale, adesso sostituito da un pulsante aptico (operazione probabilmente resa necessaria per l’impermeabilità, come vedremo) e resta la possibilità di interagire direttamente con il display grazie ai comandi touch.
La grande novità di questa versione, dal punto di vista software, è la presenza di App: Allenamento, Relax, Timer, Sveglia, Meteo e Impostazioni sono funzioni abbastanza avanzate da mettere il Charge 3 con velleità da categoria superiore, quella degli smartwatch, anche se la mancanza di un display a colori e un App Store dedicato si notano.
La direzione di Fitbit ci ha detto che un App Store non arriverà all’interno di Charge, ma arriveranno altre App in futuro, sviluppate da Fitbit o da terzi ma solo attraverso aggiornamenti firmware di tanto in tanto.
L’ergonomia del display è stata studiata molto bene: le App si trovano scorrendo a sinistra, i numeri delle rilevazioni della giornata scorrendo in alto, in modo progressivo mentre scorrendo in basso troviamo gli avvisi delle App, che possono essere selezionati tramite l’App Fitbit.
Charge 3 non è quindi uno smartwatch nel senso stretto del termine, ma la forma, le possibilità del display e alcuni tipi di visualizzazione lo rendono qualche cosa di molto vicino e forse il modello più ibrido tra Activity Tracker e Smartwatch nel mercato dal punto di vista funzionale (anche se su questa affermazione lasciamo il parere ai lettori perchè le categorie non sono molto ben definite e soggette a punti di vista).
In acqua, finalmente
Charge 2 era resistente a schizzi e polvere, e sembrava solo due anni fa già un buon risultato per un modello così avanzato ma questo offre una piena impermeabilità, tanto da poter essere anche immerso nell’acqua (anche salata) senza problemi.
Il che significa che lo indossate e non lo togliete più, ne per fare la doccia ne quando andate a correre, se giocate a calcetto e neppure per un bagno in piscina (se invece fate immersione magari si, ma in quel caso usate altro).
Sul retro del bracciale, a contatto con il polso, il nuovo sensore del battito cardiaco fa sempre riferimento alla tecnologia PurePulse: la novità qui è che Charge 3 utilizza lo stesso sensore dei modelli più avanzati Versa e Ionic, quindi un passo in più sulla scala della precisione rispetto al modello precedente, ma a questo punto anche rispetto a Alta HR.
Non c’è il GPS al suo interno, che il Charge utilizza in condivisione con lo smartphone, ma per quanto riguarda le sessioni di attività fisica c’è un comprovato sistema di attivazione automatica che registra gli stati di attività da quelli a riposo, proponendo una radiografia molto accurata della giornata: in qualche sessione di corsa il Charge 3 si è offerto di attivare la funzione Corsa, ma anche declinando, l’attività è stata registrata lo stesso (senza GPS) come attività fisica importante.
Ovviamente, attivando la funzione il tracking è continuo e le funzioni di rilevazione sono buone, inclusa la pausa automatica (che però non ha funzionato sempre) e la vibrazione ad ogni KM (che va attivata manualmente direttamente sul display).
In ultima analisi, nel modello Special Edition, oggetto di questo test, è integrata la funzione Fitbit Pay, che consente di pagare tramite semplice tocco del bracciale su di un lettore abilitato.
Tale funzione, legata ad un numero ristretto di banche al momento ma che, ci assicurano, avrà altri due importanti player nel mercato prima di Natale, risulta molto comoda per piccoli pagamenti al volo: Metro, bus, cinema o, perché no, una bibita veloce durante una corsa a piedi o in bicicletta, quando di solito non abbiamo il portafogli dietro.
L’App Fitbit
Dell’App Fitbit ne abbiamo già parlato in diverse occasioni: l’app è la stessa di tutti gli altri Activity Tracker e Smartwatch del marchio con la caratteristica fondamentale di offrire un unico portale per ogni richiesta (dati e preferenze del device), abitudine inversa rispetto ai principali concorrenti di Apple e Google, che invece preferiscono offrire App singole per ogni esigenza.
L’App si occupa di sincronizzare ogni dato con il bracciale, di inviare i dati nel cloud di Fitbit, e di restituirli all’utente dal display dello smartphone o del browser web già filtrati e ottimizzati, con consigli basati sulla media degli utenti classificata per genere ed età.
Su questo punto vorremmo porre una attenzione particolare: il bello di Fitbit è di sicuro l’hardware, ma la cosa che offre più valore aggiunto è senza dubbio il software, perché restituisce una visione d’insieme dei dati non solo personalizzata e profilata, ma anche utile all’utente.
L’App fornisce consigli su tutto, dall’uso del cibo alle motivazioni sul movimento, un piccolo social media per gli utenti Fitbit a qualche gioco relativo al numero di passi, sino a quella che probabilmente è una funzione quasi esclusiva per il marchio, l’analisi del sonno.
Lo fanno in molti, è vero, ma l’algoritmo dell’analisi del sonno di Fitbit è probabilmente ad oggi il migliore sul mercato, da una parte grazie al fatto che Charge 3, come tutti gli altri bracciali e smartwatch, offre una settimana di autonomia, dall’altra perché l’analisi è dettagliata e certosina, basata su tre strati di sonno (più uno di veglia) e correlata di medie.
L’unico vero difetto che vediamo nell’App, che sia colpa di Fitbit o meno non ci è dato di sapere, è in una chiusura verso il mondo esterno che talvolta appare seccante: ad esempio sarebbe stato interessante per chi arriva da prodotti come Apple Watch poter importare tutti i dati all’interno del database Fitbit e di contro anche la possibilità di esportarli all’esterno per mantenere vivo uno storico importante. Al momento questa possibilità è attiva solo con l’App Strava, un po’ pochino considerata la grande varietà di sistemi in circolazione.
Piccole (in)compatibilità
Durante i nostri test, effettuati con un iPhone 8, la compatibilità è sempre stata altissima, nel senso che lo smartphone ha visto correttamente il bracciale in modo costante e senza nessun tipo di problema. Dovrebbe essere lo stesso con il mondo Android, anche se in questo caso ci è stato raccontato di una eccezione riguardante i modelli Huawei (come il modello Mate 20 recentemente presentato).
Sostanzialmente sembra che Huawei abbia un problema di compatibilità con alcuni wearable (tra cui il Charge 3) per il modo in cui funziona il Bluetooth dei suoi device, motivo per cui consigliamo agli utenti di valutare attentamente la compatibilità (che per Fitbit è elencata in questa pagina) prima di procedere all’acquisto.
Considerazioni finali
Leggero, con un display generoso, con cinturino intercambiabile, controllo del battito cardiaco, funzioni touch e App integrate e, soprattutto, con una sistema di dati completo sotto ogni punto di vista Charge 3 appare oggi un Activity tracker formidabile.
Il prezzo è importante (e anche la forma), lo ammettiamo ma chi non vuole uno smartwatch e preferisce un Activity tracker, da abbinare ad un orologio classico, troverà in questo modello tutto quanto serve, spesso anche abbastanza in autonomia direttamente dal display del bracciale senza disturbare l’App (fattore abbastanza unico nel mercato delle smartband).
Pro:
• Potente, leggero e comodo da indossare
• Ampio display touch
• Resistente all’acqua e con ampia personalizzazione
• L’App è quanto di meglio ci sia nel mercato
Contro:
• Una maggiore apertura dell’App verso altri sistemi sarebbe la benvenuta
• Un po’ caro
Prezzo: 149,99 Euro (169,99 Euro per la versione Special Edition)
Fitbit Charge 3 è disponibile in versione normale nei colori Alluminio grigio grafite/nero e Alluminio oro rosa/blu oppure nella versione Special edition (identica nelle funzioni ma con Fitbit Pay) nei colori Tessuto lavanda / Alluminio oro rosa e Alluminio grigio grafite / bianco ghiaccio (la versione Special Edition include anche un secondo bracciale di colore nero).
I prodotti Fitbit sono distribuiti in Italia da Techdata, Athena e Attiva, ma si trovano anche online sia in versione normale che Special edition.