Le domande da cui più o meno implicitamente ci siamo posti poco prima di cominciare questa recensione delle Bose QuietComfort 20, le nuove auricolari antirumore della specialista del suono americana, erano diverse, alcune di carattere “filosofico” e alcune di carattere tecnico.
Che cosa ha spinto, Bose leader mondiale nella soppressione attiva del rumore, a cimentarsi in una difficile impresa, tentata da pochi e fallita da molti (tra cui ad esempio Sony che con le XBA-NC85D, auricolari da 499 dollari, ha raccolto recensioni perlopiù negative), come costruire degli auricolari che svolgono questa funzione? Come si confronta questo accessorio con le QuiteComfort 15, unanimemente riconosciute come le migliori cuffie consumer al mondo nell’ambito della soppressione di rumore e che costano la stessa cifra? Soprattutto le tecnologie usate per costruire degli auricolari antirumore e fornire una risposta alle attese che derivano da un brand come Bose (e da una spesa di 300 euro) sono realmente efficienti? Alla fine del nostro test siamo stati illuminati e tutto si è chiarito nella nostra mente. Se volete sapere la strada che abbiamo percorso e chiarivi anche voi le idee e cercare di capire se vale o meno la pena di sganciare 3 biglietti da cento per le QC20 (prezzo Amazon e Bose), seguiteci nel nostro percorso.
Discendenti di nobilissimi lombi
Le QuietComfort 20 (da qui in avanti anche QC20) sono l’ultimo prodotto di una azienda che ha fatto della soppressione del rumore un’arte. È stato l’ingegner Amar Bose in persona, un uomo che amava le sfide nel campo del suono, a decidere di lanciarsi nella produzione di cuffie antirumore, si dice, dopo avere constatato durante un viaggio in aereo verso l’Europa quanta fatica provoca un ambiente rumoroso. Il risultato sono stati prodotti incredibilmente efficienti e la conquista della leadership mondiale sia nel campo professionale (cuffie antirumore di Bose sono state usate nel campo dell’aviazione e addirittura dagli astronauti dello Space Shuttle) che nel campo dell’utenza finale come le menzionate QC15, cuffie around the ear di estrema eccellenza sia in fatto di soppressione del rumore che di qualità musicale, come può testimoniare chi scrive che le usa intensivamente e ne ha anche fatto oggetto di una recensione di qualche anno fa.
La differenza tra le QC15 e le QC20 è di sostanza; le QC15 sono cuffie non certo gigantesche, ma piuttosto impegnative in termini di dimensioni e hanno abbondanza di spazio per i circuiti e le componenti necessarie a generare l’onda acustica inversa per la soppressione del rumore, la QC20 sono auricolari che per quanto più grandi nel loro ambito, rispetto ad alcune concorrenti, non hanno semplicemente la possibilità di usare le stesse componenti delle QC15. Bose ha risolto il problema sia affinando le tecnologie delle cuffie (i quattro microfoni, due dentro e due fuori dalle auricolari, per captare il rumore da sopprimere sono stati miniaturizzati) che usando un piccolo elemento esterno lungo e largo quanto un pacchetto di gomme da masticare ma spesso la metà dove risiede tutta l’elettronica. Ma le differenze non si fermano qui e continuano con altr dettagli: le QuietComfort 20 usano batterie ricaricabili (mediante un cavo USB-Micro USB) e non batterie AAA, offrono un tasto che riduce l’effetto soppressione del rumore e, infine, sono in grado di operare anche senza batteria, cosa che le QC15 non sono capaci di fare.
A volo d’uccello
Tutto questo rende le QC15 un prodotto radicalmente differente anche dal punto di vista funzionale, benché svolgano alla fine la stessa funzione. In particolare la prima cosa che si noterà passando da un prodotto all’altro è la colossale riduzione nell’ingombro. Una volta collocate nella custodia morbida realizzata in maniera impeccabile, con retina interna e dotata di zip, le QC20 si ficcano letteralmente in tasca, mentre la custodia rigida delle QC15, pur ben costruita ed efficiente dal punto di vista della protezione, occupa una buon 30% di uno dei due comparti principali del nostro zaino. Il secondo aspetto che emerge da una prima superficiale presa di contatto è la qualità dei materiali. Il cavo bicolore (grigio e nero) appare molto robusto e realizzato in una plastica di qualità, opaca e morbida. Lo chassis con i circuiti è rivestito in gomma ed è in gomma anche la copertura del jack, i giunti sono evidentemente solidi e ben realizzati e ci sono alcune finiture in metallo (come ad esempio negli anelli di chiusura del cavo all’ingresso degli auricolari). Il silicone degli adattatori per il cavo auricolare (se ne trovano di tre misure nella confezione) è morbidissimo e si adatta perfettamente al padiglione auricolare.
Il sistema utilizzato è quello Stayhear che abbiamo già descritto nella nostra recensione delle Bose SIE2i; in pratica il supporto ha una sorta di uncino che segue la forma della cartilagine, si espande al suo interno e oscilla facendo da ammortizzatore mantenendo il canale di condotta del suono sempre allineato al timpano. Questo sistema rende le QuietComfort 20 strutturalmente adeguate anche attività fisiche, dal jogging al running, per la palestra o per una semplice camminata senza ricorrere ad archetti o supporti dietro la nuca. Sullo chassis che ospita i circuiti troviamo un tasto di accensione, il LED di funzionamento (che ci informa anche sulla carica della batteria) e quello di attivazione della funzione antirumore. Sulla componente che permette il controllo dei dispositivi iOS (le QC20i da noi provate sono un prodotto Made for iPhone e iPad ma esiste un modello denominato semplicemente QC20 anche per altri cellulari come gli Android, Blackberry e Windows Phone), ci sono i classici tasti per il volume, la gestione delle tracce, il microfono per le chiamate e l’interruttore che serve a disabilitare parzialmente la soppressione del rumore la cui funzione spiegheremo più avanti. Da segnalare che il cavo non si sgancia come nelle QC15, il che impone a prestare un po’ di attenzione per evitare che si strappi visto che una volta rotto, le auricolari sono da buttare, cosa che potrebbe accadere in spazi ristretti come ad esempio il sedile di un aereo dove il cavo si potrebbe ingarbugliare o incastrare.
La funzione antirumore
Se struttura e materiali sono importanti, ancor più importante in un prodotto come le QC20 è la capacità di soppressione del rumore. In questo ambito possiamo dire senza preoccupazione di essere smentiti che il prodotto di Bose non ha rivali al punto che neppure le più volte menzionate QC15 che sono state e restano nel nostro giudizio un punto di riferimento nel settore delle cuffie anti rumore consumer, possono tenere testa alle nuove auricolari. Le abbiamo provate in tre situazioni tipiche: durante un volo aereo, su un’auto e in strada, con e senza musica in riproduzione e i risultati sono stupefacenti. Senza musica, non solo tutte le frequenze più basse e in particolare un rombo con tonalità costante tipico di un motore a reazione a velocità di crociera, vengono completamente cancellate, ma se ne vanno anche quelle intermedie, come il rumore aerodinamico sulla carlinga di un aereo o sulla carrozzeria di un’auto, sulle quali le QC15 avevano qualche difficoltà; spuntano solo i suoni più acuti, come lo stridio della ruota metallica dei tram sui binari, il pianto di un bambino e il suono di un clacson, ma il loro volume è molto basso. Questo è dovuto al fatto che le QC20 svolgono anche una valida funzione di riduzione passiva del rumore; come tutte le in ear entrano nel cavo auricolare, sigillandolo (come se si mettessero le dita nelle orecchie), mentre le QC15 si affidano per l’isolamento su alcune frequenze ad un meno efficiente cuscinetto che circonda le orecchie.
Anche attivando la riproduzione della musica le QuietComfort 20 sono superiori alle QC15; per effetto dell’attenuazione generale del volume percepito, basta un livello molto basso, più basso di quello delle QC15, per cancellare ogni suono. Di fronte alla TV abbiamo acceso le auricolari e messo il volume dell’iPhone al 30% circa (5 tacche su 16) e il suono di un film con sparatorie e musica “drammatica”, dialoghi concitati, ad un livello piuttosto sostenuto è completamente sparito. Abbiamo calzato le QC15 su un marciapiede e il rumore del traffico è anche questo completamente sparito. In una sala di attesa con musica e vocìo costante è bastata una canzone di sottofondo musica per spazzare via ogni suono che ci circondava.
Abbiamo attuato anche un confronto con le NOCS NS600, auricolari di fascia medio alta (costo 100 euro) che offrono un buon isolamento acustico, ma il paragone con le le QC20 è impietoso. Se a soppressione di rumore spenta le QC20 sono simili alle NS600, a circuito attivato le Bose sono irraggiungibili. Per attenuare il rombo del motore del jet, ad esempio, con le NS600 abbiamo dovuto portare ad un livello il volume della musica a circa l’80% (13 tacche su 16), con le QuietComfort 20 anche con la musica di iPhone a tre tacche, la canzone che abbiamo ascoltato (Samewhere Over The Raimbow di Israel Kamakawiwo’ole) era perfettamente udibile in tutte le sue tonalità e colori.
Le nostre impressioni empiriche, sono confermate scientificamente da Brent Butterworth, di About.com che ha svolto misurazioni scientifiche (qui la lista delle apparecchiature usate); il grafico che ripubblichiamo vede sull’ordinata il rumore in decibel percepito, sulla ascissa la frequenza: la riga verde rappresenta il rumore percepito a circuito spento, quella viola a circuito acceso. Ogni dato sotto i 75 decibel rappresenta una attenuazione del rumore di fondo. Impressionante i -45 decibel a 160 Hz, la frequenza tipica del rumore di un jet, il massimo mai misurato dice Butterworth; le QC15, che erano un riferimento in questo abito, producono un abbattimento di 25 decibel. Ma anche i -20 e -25 dB a frequenze più alte sono un risultato eccellente.
Modalità Aware e suono passivo
Le QC20 hanno altri due vantaggi sulla concorrenza: la modalità Aware e la possibilità di riprodurre il suono senza alimentazione. La modalità Aware è una particolare tecnologia che si attiva con un tasto sul controllo dello cuffie (dove si trovano i tasti volume) e che attenua l’effetto soppressione del rumore. Bose non spiega nel dettaglio il funzionamento tecnico, ma è probabile che le auricolari attuino una selezione sui suoni da filtrare visto che il rombo resta quasi cancellato mentre si liberano i suoni su frequenze medie ed acute. Queste frequenze vengono apparentemente raccolte dall’esterno e passate all’interno del cavo auricolare dai microfoni collocati sugli auricolari visto che i suoni, come abbiamo notato stando davanti o ad una TV, si percepiscono più chiaramente che non spegnendo totalmente le QuietComfort 20. Questa funzione è eccellente se si usano le cuffie volendo sfruttare parzialmente la soppressione del rumore e il circuito di amplificazione, ma si ha necessità di parlare con qualcuno (si pensi ad esempio ad una hostess che ci chiede che cosa desideriamo da bere o un amico in palestra) oppure di sentire quel che succede intorno (ad esempio mentre si cammina su un marciapiede o si attraversa una strada). Le QC20 sono anche in grado di funzionare senza alimentazione; una volta esaurita la batteria ricaricabile (16 ore di ascolto dice Bose, una indicazione che ci è parsa corretta anche se non abbiamo misurato esattamente l’autonomia), possiamo continuare ad usare le cuffie. Non avremo il processo digitale del suono né la soppressione attiva del rumore e il suono apparirà un po’ ovattato, con bassi compressi e senza spunto, ma le auricolari continuano a fare almeno parzialmente il loro dovere e comunque meglio che restare del tutto senza possibilità di ascoltare la musica.
La qualità del suono
Se la soppressione del rumore è allo stato dell’arte, va detto che anche in fatto di qualità dell’ascolto le QC20 sono un prodotto eccellente. Pur non essendo paragonabili a cuffie o auricolari da audiofili (ammesso che ne esistano visto che per avere massima fedeletà sono largamente preferibili cuffie tradizionali), la musica è bilanciata con tutte le tonalità distinte che lavorano cooperativamente anche se c’è, nella tradizione Bose, una leggera, ma non fastidiosa, prevalenza di toni bassi e medi.Bass can U Hear Me di Bass Dominator, musica techno estrema e puntata, appunto, sui bassi è resa con ottima fedeltà e profondità, così come Nuthin But A G Thang di Dr. Dre ma senza assediare i pochi toni medi e alti. Un brano come Axel F dalla colonna sonora di Beverly Hills Cop che alterna toni medi, bassi e acuti, e gioca molto sul livello della musica con apparenti spazi di silenzio costellati da un ticchettio, è reso magistralmente. Ottima anche la menzionata Somewhere Over The Raimbow con il tenue ed acuto suono dell’Ukulele perfettamente distinguibile e la flebile voce di Kamakawiwo’ole amalgamata. La definizione del suono e il bilanciamento tonale sono palesi ascoltando invece un brano come Cajun Interlude di Adrian Legg suonato solo con chitarra che passa da frequenze alte a frequenze bassa, Jitterboogie di Michael Hedges che ha una infinita gamma acustica o il blugrass di River and Sticks di Oakhurst che spazia da bassi ad alti passando per i medi.
Le auricolari complessivamente fanno un lavoro di livello, insomma, pari a quello di cuffie di fascia medio/alta anche nella resa di brani acustici, classica e jazz. Benefici importanti al suono arrivano dalla capacità di soppressione del rumore; non si deve dimenticare che difficilmente “on the road” si ascolta musica nel silenzio e brani con passaggi a volume ridotto, ampia gamma dinamica e che sfruttano le pause nella ritmica del pezzo, vengono devastati della presenza di rumore di fondo, chiacchiericcio, traffico, suoni della TV, rombo di un motore di aereo, che invece le QC20 cancellano in maniera quasi totale. Grazie alla capacità di creare silenzio, eliminando suoni concorrenti, insomma, le auricolari QuietComfort 20 elevano significativamente la qualità dell’ascolto, anche sopra a quello di cuffie molto costose che sulla carta dovrebbero avere un migliore qualità del suono.
Comfort delle QC20
Le QC20 non falliscono neppure nel fattore comfort. Il sistema StayHear mantiene le auricolari stabilmente agganciate al padiglione auricolare, il cono che entra nel cavo auricolare non fornisce la sensazione fastidiosa che hanno altri prodotti in ear perché Bose non è stata costretta a creare un sistema di ritenzione interno al cavo auricolare e ad entrare in profondità in esso, visto che StayEar appende, letalmente o quasi, gli elementi acustici alla cartilagine esterna. Le auricolari Bose ci hanno anche colpito per un altro aspetto l’assenza di effetto “orecchio chiuso” che forniscono altri prodotti a soppressione di rumore. Questa sensazione viene provocata alla pressione che esercita il rumore ad onda inversa sul timpano; in pratica l’orecchio interno è costantemente sottoposto ad un ascolto “non udibile” dal punto di vista neurale ma che fisicamente è percepito dal nostro corpo che sente, invece, la pressione sugli organi dell’orecchio interno. La sensazione di fastidio provata con le cuffie a soppressione di rumore è lievissima e sparisce dopo pochi minuti, almeno per la nostra esperienza, ma con le QC20 non c’è, per qualche ragione, neppure questa. Infine grazie alle ridotte dimensioni, abbiamo ampie possibilità di trovare una posizione comoda indossando le auricolari, metterci su un fianco oppure poggiare il capo ad un supporto, come i poggiatesta di un aereo, cosa impossibile da fare con cuffie tradizionali
Conclusioni
Alla fine della nostro articolo avrete certamente capito perché tutte le domande e i dubbi che abbiamo avuto prima dell’inizio della prova sono stati cancellati e abbiamo avuto l’illuminazione. Bose con le QC20 ha creato un prodotto quasi magico, che combina il meglio di tre mondi, quello delle cuffie, quello degli auricolari e della tecnologia per la soppressione del rumore. Il nuovo prodotto dell’azienda americana definisce così un nuovo universo: è piccolo e trasportabile come dei normali auricolari, al punto che sta in una tasca, e riesce in questo fattore di forma a fornire una efficienza in fatto di soppressione del rumore superiore a quello delle già superbe QC15 mettendo sopra a tutto questo un ascolto di qualità eccellente, paragonabile a quello di cuffie o auricolari di fascia medio alta. Difetti? Forse, fattore di forma in ear a parte (che è noto non essere gradito da tutti), uno solo a nostro giudizio: la batteria ricaricabile logisticamente è meno comoda di una batteria AAA. Saremo infatti sempre costretti a portarci dietro un cavo, un computer o un caricabatterie e una batteria esterna in un viaggio lungo (16 ore l’autonomia), ma si tratta del necessario prezzo da pagare per avere un dispositivo tanto compatto. In conclusione Bose con le QC20 ha occupato di fatto tutto lo spazio disponibile, togliendo l’ossigeno al mercato delle cuffie e delle auricolari antirumore degne di questo nome. Per la concorrenza sarà difficilissimo in assoluto riuscire arrivare a presentare un prodotto concorrente con le QC20, ma a breve o medio termine potrebbe addirittura essere impossibile. Quindi se siete sul mercato per cuffie o auricolari a soppressione di rumore realmente efficienti e 300 euro sono il vostro budget, non perdete tempo a pensare cosa comprare, le QC20 sono quel che cercate o dovrete aspettare qualche anno per trovare qualche cosa che possa offrire una alternativa.
PRO
– Eccezionale livello di soppressione del rumore
– Qualità dell’ascolto
– Davvero tascabili
– Confortevoli in tutte le situazioni
CONTRO
– Prezzo giustificato dalla qualità, ma elevato
– Le batterie ricaricabili potrebbero complicare la gestione
Le Bose QC20 sono in preordine sul negozio Bose e su Amazon, che ha una sezione dedicata ai prodotti Bose. Sono in spedizione da lunedì 2 settembre a 300 euro.