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Sfogliando i menù delle action camere che abbiamo messo alla prova nel corso degli anni abbiamo notato la sempre più presente “Car Mode”, modalità che permette di trasformare occasionalmente quella che nasce come una telecamera d’azione in una videocamera per registrare ciò che succede durante la guida ed avere così a disposizione maggiori informazioni sulle dinamiche di eventuali sinistri (e non solo).
Se molte di queste possono sicuramente funzionare allo scopo, riguardo questo specifico impiego esistono dei prodotti fatti su misura conosciuti sotto il nome di Dash Cam (da “dashboard camera”, ovvero telecamera da cruscotto). Incuriositi dall’idea di registrare i nostri spostamenti attraverso questo preciso sistema abbiamo deciso di mettere alla prova le soluzioni di Aukey, nello specifico i modelli DR-H1 e DR-H2, simili nel funzionamento ma con qualche piccola differenza nelle funzionalità offerte.
Dash Cam, è legale in Italia?
Nonostante i ben noti problemi di privacy nella registrazione di foto e video in pubblico, sì, la dash cam è legale in Italia, a patto che si rispettino alcune precise condizioni descritte nella normativa vigente in materia di protezione dei dati personali, di videosorveglianza, di documenti, provvedimenti e chiarimenti espressi dal Garante per la protezione dei dati personali. http://www.garanteprivacy.it/
L’uso di una dash cam da parte di persone fisiche è praticamente consentito per fini esclusivamente personali, purché i dati registrati non vengano comunicati sistematicamente ma siano unicamente utilizzati per la protezione e tutela della persona in caso di incidenti od altri eventi significativi durante la circolazione stradale. In questo caso infatti l’uso non rientra nel campo di applicazione del Codice in materia di protezione dei dati personali.
Perché dovrei montare una Dash Cam in auto?
Perché in questo modo sarà possibile tutelare se stessi, la propria patente ed il veicolo. Avere infatti a disposizione un video che mostri quanto realmente successo consente una ricostruzione fedele della realtà, di conseguenza una protezione personale in ambito anche legale sia sul piano civile (richiesta di risarcimento danni), sia su quello penale ed amministrativo.
Per fare qualche esempio pratico, in caso di sinistro sarà possibile ricostruire facilmente la dinamica dell’evento, oppure in caso di danni al veicolo sarà possibile dimostrare la presenza di un’insidia stradale. Ma una dash cam è utile anche in caso di truffa, (truffa dello specchietto, incidente fantasma, finto tamponamento) per evitare di essere vittima di raggiro, o in caso di segnali stradali occultati oppure assenti, per dimostrare la reale situazione e richiedere l’annullamento del verbale.
Durante la corsa si possono registrare cambi di corsia improvvisi o l’uscita da una rotatoria non segnalata, il passaggio col semaforo rosso, un sorpasso su striscia continua, un mancato rispetto della distanza di sicurezza, una mancata precedenza o un uso improprio degli indicatori di direzione da parte di terzi, senza dimenticare l’attraversamento dei pedoni che non prestano attenzione ai veicoli in transito o a quelli che camminano fuori dal marciapiede, per non parlare poi dei ciclisti contromano.
Come sono fatte
La confezione è la stessa per entrambi i modelli. All’interno, oltre alla telecamera, troviamo il caricatore con spina accendisigari, il cavo per l’eventuale collegamento diretto alla batteria dell’auto, alcune clip adesive per l’instradamento del cavo ed il manuale delle istruzioni in più lingue (italiano compreso).
Come suggerisce il nome, DR-H2 (da questo momento abbreviata in H2) è l’evoluzione della DR-H1 (come per l’altra, da adesso solo H1). Tuttavia, osservandole fianco a fianco si nota un’importante differenza nelle dimensioni e nell’estetica, per quanto ci riguarda a favore di H1, più piccola e senz’altro più discreta.
H2, di contro, è più grande, ha la testa rotabile di colore alluminio (senz’altro più appariscente agli occhi di chi sbircia all’interno dell’abitacolo) ma, come spiegheremo nei test sul campo, offre qualche piccolo vantaggio nelle funzionalità, a nostro avviso irrinunciabili se l’estetica può essere messa in secondo piano.
L’installazione
Come anticipato, è possibile collegare la dash cam sia attraverso il caricatore con spina accendisigari, sia direttamente alla batteria dell’auto. Per quest’ultima opzione il manuale utente è molto esaustivo, mostrando passo dopo passo tutti i collegamenti da effettuare. Si tratta di una soluzione sicuramente più pulita in quanto, con l’aiuto di un utente esperto, il cavo potrà essere abilmente nascosto all’interno dell’abitacolo.
Per le nostre prove abbiamo tuttavia optato per il più semplice ma pur sempre funzionale collegamento tramite caricatore accensidigari. In questo caso, dopo aver sistemato la dash cam dietro lo specchietto retrovisore, una posizione che non disturba la guida e che garantisce una ripresa centrale rispetto all’abitacolo nonché molto ampia e dettagliata su quanto avviene intorno a noi, non resta che collegare il particolare cavetto al suo caricatore.
A tal proposito, in base alla nostra esperienza, aggiungiamo che è importante fissare la camera nel giusto orientamento. Come noterete nel video allegato nel paragrafo relativo ai test, data ed ora stampati su schermo sono visualizzate capovolte nell’angolo in alto a sinistra. Questo perché durante le prove abbiamo fissato la camera sottosopra, pertanto è stato necessario capovolgere il filmato con un software di video editing in fase di post produzione. Il manuale non fa alcun cenno a riguardo, quindi prima di rimuovere la pellicola protettiva dell’adesivo 3M ed agganciare la dash cam vi consigliamo di fare una piccola prova di registrazione a mano libera onde evitare di ritrovarvi con tutti i video capovolti.
Funzionamento
All’accensione del quadro, indipendentemente dal collegamento adottato, la dash cam si accende all’istante e la registrazione viene avviata automaticamente. E’ unicamente necessario prestare attenzione all’orientamento della camera, che può essere regolato ruotando la testa verticalmente, oltre alla presenza della scheda microSD (acquistabile separatamente) all’interno dell’apposito slot ed al lampeggio del LED della funzione di REC (in caso di luce fissa, pigiate l’apposito pulsante per avviare la registrazione). Allo stesso modo, quando si spegne l’auto e si rimuove la chiave, la dash cam arresta automaticamente la registrazione e si spegne.
Ciò significa che le due dash cam funzioneranno soltanto durante la corsa e non potranno essere quindi utili nel caso di atti di vandalismo o altri danni all’autovettura durante la propria assenza.
I video registrati sono in Full HD, come anticipato mostrano stampate data ed ora nell’angolo in basso a destra e vengono acquisiti in clip brevi da 1, 3 o 5 minuti. Una funzione che abbiamo particolarmente apprezzato è l’auto-eliminazione delle clip più vecchie nel momento in cui la memoria della microSD si esaurisce: in questo modo non sarà necessario formattare la scheda prima di partire, né si correrà il rischio di perdere la registrazione più importante perché la memoria si è magari esaurita pochi minuti prima.
Differenze tra H1 e H2
Nonostante il manuale utente indichi 140 gradi per H1 e 170 gradi per H2 nelle specifiche relative all’angolo di campo inquadrato, in base alle nostre prove non abbiamo notato differenze tra le due riprese, supponendo che si tratti piuttosto di un errore di compilazione del documento.
Escluse le differenze estetiche precedentemente elencate, quel che cambia veramente tra una e l’altra è innanzitutto il formato del file registrato. H1 registra i video in .AVI, mentre H2 utilizza il formato .MOV: ne consegue che 3 minuti di video in Full HD di H1 pesano intorno ai 350 MB, mentre a parità di durata e risoluzione, una clip acquisita con la dash cam H2 pesa 270 MB. Sebbene abbiamo già spiegato che le clip più datate vengono eliminate automaticamente, H2 è comunque preferibile in quanto permette di mantenerne un numero maggiore a parità di memoria della microSD inserita.
H2 offre inoltre la connettività WiFi che H1 invece non ha. Questa funzione è, a nostro giudizio, particolarmente decisiva nella scelta di una o dell’altra. Se da un lato infatti H1 è più piccola e discreta, forse anche più carina esteticamente, H2 è più pratica e funzionale. L’applicazione con la quale si interfaccia è molto semplice e basilare, tuttavia permette innanzitutto di verificare in tempo reale (la latenza tra ripresa e video su schermo è di pochissimi secondi) il corretto posizionamento della camera in fase di installazione.
Inoltre, in caso di incidente, sarà possibile visualizzare i filmati registrati direttamente sul posto attraverso il proprio smartphone. E’ comunque giusto ricordare che a questa lacuna di H1 si può porre facilmente rimedio affidandosi ad un lettore di microSD OTG (disponibile in vari modelli, per Android e iPhone, a partire da pochi euro anche su Amazon).
Conclusioni
In generale la dash cam, anche per il semplice tragitto casa-lavoro, tutela e protegge chi guida ed in caso di incidente si rivela utile per dimostrare quello che è successo, ottenendo il giusto risarcimento ed escludendo concorsi di colpa per mancanza di prove. In tal senso le soluzioni di Aukey sono entrambe valide e la scelta, come ampiamente descritto nel corso della recensione, ricade unicamente nel dare maggior peso all’estetica ed alla discrezione di una, o alle maggiori funzioni offerte dall’altra.
La qualità di registrazione, come dimostrano i nostri test, è praticamente identica. La risoluzione è tale da offrire un’ottima visibilità anche dei dettagli più piccoli, targhe delle auto incluse (che, nelle immagini seguenti, abbiamo parzialmente oscurato per ovvi motivi di privacy).
Pro
– Facili da installare
– Registrazione automatica
– Ampio campo di ripresa
Contro
– H1 non ha il WiFi
– H2 è più ingombrante ed appariscente
Prezzo al pubblico
Aukey DR-H1 è in vendita su Amazon per 62,99 euro. Aukey DR-H2 costa invece 69,99 euro. Per entrambe la spedizione è compresa nel prezzo.