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Recensione Asus ProArt Display PA348CGV, il monitor Full Optional professionale di Asus

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A prima vista è grande, anzi, molto grande, il che è davvero l’ideale quando si lavora con diverse applicazioni e documenti aperti: già da subito abbiamo capito che alle dimensioni giganti questo Asus ProArt Display PA348CGV ci si abitua presto.

Qualità, versatilità e tanto, tanto spazio a disposizione, unitamente ai tanti servizi disponibili sono sicuramente le caratteristiche migliori per un prodotto che cambia un po’ il modo di lavorare in generale. L’abbiamo usato per qualche settimana, ecco com’è andata.

Due piedi

La scatola di un monitor da 34” non può di certo essere di dimensioni ridotte, ed in effetti quella dell’Asus ProArt Display PA348CGV non fa eccezione, ma dentro l’organizzazione è molto buona: il display arriva in tre pezzi più uno, che possono essere montati tranquillamente anche da un utente in una manciata di minuti.

La prima cosa sfiziosa arriva subito all’attenzione, nella scatola è presente un piede classico, per sorreggere il monitor, oppure un gancio da scrivania (che va bene anche per i modelli più avanzati) che offre meno mobilità ma occupa meno spazio.

Una volta scelta la base migliore, il montaggio come detto è questione di una manciata di minuti, stando solo attenti che il display pesa un po’ ed è ovviamente sbilanciato (12,2 kg in tutto), oltre che ovviamente un po’ difficile da maneggiare per il suo ingombro.

Recensione Asus ProArt Display PA348CGV, il monitor Full Optional professionale di Asus
Anche il retro dell’Asus ProArt Display PA348CGV è ben curato, un aspetto che sempre di più troviamo nei display di fascia medio alta

Le dimensioni infatti sono una delle chiavi di questo modello, tutt’altro che da sottovalutare: parliamo di un monitor che misura 81,76 x 56,89 x 24,50 cm (quest’ultima misura diventa 6,89 cm se usato con il gancio al posto del piede).

La superficie è in materiale plastico nero satinato, con qualche inserto lucido, come il logo messo posteriormente: il tutto appare abbastanza robusto, anche senza dover fare un crash-test, è chiaro che questo monitor è costruito per durare, la sensazione di precisione nei movimenti è percepibile.

Il display ha una presa VESA a cui si aggancia il supporto, il che permette anche di posizionarlo in un braccio movibile che non sia per forza quello di default, magari affiancato ad un secondo monitor, ma in questo caso suggeriamo i lettori di non sottovalutare l’acquisto in funzione del peso che deve essere appositamente pensato per un monitor da 34”. [Trovate una guida agli accessori per monitor su questa pagina di Macitynet]

L’imbarazzo della scelta

Per il montaggio nel nostro studio abbiamo scelto di usare la base rettangolare, che misura 34,5 x 24,5 centimetri: una volta sopra la scrivania abbiamo proceduto con il collegamento dei cavi.

La parte posteriore sottostante del display infatti ospita due HDMI 2.0, una DisplayPort 1.4 e un connettore USB-C, che serve anche come HUB per altre 4 porte USB-A (3.2 Gen 1).

La scelta del tipo di connettore da usare è soggettiva, e può dipendere anche dal tipo di computer disponibile: con il nostro MacBook Pro abbiamo optato per USB-C, più che altro per comodità, dato che la porta permette anche di alimentare il portatile sino a 90W (il MacBook Pro da 14 ne chiede 70, il MacBook Air anche meno, e la maggior parte dei PC commerciali si attesta sui 60), quindi non serve un secondo alimentatore.

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I connettori sono tutti relegati nella parte posteriore e inferiore del monitor, non comodissimi ma discreti per chi ci tiene all’estetica

In realtà, però, è possibile anche usare una connessione HDMI o DisplayPort per il segnale video e relegare USB-C solo all’HUB integrato. Il pannello è disponibile ad adattarsi a tutte le posizioni: l’angolo di rotazione verticale è di 30° in entrambe le direzioni con una escursione di 115 mm in verticale.

Molto comodo e apprezzato un passacavi presente nell’albero, in basso: le attenzioni sulla postazione di lavoro stanno aumentando, specie per chi opera in Smart Working e un passacavi aiuta sicuramente.

Necessita più attenzione invece la parte superiore, perché la scanalatura data dal display è profonda e alcuni accessori, come le lampade per monitor così come le webcam possono essere installate senza problemi ma serve più attenzione nel posizionamento per bilanciarne il peso.

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Un “Pro” che si vede

Un monitor da 34 è ovviamente molto versatile dal punto di vista operativo perché offre un  desktop enorme (la risoluzione massima del pannello è 3440×1440 pixel, quindi un formato Ultra Wide) e la qualità migliore è senza dubbio la grande capacità di gestire la fedeltà del segnale.

Il pannello è compatibile con HDR-10 e VESA DisplayHDR 400, offrendo un contrasto deciso, con una gamma che copre il 98% del profilo colore DCI-P3 e 100% Rec. 709.

Questo corrisponde ad una fedeltà colore elevatissima con le applicazioni professionali in grado di gestire il colore, dagli applicativi di Adobe (come Photoshop e Illustrator) alle suite di terze parti (come Affinity Photo per esempio).

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Un dettaglio della base, qui vicina al MacBook Pro, con la dicitura stampata

La calibrazione è eseguita in fabbrica (e verificata da Calman) ma poi è chiaramente l’utente a scegliere nel comodo menu OSD quella che è l’aspetto generale del pannello, dai template previsti (come sRGB, PCI-3, Rec. 709 e altri) a ben due preset liberi che l’utente può definire a piacere e richiamarli alla necessità.

Un’ottima base di partenza per chi fa fotografia, ma soprattutto comoda (anche in riferimento al formato Ultra Wide) per chi disegna, o soprattutto per chi impagina (in InDesign o Affinity Designer) e che ha bisogno di un mix di spazio sulla scrivania e di fedeltà del colore prima della stampa.

Questo, unitamente alla frequenza possibile, anche su Mac, di 120 Hz, un dato impressionante se paragonato a molti monitor anche più costosi di questo che arrivano a 60 o 100 Hz.

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Il pannello Schermo del MacBook Pro, dove si vede oltre alla risoluzione massima, il valore di 120 Hz per la frequenza di aggiornamento

Questo tipo di frequenza è ottimo nella creazione e fruizione di contenuti multimediali (video, film) e anche giochi (i titoli su Mac che supportano i 120 Hz non sono molti, ma si spera aumentino), seppure per questo il tempo di risposta di 2 Millisecondi sia buono, ma non il top del mercato.

Ad ogni modo avere 120 Hz su un monitor aiuta non poco chi crea contenuti multimediali, sia per quanto riguarda film o spezzoni video, sia per quanto riguarda le animazioni, specie quelle in 3D.

L’ultima parola per la funzione HDR integrata: disponibile e facilmente attivabile, compatibile anche con macOS, offre risultati buoni, ma distanti da quanto la parola “Pro” nel nome dia da pensare seppure, serve sottolinearlo, per avere un HDR corretto e professionale, è necessario muoversi su fasce di mercato ben più alte.

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Altre funzioni

La carrellata di funzioni integrate non finisce qui: tra le opzioni c’è anche la tecnologia ASUS Eye Care, capace di proteggere gli occhi dalle emissioni critiche di luce Blu che possono essere dannose per la vista, a lungo andare.

Per combattere queste emissioni sono presenti quattro impostazioni del filtro blu-luce, selezionabili dal menu OSD, tramite un pulsante di scelta rapida.

Questa funzione, molto utile e consigliata per chi fruisce di immagini, filmati o giochi, deve essere attentamente valutata da chi invece i contenuti li produce, perché la fedeltà del colore attivando questa funzione viene meno.

Recensione Asus ProArt Display PA348CGV, il monitor Full Optional professionale di Asus
Il movimento dello schermo, qui mostrato in verticale, è comodo, ma si adatta anche in altre posizioni molto facilmente

Altra opzione è la presenza della funzione funzione Flicker-Free, elaborata da Asus che riduce lo sfarfallio delle immagini in movimento, diminuendo la stanchezza, specie per chi, come chi scrive, sosta molte ore davanti allo schermo (la funzione è ovviamente facilitata dalla presenza dei 120 Hz).

Chiude la rassegna la funzione QuickFit Plus, che mette una griglia in sovrimpressione sullo schermo, in diverse modalità, che può essere comoda per capire la centralità dello schermo, le dimensioni parziali di alcune zone dell’immagine (in tempo reale) e anche per avere una geometria più accurata e diretta di quanto si sta guardando.

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Alla base l’albero che sorregge il pannello ha un comodo passacavi: considerato che il monitor ha un HUB USB, questo passacavi è davvero comodissimo

Come funziona

Provato in un ambiente di produzione, Asus ProArt Display PA348CGV si è distinto sin da subito, in primo luogo per il pannello molto generoso di dimensioni, ma anche per la qualità e la resa del colore.

Ovviamente è grande, ma posizionarlo sulla scrivania non è un problema, grazie alla doppia possibilità data dalla base al gancio, già incluso nella confezione. Se usato via USB-C il Monitor offre anche un HUB USB 3 integrato, e in caso di più computer sulla scrivania può mostrare più segnali in uno, dividendo la superficie disponibile in più parti (ma limitatamente a 60 Hz).

Durante le prove effettuate ci siamo abituati sin da subito alla sua dimensioni e e comodità: all’inizio abbiamo notato che, da freddo, il monitor impiega qualche secondo ad accendersi, ma con il tempo questo ritardo è diminuito, tanto da non farci più caso alla fine.

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I pulsanti che regolano il menu OSD, in rilievo nella parte frontale

Conclusioni

Ad un costo inferiore ai 900 Euro, questo monitor è sicuramente un prodotto super interessante, con una larghezza tale da supportare due ambienti di lavoro contemporaneamente, perfetti per i professionisti più esigenti.

L’alta risoluzione permette di avere un documento di InDesign aperto a sinistra e qualche foto aperta a destra, e di operare con entrambe le finestre senza dover saltare da una all’altra, un fattore che da solo pone l’accento sulla scelta.

Il profilo ideale per l’Asus ProArt Display PA348CGV è quindi il professionista che lavora con tante App e documenti aperti, anche su più ambienti di lavoro diversi.

Recensione Asus ProArt Display PA348CGV, il monitor Full Optional professionale di Asus
Un dettaglio del gancio che sostituisce la base orizzontale d’appoggio (facoltativa, inclusa nella confezione): un po’ meno elegante, ma sicuramente molto più pratico in termini di risparmio di spazio

Un fotografo, un impaginatore, un disegnatore, chi scrive in Word ma necessita del browser per le ricerche a fianco, chi sviluppa in HTML, CSS oppure app mas anche chi, per varie ragioni, deve avere il documento aperto in diversi gradi di ingrandimento (perché opera con cliente o committente a stretto giro).

Sostanzialmente, il monitor è pensato per chi opera da professionista, anche se magari la sera non disdegna una partita in compagnia di amici, massacrando mostri nel mentre che chiacchiera con Discord.

Il prezzo determina una fascia superiore a quella dei classici monitor 4K, ma da una parte la dimensione, dall’altra caratteristiche come la fedeltà del colore (e la calibrazione in fabbrica) e i 120 Hz, oltre a tutti gli altri servizi accessori, lo pongono a conti fatti come un prodotto senza dubbio conveniente, dato che alcune di queste caratteristiche sostano su modelli concorrenti decisamente più cari.

Recensione Asus ProArt Display PA348CGV, il monitor Full Optional professionale di Asus

Pro:

• Qualità dell’immagine eccellente per la fascia di mercato
• Design curato e attento ai dettagli
• Ricco di funzioni
• I 120Hz sono molto interessanti

Contro:

• Da freddo necessita qualche secondo per accendersi
• HDR non eccellente

Prezzo:

• 879,00 €

Asus ProArt Display PA348CGV è disponibile a partire dal sito web italiano della casa madre ma lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it

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