Quello che è sicuramente il Mac più iconico di tutti si rinnova con un nuovo processore, M4, e qualche altro dettaglio secondario ma resta un prodotto vincente, anche se il mercato diventa sempre più difficile e la concorrenza in casa con Mac mini non è sottovalutare.
Una icona nel mercato
Noi l’abbiamo preso Blu, perché era uno dei modelli disponibili in tempi brevi, ma ci sarebbe piaciuto più Viola oppure Arancione, due dei colori che, assieme a Rosa, Giallo, Verde e Argento compongono le possibilità di scelta del modello quando acquistato direttamente su AppleStore.
L’iMac 24 edizione 2024 resta comunque un bellissimo computer, fortemente iconico in un mercato, quello degli All-in-One, dove solo l’iMac è riuscito a ritagliarsi una posizione dominante e una identità concreta, laddove i concorrenti hanno modelli simili ma che non riescono a imporsi come il piccolo di Apple.
Un pregio anche perché, negli ultimi anni, l’iMac ha visto tempi più duri che in passato, soprattutto per la soppressione del modello da 27 (ancora ripianto da più parti) e l’arrivo di modelli che ne mettono in discussione il ruolo sul mercato, primo tra tutti il nuovo Mac mini.
Eppure, eccoci ancora qui a parlare di iMac: perché se è vero che avremmo voluto un modello un pò più aderente alle nostre esigenze, alla fine il risultato è comunque ottimo, sotto tutti i punti di vista.
Spacchettamento e misure
Non dissimile dai modelli precedenti, il nuovo Apple iMac M4 2024 arriva in una scatola dalle dimensioni contenute, dove all’interno, in un origami di cartone, trova spazio l’iMac vero e proprio, la tastiera Apple Magic Keyboard e Magic Mouse (entrambi con USB-C), un cavo USB-C/USB-C con finitura intrecciat< e l’alimentatore esterno.
Chi sceglie il modello con display a nanotexture ha in dotazione anche il panno per la pulizia (che tanto ha fatto discutere), acquistabile comunque a parte, sia nella versione originale Apple che su compatibili.
Le finezze tipiche di un prodotto Apple appaiono subito chiare: la tastiera ha le parti in metallo della stessa tonalità dell’iMac, nel nostro caso di colore blu, così come è blu il cavo USB-C intrecciato e il cavo d’alimentazione, mentre l’alimentatore esterno è di colore bianco.
Le misure sono identiche per tutte le versioni, 54,7 x 46,1 x 14,7 cm di ingombro, per un peso che varia da 4,42 a 4,44 Kg a seconda della dotazione.
Il materiale di costruzione, esterno, è interamente in metallo e vetro, con un effetto davvero affascinante: quando lo si tocca, lo si posiziona, alle volte sembra irreale, considerato quanto è sottile e leggero e quanto allo stesso tempo è potente.
Molto bello ma…
La scelta di spostare l’alimentatore da interno (come nei modelli iMac Intel) a esterno ha permesso sicuramente una riduzione delle dimensioni, del pannello dietro al display (oltre al fatto della nuova architettura ARM che comunque è un risparmio di spazio a prescindere) ma ha reso un po’ più complesso il posizionamento, specie per chi è molto attento al design della scrivania e deve far fronte ad un alimentatore che ha dimensioni di 9 x 9 x 3 cm, che in alcune configurazioni può risultare ingombrante e limitare gli spostamenti dell’insieme.
Anche il braccio che regge il display, di una tinta simile a quella scelta per il resto dell’iMac, è davvero ben fatto e si posiziona in modo semplice in tutte le angolazioni.
Però non si possono notare alcuni “vizi” di forma a cui, alle volte, bisogna sottostare: il display non è regolabile in altezza e non offre una presa VESA per l’alloggio a muro o su un braccio snodabile.
Che cosa comporta questo lo può decidere solamente l’utente, in base alle esigenze e a come utilizza l’iMac, però è indubbio che un po’ di praticità la perde, e anche se è vero che storicamente anche i modelli di iMac con Intel avevano questi limiti, gli stessi non ci sono scegliendo un Mac mini con un monitor esterno.
Connessioni e integrazione
Dal punto di vista della connettività l’iMac è davvero la sintesi perfetta del pensiero di Apple (e probabilmente anche di John Ive) perché l’austerità nella scelta delle porte qui è massima, anche più rigida dei MacBook Pro.
Nel modello in prova erano presenti 4 porte Thunderbolt 4 (con velocità fino a 40 Gbps), compatibili con USB 4 e USB 3.1 Gen 2 per il collegamento di dischi esterni (come questo per tagli piccoli, oppure questo per tagli più grandi), ma le stesse porte possono essere usate anche per collegare display esterni sia direttamente che tramite adattatori o HUB esterni.
Il supporto per monitor esterni è limitato a due con risoluzione fino a 6K a 60Hz o uno solo con risoluzione fino a 8K a 60Hz per i modelli più potenti, oppure un solo monitor esterno con risoluzione fino a 6K a 60Hz per quanto riguarda la versione base con CPU 8‑core e GPU 8-core.
Per il resto le orte Thunderbolt possono essere facilmente aperte a molti altri standard (DisplayPort, USB-A, Ethernet e audio digitale) tramite HUB USB-C o Thunderbolt esterni, che oramai fanno parte delle scrivanie di moltissimi utenti, in particolare i modelli alimentati, che offrono maggiori garanzie (come il bellissimo Caldigit TS4).
Nell’alimentatore esterno è presente anche una porta Ethernet Gigabit, che in un modello Desktop come questo Apple iMac M4 2024 può risultare davvero comoda, seppure il comparto wireless non manchi di velocità.
L’iMac infatti propone di default un chip Wi‑Fi 6E (802.11ax), unitamente ad un secondo chip Bluetooth 5.3 per le connessioni a device, entrambi molto potenti e vicine al massimo che oggi propone il mercato.
Webcam
Con l’arrivo di questo nuovo Apple iMac M4 2024, ma anche dei nuovi MacBook Pro con M4, è stata introdotta una nuova videocamera 12MP Center Stage e supporto per la funzione “Panoramica Scrivania”, registrazione video HD a 1080p e Processore ISP evoluto con video computazionale.
La nuova videocamera, delle cui caratteristiche abbiamo parlato ettagliatamente in questo articolo, appare più capace, più luminosa e con un effetto “impastato” meno visibile rispetto a quella della generazione precedente (presente negli iMac e MacBook Pro con M3), anche se alcune capacità non sono compatibili con Microsoft Teams (al momento).
I microfoni, che sono tre, appaiono buoni, e probabilmente per la stragrande maggioranza degli utilizzi a cui l’iMac è pensato funzioneranno più che bene, mentre avrete di sicuro bisogno di un modello di microfono esterno (anche via USB) più capace per quanto riguarda chi fa musica, canta oppure si occupa di broadcast a livello professionale o prosumer.
Rimane, in senso più lato, il problema della posizione della webcam e dei microfoni, che sono ancorati e incorporati al pannello del monitor, il che rende difficile regolare la posizione quando si cerca una qualità superiore (o anche più comoda, perché alle volte la posizione del monitor per la lettura non corrisponde alla migliore posizione del monitor per l’inquadratura).
Diciamo che il primissimo accessorio per un computer All in one del genere con schermo ad altezza fissa e telecamera solidale è una buona poltrona da lavoro con altezza regolabile.
Nulla vieta però di usare apparecchi terzi, come una webcam esterna oppure un microfono che possa essere posizionato ad hoc.
Spazio
L’iMac propone una archiviazione unitamente SSD, con scheda di memoria integrata nella scheda madre: la memoria è molto veloce, si attesta su valori appena superiori ai 4.000 MB/Sec in scrittura e 3.000 in lettura, dati che sono inferiori alle unità montate sui MacBook Pro e Mac Studio, anche della scorsa generazione, ma è un gap comprensibile, considerando che l’Apple iMac M4 2024 è classificato come consumer, mentre gli altri device sono perlopiù professionali.
L’architettura dell’iMac, come tutti gli altri modelli con Apple Silicon, prevede che la memoria di archiviazione sia condivisa con la memoria RAM, qualora questa risultasse insufficiente per i compiti assegnati, funzionando un po’ da cache.
La memoria di 16 GB inclusa di default in questo modello, unitamente ai 512 GB di spazio, sono a parere di chi scrive il minimo indispensabile per operare che applicazioni che vadano appena oltre l’uso del computer via browser e l’uso delle app di Office o Microsoft 365, relegando il modello da 256 solamente all’uso di contenuti prettamente in streaming (come la visione di filmati via Netflix o simili, musica via Apple Music o Spotify e navigazione di contenuti via browser).
Considerato che ad oggi molto giochi iniziano a chiedere uno spazio di circa 90 o 100 GB, diventa facile capire come il taglio da 256 sia meno appetibile di quello da 512 o 1 TB.
Per fortuna che le quattro porte Thunderbolt 4 permettono l’utilizzo di dischi esterni molto, molto veloci (ma solitamente abbastanza costosi).
Display e suono
Il display integrato era, nel nostro caso, un modello Retina da 24″5 con risoluzione massima 4,5K (4480×2520 pixel con densità di 218 pixel per pollice). La luminosità di 500 nit è uno spettacolo, unitamente all’ampia gamma cromatica (P3) prevista.
Questo significa che, oltre alla navigazione internet comoda grazie alla risoluzione molto generosa, anche la visione di film, specie su alte risoluzioni, offre un impatto visivo notevole: non è fattibile perlopiù per ragioni di budget, ma avere questo iMac a fianco al letto per guardarsi i film o le serie TV la sera prima di dormire è un sogno, senza nessuna controindicazione.
L’unico limite, volendo, è che nonostante la risoluzione molto alta, la dimensione del pannello da 24,5” resta un po’ contenuta, specie per quelle persone che erano abituate ad un più comodo 27” 5K come nell’ultimo iMac Intel.
Le voci su di un modello da 30 o 32” si rincorrono, ma nel momento in cui scriviamo Apple non ha dato segnali concreti in quel senso, e gli utenti che vogliono operare in modo simile ad un iMac da 27, ma con una architettura moderna devono giocoforza optare per un Mac mini e un display esterno.
Il suono è ottimo e avvolgente, grazie a Dolby Atmos virtuale rende coinvolgente la visione di un film e ha abbastanza bassi per i video di YouTube, oppure per qualche colonna sonora di Spotify o Apple Music in sottofondo, ma se siete degli amanti della musica, o se giocate e volete più coinvolgimento, un paio di cuffie o, meglio, un sistema di speaker esterni offre ben più soddisfazione, in particolare nei bassi, che negli speaker integrati, per ovvi motivi fisici, non possono pareggiare la presenza di un subwoofer esterno (come invece molti sistemi audio di terze parti propongono).
Tastiera e mouse
All’interno della scatola, oltre all’iMac trovano posto anche una tastiera Apple Magic Keyboard e il Magic Mouse, dotazione standard ma in fase d’ordine è possibile avere Magic Keyboard con tastierino numerico e Magic Trackpad.
Sotto questo punto di vista le novità sono poche, i device sono del tutto simili alla generazione precedente a parte il dettaglio del connettore, che adesso è USB-C al posto dell’oramai datato Lightning.
La connessione USB-C porta in dote, oltre al nuovo cavo intrecciato, una maggiore facilità perché il mercato è davvero pieno di cavi USB-C, tipicamente più comuni ed economici dei pari Lightning.
Resta la perplessità sul mouse di Apple, strardinariamente bello da vedere nel design pulito e moderno, ma per alcuni poco pratico nei compiti di tutti i giorni, un po’ per la mancanza di tasti fisici un po’ per il caricatore posto sotto la scocca (che lo rende inutilizzabile durante la ricarica). Apple evidentemente crede in questo modello, perchè è immutato da moltissimi anni (al di la di qualche cambio tecnico sotto il cofano) e anche in redazione abbiamo diversi pareri.
M4 è potenza
Il cuore dell’iMac è un chip M4 (quarta generazione di Apple Silicon), con una variabilità di Core tra CPU e GPU tra gli 8 e i 10, a seconda del modello selezionato (10 Copre CPU e 10 GPU nel modello testato).
La sensazione di potenza e soprattutto di agilità nei computi più basilari è palese, ed è chiaro che questo iMac è stato davvero ottimizzato benissimo.
Sarebbe stato utile metterlo a confronto diretto con un iMac della generazione precedente, ma non l’avevamo disponibile, quindi l’abbiamo confrontato con un MacBook Pro con M3 Pro, collegato ad un Display 5K Asus. La sensazione è che entrambi i device abbiamo il pieno controllo delle operazioni senza nessuna difficoltà, ma mentre il MacBook Pro sembrava trovarsi a suo agio nelle operazioni più complesse con Photoshop e Illustrator, l’iMac pareva più responsivo con gli applicativi di base, come l’uso di Safari, Foto e le App di Office, oltre alle operazioni del Finder.
Questo iMac, inoltre, nasce sotto l’esigenza di supportare un nuovo mondo legato all’intelligenza artificiale, che qui in Italia arriverà probabilmente in primavera: anche in questo iMac lascia la sua impronta un chip Neural Engine (NPU), che Apple dichiara essere tre volte più veloce di quello presente negli iMac con M1, la cui velocità effettiva dovrebbe essere appena poco al di sotto dei 40 TOPS (Trilioni di operazioni per secondo, che è il valore con il quale si misurano le NPU), il che lo rende interessante in molti compiti come riconoscimento vocale, elaborazione di numerose immagini e altre applicazioni.
Applicazioni che, però, ad oggi ancora mancano, considerato che Firefly di Adobe e Copilot di Microsoft (giusto per citare due nomi che possono essere usati direttamente dalle App installate) funzionano esclusivamente via cloud: da qui una presenza di un Neural Engine poco sfruttato, anche se è vero che il 2025 dovrebbe essere l’anno delle NPU (anche nel mondo Windows) per cui vedremo probabilmente molte novità in questo settore, hardware e software, inclusa Apple Intelligence.
Qui sotto abbiamo una tabella di confronto tra i vari processori della serie M di Apple alle prese con GeekBench. iMac monta M4 con CPU 8 Core + GPU 8 Core oppure CPU 10 Core + GPU 10 Core.
Come funziona
Questo iMac è stato preso in considerazione e posto all’interno di un utilizzo familiare per la consultazione di numerose pagine web, app via cloud, l’uso intenso delle app di Office, Spotify, messaggistica, Teams per qualche conferenza e qualche gioco la sera.
L’impressione, forte, che abbiamo avuto è che questo Apple iMac M4 2024 possa svolgere tutte queste mansioni, anche contemporaneamente, senza nessunissima difficoltà: qualche prova con HandBrake per la conversione di file video da un formato all’altro ci ha sorpreso, perché nonostante uno sforzo vicino al 100%, l’iMac è rimasto straordinariamente silenzioso e freddo, segno che l’ingenerizzazione di Apple ha prodotto davvero un eccellente risultato.
Nell’uso con App più potenti come Photoshop e Illustrator, segna un po’ il passo nei confronti del nostro MacBook Pro con M3 Pro, ma è chiaro che non è il suo campo di battaglia, soprattutto poi per un display che, per le applicazioni professionali, risulta un po’ piccolo.
Bene anche con il montaggio video, qui operato con Camtasia, dove diverse tracce si sono alternate anche in 4K senza che l’iMac mostrasse evidenti affaticamenti.
Ad ogni modo, questo iMac da l’impressione di essere una macchina, dal taglio tipicamente consumer, ma che sotto il cofano propone un motore potente e molto capace, limitato forse solo dalla ram di 16 GB che in alcuni casi può risultare limitante e che andrebbe valutata su numeri più alti per tutti quegli utenti che lo pensano come una macchina da casa, ma con velleità da lavoro (anche saltuarie).
Quello che davvero manca a questo iMac è un comparto software che, più di altri modelli, ne valorizzi l’acquisto abbracciando di più il lato gaming, che Apple continua a ignorare anche di fronte a numeri di mercato sempre più alti.
Abbiamo provato senza nessuna difficoltà le demo di Resident Evil 2 e RESIDENT EVIL 7 biohazard, entrambi relativamente nuovi e ottimizzati per i processori Apple silicon, che dimostrano che la piattaforma c’è ed è capace, unitamente ad un titolo come Diablo III che, seppure oramai datato, ha ancora diversi utenti online che lo frequentano senza problemi.
Ma mancano titoli di grido, specie quelli che sfruttano le community, da Overwatch a Fortnite, passando anche per Diablo IV a Path of Exile 2 (quest’ultimo disponibile in anteprima per Windows) sino a Minecraft.
Per titoli come questi, considerando la palese potenza offerta da questo iMac (e in generale dalla attuale lineup di Apple) è chiaro che manca da una parte la voglia di Apple di piegare il mercato con accordi e compatibilità, dall’altra di mettersi in gioco in modo ufficiale, magari con un modello ad hoc che giustifichi lo sforzo degli sviluppatori per il porting dei giochi (e anche delle aziende di accessori).
La concorrenza del Mac mini con M4
Monitor solo da 24″ e solo inclinabile, webcam che regola l’inquadratura in modalità virtuale, microfoni di qualità ma non da studio potrebbero far preferire, a chi cerca più versatilità, un Mac mini con accessori scelti tra una gamma più ampia di opzioni come i mouse e le tastiere di Logitech, monitor da 27″ o 32″ orientabili e riposizionabili e sulle nostre pagine vi abbiamo mostrato una serie di accessori che possono rendere il compito facile e relativamente economico. Trovate sulle nostre pagine le indicazioni relative a Webcam, Monitor, Altoparlanti Monitor Studio per la musica, Altoparlanti Desktop, Mouse, Tastiere.
La sostanza è però che se il monitor da 24″ vi basta come dimensione e per compiti generici non troverete uno schermo di pari qualità sul mercato e l’integrazione di tutti i componenti come speaker con spatial audio, telecamera di qualità, microfoni con cancellazione i rumore senza cavi penzolanti sono impagabili.
Se invece dovete utilizzare vecchie periferiche con il nuovo iMac sarete costretti a dotarvi di un Hub estermo e se lo spazio di archiviazione vi sembra ristretto dovrete per forza usare un disco esterno riducendo l’effetto “minimalista” dell’installazione.
Questo modello sembra avere tutto quello che manda a iMac 2024 nel minimo dello spazio occupato sulla scrivania.
Verdetto
Nonostante il prezzo, a parte il modello entry, non sia del tutto popolare (perché per avere un modello usabile e comodo servono almeno 2.000 Euro) è chiaro che questo Apple iMac M4 2024 sia un computer davvero interessante sotto tutti i punti di vista.
Il design è davvero stellare, lineare e ben proporzionato (al netto delle regolazioni del monitor, assenti), la potenza inclusa è davvero incredibile anche nei compiuti più banali (e oramai anche i browser non sono più così semplici da gestire) e gli accessori inclusi, come mouse, tastiera e webcam sono sicuramente all’altezza, specie per la tastiera: chi proviene da un iMac più vecchio si troverà sicuramente a suo agio.
Grazie al chip M4 tutto l’interazione è senza problemi e le ore davanti al Mac per diletto o per lavoro, anche per chi deve lavorare in smart, passano veloci: il display non è grande come un tempo e questo per alcuni potrebbe fare la differenza, ma per chi viene da un vecchio modello da 21″, questo Mac è davvero un paradiso.
Unico consiglio che ci sentiamo di esprimere, pur con rispetto delle diverse esigenze dei lettori: se possibile, investite per una configurazione con 512 GB di spazio di archiviazione, potenzialmente anche sul modello con 10 Core (al posto degli 8 del modello base), considerato che queste caratteristiche non possono essere cambiate nel tempo, regalate qualche anno di vita in più ad una macchina che promette comunque diversi anni di ottimo servizio.
Pro:
• Design straordinario
• Elevatissima qualità del monitor
• Limita moltissimo i cavi con le connessioni wireless di tastiera e mouse
• Potenza incredibile per il settore
• Perfetta integrazione con iPhone
Contro:
• Pochi giochi all’altezza
• Poche regolazioni del monitor
• Si sente l’esigenza di un modello dal monitor più grande
• Prezzo importante
Prezzo:
• 1.529,00 € (M4, CPU 8-core e GPU 8-core, 16GB di RAM e 256 GB SSD)
• 2.009,00 € (M4, CPU 10-core e GPU 10-core, 16GB di RAM e 512 GB SSD)
Apple iMac M4 2024 è disponibile a partire dal sito web italiano della casa madre ma lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it