Dopo AirPods il panorama degli auricolari true wireless è completamente esploso. Non si contano più gli esponenti del genere, e ormai da diversi anni sono diventati la scelta preferita dalla maggior parte dell’utenza. Fare qualcosa di originale all’interno di questo segmento è davvero difficile, eppure le Alfawise X8 in prova sono davvero curiose. Ecco perché.
E’ inutile negare che il primo elemento che salta all’occhio è il comparto estetico. All’apertura della confezione si fatica quasi a riconoscere che si tratti di auricolari TWS, e almeno visivamente, nei primi istanti di unboxing sembra di essere di fronte ad un lucchetto, per via della strana forma che assume il case.
Già, per la custodia di ricarica è completamente diversa da quel che ci si aspetta. Più che essere un contenitore standard, è formato da due parti che possono essere staccate, e che tengono insieme magneticamente.
Ai lati di questo strano case due incavi, dove si incastrano perfettamente i due auricolari, che diventano quasi invisibili alla vista, pur trovandosi all’esterno del case. Sempre sui lati, invece, è presente in cavo di ricarica, che forma un arco e che rende l’impressione complessiva di avere tra le mani un lucchetto.
La particolarità sta nel fatto che questo case può essere letteralmente separato, e che in ciascun modulo è presente la batteria per la ricarica, così da rendere ciascun auricolare completamente indipendente dall’altro.
Questo vuol dire che, nel momento in cui i due auricolari si separano, oltre i 10 metri, possono essere abbinati a terminali differenti, per usi diversi. Ciascuno, peraltro, potrà contare su una batteria autonoma presente sul suo modulo, senza dover fare affidamento sull’altro.
La scelta di un simile case è del tutto particolare, ma non è fine a se stessa, consentendo dunque un uso indipendente di ciascun auricolare.
C’è da dire che questa particolare forma, ed estetica, risulta assolutamente distante dalla quasi totalità di case per auricolari attualmente disponibili sul mercato. Può piacere, ma anche no. Si va totalmente a gusti soggettivi.
E’ di certo più ingombrante di molti altri competitor, ma si trasporta ancora bene in una qualsiasi borsa, zaino, marsupio e, perfino in tasca. Per ridurne l’ingombro è possibile anche staccare il cavo USB, che però servirà ogni qual volta si vuole ricaricare la custodia.
A livello di design è, dunque, innegabile una grande originalità rispetto ai competitor. Non si tratta, però, di una scelta solo estetica, ma anche funzionale, per i motivi sopra detti. Il form factor potrebbe non piacere, ma assolve al compito di rendere completamente autonomi i due auricolari.
A proposito degli auricolari stessi, questi propongono una forma allungata, anche se risultano molto spigolosi e squadrati. Anche in questo caso l’estetica prende le distanze dai TWS arrotondati dei competitor. Le plastiche utilizzate non sono di fattura premium, e la scocca è completamente opaca. C’è da dire che risultano leggerissimi, e che all’orecchio si indossano comodamente.
Come suonano
A dire il vero, l’estetica particolare ci aveva un po’ spaventati. Eravamo convinti di essere di fronte ad un paio di auricolari scadenti. Eppure, dopo averle indossate, e aver cliccato sul tasto play ci siamo ricreduti. Sia, chiaro, non sono auricolari per audiofili, e si situano in una fascia di prezzo economica.
Ciò detto, però, il suono che fuoriesce dagli auricolari è pulito. Non molto potente, e con bassi davvero assenti. I toni medio e alti, invece, sono molto buoni, e restituiscono le voci dei cantanti in modo apprezzabile. Un solo auricolare, ovviamente, restituisce una sensazione musicale non troppo appagante, così che la possibilità di dividere gli auricolari potrebbe essere utile per un ascolto di emergenza, non per ottenere una buona acustica.
Nel complesso, quando si indossano entrambi gli auricolari, si ottiene una buona insonorizzazione con l’ambiente circostante. Molto interessante notare la quasi assenza di lag con i video di YouTube. La sincronizzazione è davvero buona, e anche quando si ascoltano podcast, dove lo streamer parla in primo piano molto velocemente, si rimane soddisfatti. Un punto certamente in più per un paio di auricolari così economici.
Qualità della chiamata telefonica
Al solito, qui casca l’asino, come si suol dire. La conversazione telefonica non avviene con estrema chiarezza. Non per chi indossa le cuffie, che riceve comunque una voce cristallina dell’interlocutore, ma per chi ascolta. È probabile che il problema risieda nel fatto che i microfoni sono distanti dalla bocca; sta di fatto che gli auricolari da questo punto di vista sono lacunosi.
Autonomia e controlli
Sono dichiarate 8 ore di riproduzione, ma realisticamente se ne raggiungeranno 6, che ovviamente possono triplicare grazie al case di ricarica. Ovviamente, tutto dipende dall’utilizzo che se ne fa e dal volume medio di ascolto.
Quanto a controlli, entrambe le cuffie sono dotate di area soft touch. Mentre un singolo tocco serve a mettere in play/pausa la musica, o anche a rispondere alle chiamate, una pressione prolungata richiamerà l’assistente vocale, o rifiuterà la chiamata. Infine, il doppio tocco permetterà di ricomporre l’ultimo numero chiamato. Mancano totalmente i tocchi per la gestione del volume.
Conclusioni
Gli auricolari Alfawise X8 sono certamente particolari, ed è un prodotto che spicca per la sua costruzione ed estetica, che può piacere o meno. Si tratta di una scelta che comunque, ribadiamo, non è fine a se stessa, ma che serve per rendere gli auricolari completamente autonomi l’uno dall’altro.
Suonano anche in modo sufficiente, senza ovviamente aspettarsi una qualità paragonabile alle AirPods. Nonostante il limite dei bassi, si fanno apprezzare per un uso quotidiano della musica. Buone anche per la visione di contenuti streaming, grazie ad un lag davvero ridotto.
PRO
- Prezzo davvero competitivo
- Buona qualità del suono in relazione al prezzo
- Possibilità di usarli in modo indipendente
CONTRO
- Qualità in chiamata non eccelsa
- L’estetica potrebbe non piacere
Prezzi e disponibilità
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