Gli AirPods sono ormai diventati un pilastro dell’offerta Apple. Sono iconici quanto un Mac, diffusi (quasi) quanto gli iPhone e capaci di produrre un fatturato non molto distante da quello degli Apple Watch. Non stupisce che il lancio degli Airpods 3. abbia suscitato un grande interesse non solo nel mondo degli appassionati della Mela ma anche in abiti meno collaterali all’universo di cui dal 1996 ci occupiamo. Stiamo parlando della prima importante evoluzione del modello originale gli AirPods e di parenti molto stretti degli AirPods Pro. Auricolari destinati ad essere uno dei prodotti di punta della stagione dei regali e ad influenzare una poderosa schiera di cloni. Li abbiamo messi alla prova, comparandoli con i modelli che abbiamo già avuto modo di testare cercando di capire come si distinguono dalle versioni precedenti e quanto valgono nel contesto di un mercato affollatissimo.
AirPods 3 come sono fatti
Al primo sguardo quel che viene subito da pensare è che se per caso ci fosse mai stato un matrimonio tra un AirPods 2 e gli AirPods Pro il figlio sarebbe proprio un paio di AirPods 3.
Il design
Del resto meno che non siate piovuti dalla luna tre giorni fa non potrete non riconoscere negli AirPods 3 lo stile di tutti i modelli precedenti. I nuovi auricolari Apple assomigliano un po’ al papà e un po’ alla mamma: sono fatti della stessa plastica dei precedenti auricolari. Perdono un buon tratto di peduncolo degli AirPods 2 e prendono la forma degli Airpods Pro, ma restano privi di gommini (che invece i Pro hanno) e del sistema di soppressione attiva del rumore.
Da sempre non siamo stati particolarmente convinti dall’effetto bachelite che gli AirPods restituiscono al tatto e da un po’ di tempo con il loro colore bianco fanno un po’ prodotto “âgé”, qualche cosa della vecchia scuola del design della Mela. Ormai solo gli AirPods sono caratterizzati dal puro candore della plastica bianca che apparve con i primi MacBook. Nulla da ridire su solidità e qualità degli assemblaggi, ma personalmente cominciamo a sentire il bisogno di una svecchiata.
Anche la custodia non è nuova. Pur più piccola e per “cubatura” vicina a quella degli AirPods 2 è di fatto identica nel design a quella degli AirPods Pro. Anche qui i materiali sono gli stessi e se per gli auricolari la critica alla plastica dura e lucida potrebbe anche essere solo frutto di gusto personale, la disapprovazione per la stessa plastica nella custodia ha una ragione molto pratica: dopo poco tempo si riga inesorabilmente perdendo la sua lucentezza e diventano esteticamente poco piacevole.
Nulla da dire invece sulla qualità meccanica, la costrizione e la solidità della custodia, tre aspetti di perfezione che è difficile trovare in qualunque altro concorrenti che abbiamo maneggiato in passato.
L’ergonomia
In relazione alla comodità la prima idea che ci eravamo fatti guardando gli Airpods 3 è che sarebbero stati molto meno stabili degli Airpods Pro per la mancanza dei gommini. In realtà pur non così saldi come la versione Pro, i nuovi AirPods neppure danno l’impressione di cadere ad ogni movimento della testa come succede con gli AirPods 2.
Gli inserti auricolari per i nostri gusti sarebbero stati i benvenuti, ma la forma data da Apple agli Airpods 3 dà ugualmente ottimi risultati in fatto di ergonomia specie se si ha l’accortezza di orientarli correttamente a seconda della propria conformazione. Stabilità e assenza dei gommini per tanti che non sopportano la sensazione di qualche cosa che entra nell’orecchio saranno un vantaggio importante rispetto ad altri prodotti simili.
Considerando che gli AirPods 3 sono certificati IPX4 e resistono all’acqua e al sudore danno l’impressione di poter essere utilizzati con efficienza e soddisfazione per arricchire il look e accompagnare con la musica chi si allena in palestra. Infine, se anche dubitiamo possano sopportare scossoni come quelli prodotti da un allenamento in bici da strada o, peggio, mountain bike, posso essere ottimi compagni dei pendolari sulle due ruote.
L’abbinamento
Gli Airpods 3 hanno al loro interno il chip Apple H1 e non stupisce vedere l’abbinamento avvenire in un battito di ciglia. Basta qualche secondo per avere i nuovi auricolari nella lista dei dispositivi di iPhone. Ovviamente gli AirPods hanno tutte quelle funzioni di assoluta compatibilità con il mondo iOS che ci si attenderebbe da essi. Tra queste la perfetta trasparenza al dispositivo che stiamo usando: la connessione (come gli altri Airpods) migra da un iPhone a un Mac senza fare nulla. Una “magia” che nessun altro dispositivo, anche quelli che concorrono sullo stesso piano degli AirPods 3, è in grado di riprodurre.
Da questo punto di vista gli AirPods sono praticamente perfetti. L’unico limite, se vogliamo, è che il processore li rende dichiaratamente e sfacciatamente degli auricolari per iPhone. Intendiamoci non con un cellulare Android sian inutilizzabili ma affiancare gli AirPods 3 con un telefono che non sia un iPhone non è così facile, trasparente e veloce come con un iPhone. Ancora più rilevante usando gli AirPods 3 su un telefono Android non sarà possibile passare da un dispositivo all’altro automaticamente, controllare la batteria, usare un auricolare solo, personalizzare i controlli.
I controlli
AirPods 3 ereditano dal papà (o sarà la mamma?) AirPods Pro i controlli gestiti con la pressione sullo stelo. Per alcuni aspetti, come la precisione dell’azione è un passo avanti nella maggior parte dei casi rispetto ai controlli touch che hanno gli Airpods 2, anche se il fatto che sia richiesto individuare e strizzare il peduncolo in plastica in altre situazioni è meno pratico e intuitivo. Il massimo sarebbe avere dei tasti, ma di questo (l’abbiamo capito, Apple…) non se ne parla neppure.
Non abbiamo ancora invece perso la speranza di vedere in futuro una gesture per regolare il volume. Oggi si deve ancora ricorrere ai tasti delll’iPhone o dell’iPad o ai socialmente inaccettabili comandi a Siri. Visto che frugare in tasca o nella borsa per alzare o abbassare il volume è scomodo e visto che dire in una carrozza affollata, guardando fuori da un finestrino “Hey siri abbassa il volume” è quantomeno imbarazzante ci chiediamo: è davvero impossibile inventarsi anche per gli AirPods quel che hanno fatto altri (Bose con i suoi Quiet Comfort Earbuds, ad esempio) ovvero un tocco per regolare la potenza di musica e audio?
Sempre per fare un altro esempio pratico, dato che negli AirPods 3 non c’è il sistema di riduzione del rumore, perché non è stata trasformata l’azione di attivazione dell’ANC degli AirPods Pro (pressione prolungata sull’asta) in un “volume su” (auricolare di destra) o volume giù (auricolare di sinistra)?
Il rilevamento automatico
Gli AirPods 3 come gli AirPods precedenti sono in grado di rilevare automaticamente il posizionamento nel cavo auricolare e quindi di spegnersi e accendersi automaticamente quando vengono indossati. La funzione opera in maniera molto precisa come in precedenza del resto. AirPods 3 però utilizzano una nuova tecnologia, spiega Apple legata ad un non meglio precisato sistema che legge il contatto con con la pelle e quindi non si comporta allo stesso modo se vengono a contatto con altri materiali (come la stoffa della tasca o il legno di un tavolo, ad esempio).
Non è chiaro come la tecnologia opera esattamente ma alcuni “insiders” affermano che i sensori sono in grado di rilevare il contatto analizzando la presenza della naturale umidità della pelle.
Tecnologia a parte, la nostra esperienza con il nuovo rilevamento automatico è positiva. Anche se a volte capita ancora che gli AirPods provino a suonare anche messi in tasca, l’evento è meno frequente di quanto non accada quando mettiamo in un taschino un AirPods Pro.
Autonomia e ricarica
Gli AirPods 3 hanno ufficialmente sei ore di autonomia. Nel nostro caso in questi giorni di utilizzo siamo riusciti anche ad andare oltre questo limite di ascolto. Una notte siamo andati a letto con gli auricolari indossati e dopo avere visto una serie in streaming per quasi due ore, ci siamo addormentati: l’audio (a volume modesto) ha cessato di essere riprodotto sei ore e 40 minuti dopo l’avvio. Si tratta di un record assoluto se si pensa che gli AirPods Pro e gli AirPods arrivano a stento alle cinque. Se a questo si aggiunge che la custodia permette i ricaricare per quattro volte gli auricolari, gli AirPods 3 sono dei “mostri” in fatto di autonomia.
Ricarica Magsafe
Un aspetto interessante degli AirPods 3 è la compatibilità con i dispositivi Magsafe di Apple e tutta la pletora di caricabatterie nati per sfruttare in maniera più o meno autorizzata il sistema magnetico di ricarica wireless che ha debuttato con gli iPhone 12. Con gli AirPods 3 non ci sono formalmente vantaggi in fatto di velocità di ricarica usando un caricabatterie Magsafe invece che un normale caricabatterie wireless ma questo non significa che siamo di fronte ad un inutile esercizio.
La compatibilità Magsafe (che è stata introdotta anche in AirPods Pro da quest’anno) aiuta ad allineare perfettamente la custodia con un caricabatterie e quindi ad avere subito la massima efficienza di ricarica. In secondo luogo possiamo anche usare un caricabatterie verticale, cosa impossibile con la precedente custodia wireless.
Come suonano gli AirPods 3?
Nelle primissime ore di test ci siamo specificatamente focalizzati sulla qualità musicale. Sappiamo che un paio d’ore non sono sufficienti per un giudizio definitivo, ma siamo già fin d’ora certi che anche dopo avere rifinito la recensione non potremo che affermare che gli AirPods 3 sono evidentemente superiori agli AirPods 2.
Tenendo conto che parliamo di auricolari aperti e privi di qualunque ambizione di essere un dispositivo per audiofili (ammesso che qualcuno possa mai pensare che degli auricolari full wireless possano presentarsi come tali), i nuovi accessori Apple si difendono bene per definizione, gamma sonora estesa, effetto palco. In più, e questo era certamente da noi inatteso, generano bassi più che buoni.
Colta questa peculiarità in un paio di brani, con curiosità abbiamo quindi fatto un giro con brani brani ricchi di frequenze molto profonde come It Ain’t Hard to Tell dei Nas, Silent Shout di The Knife o Metronimic Underground di Stereolab e il risultato su queste canzoni che avrebbero messo in ginocchio gli Airpods 2 è stato sorprendente. Ma come accennato è la qualità complessiva della musica ad essere di livello elevato, in rapporto al fatto che stiamo parlando di auricolari aperti e privi di sistema di soppressione del rumore.
Nella sostanza gli Airpods 3, anche senza il sigillo del cavo auricolare, si collocano non molto distanti dagli AirPods Pro in fatto di qualità sonora generale. Ciò si materializza probabilmente per l’equalizzazione adattiva, per la corretta proiezione della musica verso il canale auricolare e per i nuovi driver.
Forse l’unico svantaggio manifestato dagli Airpdos 3 rispetto ad Airpods Pro è che si deve ascoltare la musica a un volume più alto sia per la mancanza della riduzione del rumore che per l’assenza del sigillo dei gommini sul cavo auricolare. Questo determina anche un elevata dispersione del suono. In pratica chi sta intorno a noi sentirà quel che stiamo ascoltando, e questo dà molto fastidio a chi scrive. Ciò rende gli AirPods 3 meno flessibili e degli AirPods Pro che possono essere usati senza imbarazzo né problemi in un maggior numero di situazioni.
Le telefonate
Abbiamo anche fatto un paio di chiamate telefoniche per valutare se uno dei punti di forza tradizionali degli AirPods viene confermato; chi ha parlato con noi ci ha confermato che la nostra voce giunge molto limpida con nessun disturbo dal rumore di fondo. Fin dall’inizio della loro storia gli AirPods si sono sempre distinti nel campo delle telefonate e anche gli AirPods 3 non fanno eccezione.
Conclusioni provvisorie e una domanda
Quando avremo terminato la recensione avremo anche altre cose da dire su aspetti come l’audio spaziale (un’altra novità di AirPods 3) che neppure abbiamo ancora messo in azione, la ricarica (a cavo e anche wireless con un sistema compatibile con Magsafe) e l’autonomia. Su forma, ergonomia, controlli, qualità musicale come detto, pur trattandosi di impressioni, ci siamo fatti già un’idea sufficientemente precisa in base alla quale ci permettiamo di azzardare la tesi secondo cui gli AirPods 3 rappresentano un chiaro passo avanti rispetto agli AirPods 2 e un’altrettanto chiara sfida lanciata a molti prodotti concorrenti di fascia media.
In quella terra di mezzo dove fino a ieri Apple faticava a farsi presente al di là del cliente super fedele, oggi con gli AirPods 3 diventa un buon riferimento, non solo per il fattore iconico sul quale gli AirPods 2 erano già fortissimi, ma anche per qualità complessiva e in particolare nella riproduzione della musica. Acquistando gli AirPods 3 si continuerà a pagare l’inevitabile sovrapprezzo tipico di molti prodotti Apple rispetto ad altri auricolari, ma il costo extra è giustificato anche dalla sostanza quindi nel rapporto tra design, qualità musicale e funzioni.
Resta il problema della sfida interna; qui pensiamo già di poter dire che pur avvicinandoli per diversi aspetti non riescono ancora a pareggiare per aspetti significativi (in particolare la comodità, la stabilità, la capacità di essere usati in un numero superiore di ambiti e il valore aggiunto della soppressione del rumore) degli AirPods Pro. Questo non deve stupire stante il fatto che Apple colloca gli AirPods 3 un gradino sotto gli AirPods Pro come dice chiaramente il prezzo che è di 80 euro più economico.
Ma visto che i Pro si trovano molto spesso allo stesso prezzo (e qualche volta anche a meno) del listino ufficiale degli AirPods 3 la domanda sorge, si direbbe, spontanea: chi sarà il cliente cui ha pensato Apple lanciando gli AirPods 3? Al termine della nostra recensione approfondendo le considerazioni sugli aspetti tecnici e funzionali di questi nuovi auricolari, azzarderemo la risposta. Anche se una mezza idea già ce la siamo fatta…
Prezzo e disponibilità
Gli AirPods 3 sono in vendita dal 26 ottobre in tutti i negozi Apple, presso i rivenditori, Apple Store on Line e anche Amazon. Costano 199 euro.