L’arrivo di Affinity Publisher è atteso da molto tempo, sin da quando è apparso sul mercato Affinity Photo, disponibile anche per iPad, seguito a ruota da Affinity Design e i clienti si sono chiesti quando sarebbe stato il momento di pensare ad un trittico di App di base per la grafica che potessero competere con l’intoccabile suite di Adobe.
C’è da dire che il mercato non manca di alternative, come la presenza di QuarkXPress o diverse altre App per il disegno o il fotoritocco, ma Affinity si è distinta in questi anni nel proporre una soluzione efficace, molto potente e integrata, tanto da far dubitare anche i più convinti nella soluzione di Adobe.
Dopo le recensioni di Photo e Design, è arrivato il momento di metterci alla prova con Affinity Publisher, operazione molto delicata perché, al pari di InDesign, è l’App che fa da fulcro e la soluzione di uscita finale: ne siamo stati piacevolmente colpiti pur in presenza di alcune piccole mancanze che non danneggiano il pregevole lavoro finale di un marchio che sta crescendo in modo incredibile.
Affinity Publisher, la recensione
All’ombra del gigante
Affinity Publisher deve la sua genesi in gran parte al lavoro di una equipe di sviluppatori che ha davvero del prodigioso se si pensa che l’App al momento di questa recensione ha nemmeno un anno di vita ma è già per la maggior parte in grado di rivaleggiare con Adobe InDesign e QuarkXpress, dai quali si è chiaramente ispirata (più al al primo che al secondo a dire il vero) ma che non disdegna di mantenere a priori un grado di originalità che piace una volta entrati nei meccanismi dell’applicazione.
L’App monofinestra offre una interfaccia abbastanza classica: strumenti a sinistra, pannelli a destra con scorciatoie dinamiche nella parte in alto, una alta (altissima) conformità con le linee guida di macOS (pur considerando che si tratta di una Applicazione professionale) e una estrema morbidezza nell’uso di tutti gli strumenti, ben disegnati e con uno stile classico ma deciso.
L’installer ne è il primo esempio, che è risolto da un semplice drag&drop: al primo avvio c’è la possibilità di provarla per qualche giorno (nel mentre che scriviamo queste righe il periodo di prova è stato esteso a novanta giorni, assieme altre App della suite) potendo quindi sceglierne l’acquisto con tutta tranquillità.
Un acquisto che, lo ricordiamo perché è parte integrante della valutazione finale, è di 54,99 Euro (una tantum, niente abbonamento) ma che in questo periodo è in sconto a 27,99 Euro, un prezzo assolutamente concorrenziale che manda un segnale forte soprattutto ad Adobe.
Subito produttivi
L’utilizzo di Affinity Publisher va affinato, ma chiunque abbia mai usato Adobe InDesign o QuarkXpress potrà muoversi da solo dopo non più di un paio d’ore di prove. L’idea dei pannelli e degli strumenti è leggermente diversa, e mostra quel pizzico di originalità che piace soprattutto perché c’è coraggio nel trovare non solo soluzioni particolari, ma anche forme di workflow e di approccio al software diverse dal solito.
Ad esempio, ogni oggetto è un livello e una immagine è un oggetto box che maschera l’oggetto originale vero e proprio (che si vede dal pannello Livelli, una idea che ricorda quella di Adobe Illustrator). Anche la gestione della pagina è un po’ particolare, perché per cambiare pagina serve necessariamente agire nel pannello Pagine, Publisher vede la pagina come un concetto prioritario rispetto all’insieme.
Funzionano molto bene le guide in sovrimpressione, la gestione dei font e dei colori, in genere tutta l’interazione con i pannelli appare robusta e puntuale, molto più dei concorrenti (il che fa pensare che l’uso delle API di sistema sia più intimo qui rispetto alla concorrenza, che probabilmente ha un sacco di codice molto più vecchio).
Dai e vai
Grande importanza è stata data all’interno dell’App al suo ruolo nel mercato: è chiaro che a fronte di una posizione dominante da parte di Adobe la scalata sia tutt’altro che semplice, ma un passo importante è stato fatto.
L’App è in grado di aprire i documenti di InDisign sia in formato nativo .indd che in quello d’interscambio .idml, seppure non sia in grado di esportare nello stesso formato.
Dall’App è possibile salvare in formato nativo .afpub, stampare ed esportare nei formati grafici più comuni come PDF (in vari tipi, incluso PDF/X da 1 a 4), PNG, JPEG, TIFF, PSD, SVG, EPS, EXR, HDR e TGA.
Niente formati elettronici quindi come HTML5 o ePub, che magari arriveranno più avanti ma che per adesso potrebbero rappresentare un problema per alcune case editrici, alle quali suggeriamo gli eccellenti Hype e Vellum.
È che una volta convertito un documento da InDesign a Affinity Publisher non c’è modo di tornare indietro dopo le modifiche, il che non è un vero e proprio problema dato il costo esile dell’App (nessuna compatibilità con QuarkXPress invece, peccato), ma è altresì possibile esportarlo in molti altri formati.
Essendo ancora la prima versione non ci è dato sapere quali saranno le politiche future, speriamo che adottino un sistema più morbido rispetto a quanto siamo abituati, con formati che sopravvivono alla versione oppure con versioni in grado di salvare anche su formati più vecchi.
Considerazioni
La prima impressione che si ha iniziando l’avventura con questo Affinity Publisher è che si tratti di un prodotto estremamente maturo e conscio del ruolo che deve andare a svolgere: nessuno strumento, nessun dettaglio appare impreciso con una estrema solidità anche nei passaggi più cruciali.
Non c’è tutto (perché ad esempio la mancanza di ePub e HTML5 sono importanti) ma c’è il dettaglio più importante (la compatibilità con InDesign in ingresso) e la piena sinergia con le altre App Affinity Photo e Affinity Design per tutti i dettagli del progetto (ad ogni modo nessuno vieta di usare Photoshop o Illustrator, formati importati correttamente.
Per il resto le regole classiche dell’interfaccia si alternano a soluzioni originali che vanno provate con un occhio critico ma anche con la voglia di mettersi in gioco, perché magari i ragazzi di Serif hanno trovato alcune modifiche che alla lunga si presentano migliori di altre, dopo anni di servilismo forse eccessivo.
Tutto questo ad un costo davvero incredibile, senza abbonamento: ad oggi infatti con meno di 100 Euro è possibile usare una suite professionale perfettamente adatta al mondo della stampa e, in futuro, anche a quella dell’editoria elettronica, estremamente elastica e promettente.
Se mettiamo che Publisher ha meno di un anno c’è da chiedersi come crescerà nei prossimi cinque o dieci, se in effetti il vento stia cambiando (di nuovo) e se il periodo del (quasi) dominio assoluto sia davvero in discussione. Resta ancora da valutare il discorso della collaborazione lato terzi, di tutto quel parco di estensioni e plug-in sviluppati anche ad hoc: per questi Publisher è ancora troppo giovane e che sono un freno per il cambio di piattaforma per molti professionisti: su questo vedremo che cosa farà Serif (la casa madre) e come si muoverà il mercato.
Vale la pena quindi considerare Affinity Publisher come risorsa principale per la grafica? La risposta secondo noi è si, ma consigliamo ogni addetto ai lavori di valutare una prova, approfittando magari dell’offerta del momento che alla metà di un prezzo già incredibile consente di ottenere uno dei software emergenti di maggior spessore in circolazione.
Pro:
• Interfaccia solida e matura già alla prima versione
• Gestisce il formato InDesign in ingresso
• Alcune soluzioni originali sono interessanti
• Piena compatibilità con i più comuni formati grafici
• Incredibile rapporto prezzo/prestazioni
Contro:
• Serve qualche ora per capire le principali dinamiche
• Non gestisce il formato QuarkXPress
• Al momento niente formati elettronici
Prezzo:
• 54,99 Euro (27,99 Euro in offerta in questo periodo) per Mac e Windows
Affinity Publisher è scaricabile attraverso il sito della casa madre oppure anche direttamente attraverso Mac App Store. Il periodo di prova di qualche giorno è stato allungato a 90 giorni per un tempo limitato.