Quando Steve Jobs ha presentato l’iPhone, nel 2007, ha giocato sul fatto che fosse tre cose assieme: un telefono, un iPod e un tablet per navigare in rete. Quando nel 2010 ha presentato l’iPad, invece, ha spiegato che l’unico modo affinché ci fosse spazio per una nuova categoria di dispositivi, cioè i tablet, è che questi facessero qualcosa meglio sia degli smartphone che dei computer.
Lo spazio di manovra di reMarkable 2, la seconda versione del tablet dell’azienda norvegese omonima, si muove lungo questa doppia direttrice. Da un lato deve dimostrare di saper sopravvivere alla convergenza dei dispositivi specializzati in dispositivi generalisti buoni per tutti gli usi, dall’altro deve dimostrare di saper fare qualcosa meglio dei suoi concorrenti: telefoni smart, tablet normali, lettori eInk, personal computer.
Capirete che non è poco. Ma il suo creatore, Magnus Wandeberg, che nel 2013 a Oslo ha creato l’azienda per seguire il suo sogno di uno strumento per la scrittura su carta in formato digitale, è convinto di potercela fare. Dal 2017, quando ha lanciato la prima generazione dei suoi dispositivi, ha venduto più di un milione di pezzi, nel 2021 invece ha fatturato circa 300 milioni di euro e ha ricevuto un secondo round di finanziamenti. Il suo unico prodotto è il reMarkable 2, che abbiamo provato quotidianamente per due mesi.
Com’è fatto reMarkable 2
Schermo da 10,3 pollici con tecnologia eInk “Carta”, spessore di appena 0,43 centimetri, peso di 390 grammi, scocca in alluminio, processore Arm A9 dual core, 1 Gb di Ram, 8 Gb di spazio archiviazione non espandibili, batteria da 3000 mAh, presa Usb-C, WiFi e Bluetooth, niente audio, niente fotocamera, niente retroilluminazione, niente app.
Il sistema operativo è poco più di un firmware, tutte le funzioni sono gestite dal suo produttore, non ci sono servizi terzi. Fanno da complemento le app per iOS/iPadOS, Mac e poi Windows (quest’ultima non l’abbiamo provata) che permettono la sincronizzazione dei documenti, mostrando subito qual è la prima, grande idiosincrasia del dispositivo: fa tutto senza fili e lo fa in modo alquanto particolare, con una serie di funzioni chiave a pagamento.
Quasi niente di serie
Quando si compra il reMarkable 2 non c’è possibilità di scelta: un solo dispositivo con 8 GB di spazio non espandibili. Ma nella scatola c’è solo questo. Per avere la penna e la cover bisogna comprarle a parte. Qui c’è più da scegliere: ci sono due tipi di penna (una base e una che permette di cancellare girandola, senza dover ricorrere alla funzione software) e due modelli di cover in tessuto sintetico o in pelle. In tutto, il prezzo di un reMarkable 2 “nudo e crudo”, cioè 349 euro, diventa più pesante. Nella versione più “economica” (cioè penna base e custodia Folio a busta in sintetico anziché quella Book a libro in pelle) si arriva a 507 euro.
Questo, se vogliamo, è uno dei due punti da tenere più sotto l’occhio insieme all’altro, questo sì quasi clamoroso: le due funzioni chiave, cioè sincronizzazione infinita e riconoscimento della scrittura, sono in abbonamento. Il primo anno è gratuito con l’acquisto e la registrazione del dispositivo (laboriosa perché richiede la prova d’acquisto, non basta il dispositivo in quanto tale) e poi diventa a pagamento, con un abbonamento Connect che costa 7,99 euro al mese.
Non è necessario un abbonamento per usare al meglio la tavoletta reMarkable. Per i clienti che non desiderano un piano mensile, c’è l’opzione base gratuita per sempre che permette di avere accesso alle funzioni principali per prendere appunti. Si possono tenere organizzati gli appunti, scrivere con diversi strumenti e modelli, annotare PDF, fare schizzi e leggere senza distrazioni.
Si possono ovviamente anche scaricare le applicazioni su telefono, tablet e Mac/Pc, importare file e utilizzare la funzione Read on reMarkable. Tuttavia, l’accesso al servizio di archiviazione cloud attraverso le app per dispositivi mobili e desktop è limitato. Gli appunti saranno sempre archiviati localmente sulla vostra tavoletta cartacea, ma i file lasciati in sospeso per 50 giorni non verranno più sincronizzati o aggiornati sugli altri dispositivi. E questo è il vero limite e problema assieme alla mancanza della sincronizzazione con i servizi esterni come Google Drive, Dropbox o Microsoft OneDrive (niente iCloud, purtroppo).
La sincronizzazione, che non abbiamo provato, è limitata a 5 “canali”, cioè a cinque differenti sorgenti cloud (magari tutte Google Drive, di lavoro e personale più altri) e serve a “passare” i file direttamente dal servizio cloud dentro reMarkable, con conversioni al volo da fare perché il tablet “mastica” solo PDF, JPG, PNG ed EPUB.
Il riconoscimento della scrittura di reMarkable
Abbiamo provato la versione base di reMarkable e poi il riconoscimento del testo. Nonostante una scrittura particolarmente brutta il riconoscimento in italiano funziona più che bene (meglio che su iPad, per dire, anche perché la scrittura viene comunque meglio) e in generale il sistema sarebbe notevole se non ci fosse un altro piccolo particolare.
Infatti, una volta riconosciuto il testo viene esportato usando un sistema che dire che è barocco è dire poco. Si seleziona, viene creato un documento e questo viene inviato via email direttamente all’indirizzo del proprietario. Questo sistema, che nelle intenzioni di reMarkable probabilmente deve risolvere un altro tipo di problema è veramente laborioso.
Il tipo di problema che deve risolvere è quello della mancanza di un app store e della essenzialità (o se vogliamo coerenza estrema) di quello che c’è di serie su reMarkable 2. A parte la funzione di riconoscimento della scrittura che apre sostanzialmente una schermata in più, per il resto l’esperienza dal punto di vista della interfaccia di reMarkable gratuito o con abbonamento è esattamente la stessa. Nel bene o nel male.
Il tablet, il suo software e le app
Ci sono tre cose da valutare: l’apparecchio hardware in quanto tale (penna inclusa), il suo software, le app.
Partiamo da queste ultime. Sono semplici e lineari. Permettono di creare in locale sul dispositivo che si utilizza sia le cartelle che importare nuovi documenti o scaricare quelli esistenti. Esse sincronizzano anche orizzontalmente, tra dispositivi diversi (l’iPhone, l’iPad e il Mac). Per quel che abbiamo visto non c’è un limite di dispositivi che si possono agganciare a un singolo tablet reMarkable 2. Senza il tablet però il software per gli altri dispositivi non si attiva e non è utilizzabile.
Il concetto è creare delle cartelle all’interno delle quali mettere i documenti. In questa maniera si riesce a strutturare qualcosa di efficace per usare reMarkable. Perché il vero quesito è: a cosa serve questo tablet?
Gli usi possibili sono due, e questo tocca appunto il software e l’hardware del tablet. reMarkable 2 è veramente sottile e leggero. Il suo sistema operativo estremamente stabile. La risposta dello schermo di carta elettronica è favolosa e velocissima: non abbastanza da far vedere un video ma sufficiente da far scrivere senza problemi. Il refresh è quasi sempre disabilitato e soprattutto se si disegna un po’ di ghost, di tracce fantasma rimangono.
Le cover sono leggere e filanti, lo schermo manca clamorosamente di retroilluminazione per mantenere il dispositivo leggero e con una batteria che nei nostri test ha sempre superato le due settimane di uso quotidiano tra una ricarica e l’altra. Il meccanismo di rilevazione del palmo della mano mentre si scrive funziona molto bene e la cornice abbastanza ampi (di più alla base) ma senza bordi a rilievo permette di tenere il dispositivo in mano senza toccare lo schermo con la mano.
Il sistema operativo ha una interfaccia integrata che presenta le stesse funzioni (e mancanza di funzioni) in tutti i contesti: scrittura, riconoscimento della scrittura, disegno, lettura e annotazione Pdf, lettura e annotazione ePub (senza protezione). Il disegno può essere gestito con i livelli.
La mancanza di uno store di app di terze parti rende assolutamente compatto, coerente, coeso e funzionante al massimo tutto il tablet, ma limita molto la libertà di trovare nuove idee e nuove funzioni. Un esempio è l’impossibilità di cambiare parametri nel lettore di ePub (font o dimensione del carattere) o gestire ad esempio un dizionario per le parole che non si conoscono.
Manca una app per la scrittura più orientata ad esempio al word processing, perché si può sostanzialmente solo scrivere a penna. E, pur essendoci il Bluetooth oltre al WiFi, non si può attaccare una tastiera wireless (o via Usb-C) per trasformare il tablet in uno schermo sul quale scrivere senza problemi. Insomma, il limite del reMarkable 2 è la fantasia e la volontà del suo creatore Magnus Wandberg.
Come va il tablet
Il reMarkable 2 funziona molto, molto bene. Ma solo se volete fare le due o tre cose che è previsto che faccia. Se leggete molto e senza distrazioni, senza bisogno di cambiare font, magari prendendo appunti a margine della pagina, è perfetto. Studenti ma anche ricercatori e docenti che devono gestire tonnellate di Pdf si troveranno nel loro elemento naturale.
Se dovete scrivere moltissimo e avete il vostro universo basato sulla carta, questo è lo strumento perfetto per trasformarla in carta digitale. Potete usarlo per riorganizzare in cartelle varie gli appunti, i documenti, tutto il materiale sul quale scrivete. E la semplicità e coerenza dell’interfaccia, una volta capiti i quattro fondamentali di funzionamento, consentono l’utilizzo anche alle silver fox, le persone anziane che hanno una moderata facilità d’uso delle nuove tecnologie e che preferiscono usare la carta.
Ma anche studenti magari universitari o di master che vogliono gestire gli appunti delle lezioni senza problemi di portarsi dietro dispositivi più complessi e pesanti, o distraenti. Si può scrivere tantissimo, facendo solo attenzione a non pigiare troppo perché il pennino del dispositivo si consuma con una inquietante facilità.
Però forse questo è parte del segreto dell’ottima qualità di scrittura e disegno (bozzetto, andrebbe detto, perché disegnare con il computer è oggettivamente un’altra cosa). La penna è comoda e facile. Il dispositivo estremamente reattivo. L’effetto sulla superficie è ottimo. Non c’è stato un solo momento in cui non abbiamo provato il desiderio di scrivere con la Apple Pencil su iPad.
Conclusioni
Abbiamo pareri un po’ contrastanti su questo dispositivo. È ottimo ma per fare pochissime cose. Sono rilevanti? Come scrivevamo all’inizio, sta in equilibrio tra altri dispositivi di convergenza (l’iPad con Apple Pencil, ad esempio, ma anche Onyx Boox Note Air 2 o Kobo Elipsa) e permette di fare due cose: leggere e scrivere. Se questo è il vostro obiettivo, siete a posto.
Nel nostro caso, la scrittura “pura” ci ha appassionato fino a un certo punto. Il problema non è il riconoscimento dei caratteri laborioso e a pagamento o l’ergonomia del dispositivo, peraltro ottima. No, il punto è che non scriviamo più a penna da tantissimo e non vediamo perché ricominciare. Avremmo preferito poter attaccare anche solo opzionalmente una piccola tastiera wireless o via cavo e magari improvvisare un accrocchio per scrivere in alternativa alla penna. Ma non sarebbe stato elegante, lo ammettiamo.
Invece, la possibilità di leggere in formato molto buono (schermo da 10,3 pollici con tecnologia “Carta” con 1872 x 1404 punti pari a 226 DPI) ci è piaciuta moltissimo. Abbiamo sia un flusso di libri che di Pdf molto ampio. Chi scrive recensisce materiale che viene fornito in Pdf (fumetti, libri), legge molti paper di ricerca (pdf), dà i voti agli elaborati degli studenti di un paio di corsi universitari (pdf), legge libro open (epub). Tutto questo trova una straordinaria applicazione sul tablet, che permette di macinare tonnellate di materiale molto rapidamente. Anche solo cercare vecchi libri illustrati e poterseli godere in formato Pdf, seppure in bianco e nero, è un piacere.
Lo svantaggio? Manca la retroilluminazione. Se leggete molto all’aperto o in posti illuminati non è un problema. Ma a letto la sera, in treno o in aereo è un problema sul serio. E scoprirete, usando reMarkable 2, che i posti dove l’illuminazione non è sufficiente sono molti più di quanti non immaginiate.
Il nostro giudizio finale è che si tratta di un apparecchio spettacolare, nonostante le fortissime limitazioni, che permette di fare due cose ma molto, molto bene e con un gusto minimalista molto nordeuropeo. Non chiedetevi se reMarkable 2 è adatto a voi, però. Chiedetevi se voi siete adatti a lui.
Pro
- bellissimo design ultra sottile
- scrittura praticamente senza latenza
- batteria senza fine
- ottima esperienza di lettura
Contro
- costa caro
- niente app di terze parti
- niente retroilluminazione
- a molti serve l’abbonamento a Connect