iOS, il sistema operativo di iPad e iPhone, potrebbe integrare di serie funzionalità di Realtà Aumentata (AR) per le lenti a contatto di EP Global Communications, azienda californiana che ha l’obiettivo di proporre dispositivi medici di questo tipo nel settore ottico e oftalmologico.
Stando a quanto riportato in un tweet sull’account ufficiale di EPGL, dirigenti di Apple ed EPGL si incontreranno la prossima settimana per discutere della potenziale integrazione di funzionalità di realtà aumentata. EPGL non ha ancora stabilito il sistema operativo da sfruttare in abbinamento alle sue speciali lenti a contatto e secondo quanto dichiarato ad Appleinsider, discussioni in merito sono in corso con Apple, per la scelta di iOS come piattaforma per i dispositivi medici che integrano funzionalità di realtà aumentata.
Michael Hayes, presidente di EP Global Communications, prevede che il sistema permetterà di comunicare con app per smartphone per la visualizzazione e spiega che l’azienda sta approfondendo le piattaforme da supportare. “iOS è ovviamente una delle piattaforme alla quale guardiamo con grande interesse”.
Lenti a contatto di questo tipo potrebbero essere usate in diversi ambiti visualizzando (grazie a circuiti integrati egli angoli delle piccole calotte da applicare sulla superfice oculare) dettagli e informazioni varie sull’ambiente circostante ma anche per sfruttare funzionalità come ad esempio la possibilità di ricevere immagini o video in streaming dallo smartphone, o scattare foto comandando la fotocamera del telefono con il movimento delle palpebre.
Simili funzionalità non sono novità assolute e varie aziende stanno lavorando nel settore delle lenti “smart”. Samsung ha registrato un brevetto relativo a delle lenti a contatto interattive, in grado di ricevere e inviare dati a uno smartphone nelle vicinanze ma anche la startup svizzera Sensimed ha ottenuto dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense l’autorizzazione per iniziare a testare una diversa tipologia di lenti a contatto smart che potrebbero essere utili nella cura del glaucoma. Anche Google ha fatto esperimenti con questi dispositivi medici: uno specifico brevetto è stato registrato nel marzo del 2015 ma finora non si è visto alcun prototipo.