Il mercato della musica in streaming miete la prima illustre vittima: Rdio, servizio fondato nel 2010 dagli ex Skype, Niklas Zennström e Janus Friis, ha dichiarato bancarotta.
Per evitare una sorte ancora peggiore, l’azienda ha deciso di vendere la sua tecnologia a Pandora al prezzo di 75 milioni di dollari.
Si tratta di un valore molto basso se si considera che l’azienda ha raccolto nel corso del tempo circa 125 milioni di dollari di finanziamenti, oltre ad essere valutata circa 500 milioni di dollari. Un grosso colpo per Pandora, ma pessimo per chi aveva investito in Rdio.
Oltre ad acquisire la tecnologia e la proprietà intellettuale da Rdio, a molti membri del team di Rdio saranno offerti ruoli in Pandora. La società USA prevede di offrire un’esperienza di ascolto ampliata entro la fine del 2016, in attesa della sua capacità di ottenere le licenze appropriate.
Grazie a questo accordo Pandora potrebbe ampliare i suoi prodotti musicali, non solo allargando la sua copertura territoriale grazie alle licenze di Rdio (presente in 85 Paesi), ma introducendo anche la possibilità di ascoltare brani on-demand come ad esempio consentito da Spotify ed Apple Music, opzione ad oggi non disponibile.
Pandora è oggi il maggior attore nel settore della musica in streaming, secondo solo a YouTube, ma si è dimostrato incapace di crescere significativamente nel corso degli anni, strozzato dalle difficoltà legate alle royalties musicali e dalla scarsa presenza internazionale: ad oggi è disponibile solo in in USA, Australia e Nuova Zelanda.
Il fallimento di Rdio e l’acquisizione da parte di Pandora dimostra quanto sia difficile riuscire a costruire un modello vincente nel mercato della musica in streaming e potrebbe rappresentare un campanello di allarme per altri attori del settore, soprattutto coloro che diversamente da Apple, non dormono sonni tranquilli sdraiati su centinaia di migliaia di dollari di liquidità disponibile.
Rdio ha annunciato che per ora il servizio continuerà a funzionare (anche se non è chiaro ancora per quanto). Chi di lettori utilizza il servizio regolarmente si prepari a ricevere novità nelle prossime settimane.
Qui di seguito uno degli ultimi video pubblicati dal servizio solo tre mesi fa.