Erede di Orochi, uno dei primi mouse pensati per un uso mobile di Razer, Atheris ne è la naturale evoluzione, seppure risente delle caratteristiche tecniche e di alcune scelte di design di Lancehead, il top di gamma che abbiamo recensito qui.
Esteticamente è una revisione del design dell’Orochi, seppure in chiave più moderna: sono passati solo due anni, ma il rinnovamento da parte di Razer (che recentemente ha fatto parlare di se per il nuovo smartphone top di gamma) nelle linee estetiche è chiaro, con gli inserti in gomma laterale (come nel caso del Lancehead ma anche del Basilisk) e una linea che accentua un innalzamento posteriore con un uso di materiali un po’ diverso.
Atheris si presenta come il tipico mouse mobile, nell’ottica di Razer un prodotto comodo da portare in borsa, magari non così dedicato ai giochi in senso stretto ma un prodotto che può fare tutto, dalla cura di un foglio Excel al ritocco in Photoshop, sino ad uno sterminio in Starcraft, sfruttando appieno le doti dei driver Synapse (come Macro, sincronizzazione cloud dei set e adattamento ai tappetini professionali) ma offrendo nel contempo una doppia anima wireless che, per chi viaggia, è sempre una grande comodità.
Purtroppo il modello da noi provato mostrava una incapacità di connettersi via Bluetooth al Mac, anche se nominalmente compatibile, per cui questa recensione si basa sulla connessione Wi-Fi via dongle USB, con un voto che non può che risentirne.
Atheris, wireless o morte
La prima cosa che si nota nota una volta preso in mano per la prima volta l’Atheris è la forma abbastanza contenuta, ideale per lo zaino ma anche per chi ha mani non eccessivamente grandi: chi è abituato all’impronta importante degli altri mouse Razer se ne accorge subito, ma è anche vero che in una ottica di mobilità questo non è un problema.
Fuori dalla confezione, basta fare leva sulla piccola insenatura presente sulla schiena del mouse, appena sotto il logo Razer, per aprire il letto delle batterie e inserire quelle incluse nella confezione: in mezzo ai due incavi delle batterie trova anche posto il piccolo dongle USB-A a 2,4 Ghz per il collegamento.
Rispetto all’Orochi, che era un mouse a doppia anima (wired e wireless), Atheris è “wireless o morte”, nel senso che funziona solo in questo modo, dato che non c’è la possibilità di farlo funzionare a filo (abbastanza inusuale per Razer e per i mouse da videogiocatori in generale).
Una volta chiuso, possiamo accenderlo: l’interruttore alla base permette di scegliere il tipo di connessione, senza per questo causare problemi, dato che una connessione spegne l’altra.
In particolare, la modalità Wi-Fi a 2,4 Ghz propone la tecnologia proprietaria Adaptive Frequency Technology (AFT), già vista su Lancehead, che sostanzialmente continua a scandagliare la rete ogni millesimo di secondo cercando la frequenza migliore, cambiandola quando necessario, senza che l’utente si accorga di nulla.
In ambienti con moltissimi device, come fiere, sale conferenze, bar o aule scolastiche la saturazione di banda porta spesso a buchi di attività da parte dei device mobili, che in un mouse si percepiscono subito quando l’attività è intensa: Atheris invece muove la frequenza di utilizzo in modo costante, rimanendo sempre sulle frequenze migliori.
Noi abbiamo usato Atheris spesso in classe, in una fiera e in un paio di sale conferenze senza mai avvertire imbarazzo alcuno: sostanzialmente si tratta di una capacità la cui parte più interessante consiste nel non farsi mai vedere, il che è molto difficile da analizzare, ma possiamo dire che il lavoro è stato fatto in modo egregio.
L’impossibile mela blu
La brutta sorpresa l’abbiamo riscontrata quando abbiamo cercato di connettere l’Atheris al nostro MacBook Pro del 2013, con Bluetooth LE come dichiarato nella confezione: il Mac vede il mouse ma non riesce a finire l’operazione di Pairing.
Abbiamo provato con diversi altri Mac, inclusi anche i nuovissimi MacBook Pro del 2017 con lo stesso risultato (partendo da macOS 10.12 sino a 10.13): va detto che invece su un Surface Laptop con Windows 10 l’associazione è andata benissimo e il mouse ha iniziato a rispondere perfettamente in Bluetooth.
Nonostante questo limitet su Mac, Atheris ci ha permesso durante una curiosa fase di lavoro con due portatili, anche di poterli controllare praticamente assieme (il Mac via Wi-Fi e il PC Windows via Bluetooth) semplicemente agendo sull’interruttore hardware, con uno switch veloce e affidabile.
Conclusioni
Il giudizio dell’Atheris, altrimenti molto buono, risente inesorabilmente della mancata connessione via Bluetooth al Mac: un fattore che tra l’altro è sfuggito a molte recensioni online ma che trova riscontri anche su alcuni utenti su Amazon (e a nulla sono valsi i futili consigli che li seguono).
Ed è un peccato, perché la tecnologia Wi-Fi è (molto) ben realizzata e il prodotto è leggero, performante e molto preciso e anche se a prima vista sembra adatto solo ai compiti più leggeri, non disdegna scontri tra demoni in ottica di uso ovunque, ovviamente per compiti più intensi è sempre consigliato un mouse desktop.
Chi lo vede come un compagno in borsa, da usare in Wi-Fi, fa sicuramente un ottimo acquisto, così come lo fa chi lo intende per usi misti Mac e Windows, per gli altri forse qualche considerazione in più è d’obbligo.
I lettori possono trovare Atheris sui principali negozi di elettrodomestici della penisola, come sul negozio ufficiale Razerstore, ma è presente anche su Amazon.it
[usrlist Design:4.0 Facilità-d’uso:4.0 Prestazioni:2.0 Qualità/Prezzo:3.0]
Pro:
- Piccolo e versatile
- La tecnologia AFT si sposa benissimo in una ottica di mobilità
- Durata molto interessante per un mouse (anche) da gaming
Contro:
- Il Bluetooth non va su Mac
- La forma è ambidestra, ma i pulsanti sono solo a sinistra
Prezzo: 59,99 Euro