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Ragazzi e tecnologia: drogati digitali crescono. Ecco come salvarli.

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Un tablet, una console per i videogiochi o un computer sotto l’albero, il sogno di tantissimi bambini. Perché non si trasformi in un incubo per i genitori dei nativi digitali e prima ancora un pericolo per gli stessi bambini, fondamentale è porsi interrogativi sui limiti, sulle regole e sull’opportunità di offrire ai più piccoli un regalo elettronico. Studi recenti hanno dimostrato, infatti, come l’esposizione agli schermi di dispositivi digitali sia per i bambini come una sorta di “cocaina elettronica”. Una “droga digitale” in grado di influenzare – e non poco – la parte del cervello che controlla gli impulsi e agisce proprio come fa la cocaina. In un articolo sul New York Post, dottor Nicholas Kardaras, formatore e direttore esecutivo di uno dei migliori centri di riabilitazione da dipendenze degli Stati Uniti, offre qualche spunto interessante per la riflessione sul tema attuale del rapporto tra ragazzi e tecnologia. Un argomento che riguarda proprio tutti i genitori e coloro che si occupano dei giovanissimi e dei bambini e che spesso si interrogano su come aiutarli a mettersi in relazione con gli schermi.

Consigli sui limiti da dare ai piccoli nativi digitali

Non è facile dare dei limiti ai ragazzi quando vivono in un ambiente in cui la tecnologia è ovunque e in cui gli schermi sono onnipresenti. Ma qualcosa si può comunque fare per evitare una precoce dipendeza da prodotti hi-tech. A dare alcune interessanti indicazioni è il dottor Nicholas Kardaras, formatore e direttore esecutivo di uno dei migliori centri di riabilitazione da dipendenze degli Stati Uniti, il The Dunes East Hampton. La chiave – indica lo studioso – è quella di evitare un contatto prolungato con gli schermi prima degli otto anni e di non offrire un computer ai bambini a scuola prima dei dieci anni. Per farlo basta, almeno in teoria, qualche accorgimento: al posto di Minecraft i Lego, al posto di iPad dei libri, al posto delle ore davanti alla TV qualche uscita nella natura o attività sportive. Importante è per i genitori non cadere vittime della sindrome del genitore distratto, che si dimentica di dare il buon esempio e trascorre ore e ore davanti agli schermi. E poi, anche se sembra ovvio non lo è affatto, almeno non per tutti, mantenere vivo il dialogo: parlare con i bambini e spiegare loro in maniera onesta il perché dei limiti e delle regole rende i ragazzi collaborativi e comprensivi. E poi ancora due suggerimenti da applicare subito, che derivano da esperienze con i pazienti del centro di riabilitazione da dipendenza The Sun: evitare i computer e i tablet in camera da letto e a cena in famiglia sempre senza tecnologia.

I sintomi e i numeri della dipendenza da tecnologia

Il primo sintomo, da non sottovalutare, sono i capricci aggressivi quando i dispositivi vengono portati via o la mancanza di capacità di concentrazione. Il segno che la situazione sta invece degenerando sono i risvegli notturni, l’apatia, la noia, il disinteresse per tutto ciò che non è hi-tech e iperstimolante. A dirlo sono degli studi statunitensi. La tecnologia è così iperstimolante da aumentare i livelli di dopamina, il neurotrasmettitore di benessere maggiormente coinvolto nelle dipendenze. La sua presenza costante determina un effetto di assuefazione, che è il motivo per cui il dottor Peter Whybrow parla di “cocaina elettronica” e “eroina digitale”.

Nel lavoro clinico del dottor Nicholas Kardaras si sono evidenziati, tra oltre mille ragazzi negli ultimi 15 anni, come sia fondamentale prevenire prima ancora del curare la dipendenza dalla tecnologia. Il trattamento della dipendenza infatti può essere molto difficile. “Secondo una dichiarazione del 2013 della American Academy of Pediatrics, già quando hanno 8-10 anni trascorrono 8 ore al giorno con diversi media digitali, uno su tre ragazzi utilizzano tablet o smartphone prima ancora di incominciare a parlare, il 18 per cento degli utenti di Internet in età universitaria degli Stati Uniti soffre di dipendenza da tecnologia. Arrivare ad una dipendenza è facile: i bambini sono estremamente sensibili, gli strumenti – tablet, tv, smartphone, console di videogiochi – sono esageratamente attraenti.

Per tutti i genitori di nativi digitali, ai nonni che si ritrovano dispositivi hi-tech e a tutti gli insegnanti, gli educatori, gli zii, e quanti si occupano dei più giovani, dunque, è rivolto l’invito a fare attenzione e dare regole. Proprio come aveva scelto di fare Steve Jobs con i suoi figli, bastano poche regole per scongiurare una vera e propria dipendenza e utilizzare in modo positivo strumenti che possono essere anche molto preziosi per la crescita, l’apprendimento e la formazione dei bambini e dei ragazzi.

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