Come tutti i produttori di GPS, anche TomTom raccoglie molti dati inviati dagli utenti. I dati in questione sono utili in vari frangenti, in particolare per alimentare i database creati dagli utenti dai quali si crea una base dati condivisa, utile per evitare gli ingorghi. Un po’ come successo con Apple per il database consolidated.db (un archivio locale nel quale sono memorizzati i dati con le informazioni geografiche) e gli HTC con Android (è stato scoperto che il sistema operativo di Google per i cellulari registra la posizione geografica degli utenti con costanza), anche TomTom sembra aver sottovalutato la privacy dei propri utenti: i dati inviati, infatti, sembrano siano sfruttati non solo da TomTom per popolare i database ma anche dalle autorità dei Paesi Bassi. L’obiettivo è in teoria nobile: conoscere le aree problematiche in modo che possano essere studiati interventi mirati; le velocità comunicate dagli utenti, però, sembrano siano usate dalla polizia locale per individuare le aree nelle quali sono più frequentemente superati i limiti di velocità e installare di conseguenza degli autovelox. Come accaduto con Apple, il CEO di TomTom in persona ha parlato del problema e fatto sapere che l’azienda vieterà d’ora in poi l’utilizzo dei dati, probabilmente impedendo in qualche modo alle autorità di accedere ai dati dei database di TomTom.
[A cura di Mauro Notarianni]