Si è molto parlato nei mesi passati di Rabbit R1, assistente smart con funzionalità AI, presentato al CES 2024 come un dispositivo in grado di sostituire potenzialmente anche uno smartphone.
Dopo l’entusiasmo iniziale (un lotto di 10.000 unità è stato venduto nel primo giorno della disponibilità) , chi ha avuto modo di provare il dispositivo non è rimasto impressionato, lamentando scarsa durata della batteria, lentezza nelle risposte, assenza di funzionalità e altri problemi.
In sito Android Authority riferisce che sostanzialmente il Rabbit R1 non è altro che un dispositivo creato intorno ad un’app per Android. Per dirla tutta, le varie funzionalità di serie e altre ancora non previste, potrebbero essere offerte con una semplice app.
I redattori di Android Authority sono riusciti a installare l’APK (semplificando, “l’eseguibile” dell’app) e usare Rabbit R1 su un telefono Android, dimostrando che tutto il dispositivo può essere sostituito da un’app.
Jesse Lyu, fondatore e CEO dell’azienda che propone Rabbit R1, non è d’accordo con le conclusioni di Android Authority e al sito statunitense ha dichiarato che l’interfaccia di Rabbit R1 non è una app Android. “Siamo consapevoli della presenza di alcune app e siti web che emulano Rabbit OS. Comprendiamo la passione che le persone provano all’idea di avere un assaggio della nostra IA e il nostro LAM (modello di azione di grandi dimensioni, ndr) anziché aspettare che il loro R1 arrivi. Ciò detto, per evitare malintesi e mettere le cose in chiaro, Rabbit OS e LAM funzionano nel cloud con una versione su misura di AOSP e modifiche firmware di livello più basso, quindi un bootleg locale APK senza il giusto OS e gli endpoint cloud non permettono di accedere ai nostri servizi. Rabbit OS è personalizzato per lo R1 e non supportiamo client di terze parti”.
Lyu non smentisce nella sostanza l’affermazione che tutto quello he offre Rabbit R1 si potrebbe ottenere con un’app, e ulteriori prove hanno confermato che il dispositivo è tutto creato intorno a un BSP (Board Support Package) fornito da MediaTek, un layer che contiene il minimo supporto per consentire alle periferiche per caricare il sistema operativo e driver per gestire varie funzionalità. Non c’è insomma di niente di rivoluzionario dietro Rabbit R1 ma tanto marketing per pompare le aspettative e un design accattivante per richiamare l’attenzione. Nell’uso reale il prodotto ha troppi limiti, e dovrà fare parecchia strada prima di poter davvero sostituire uno smartphone.
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