Business Insider ricorda come Apple cominciò a interessarsi di realtà virtuale molti anni prima che Google e Oculus esistessero, grazie a un prodotto straordinario, ora dimenticato, denominato QuickTime Virtual Reality o QuickTime VR.
Il progetto nacque nel periodo in cui Jobs non era più alla Apple (aveva nel frattempo fondato NeXT) ed era un insieme di software e tecnologie per sviluppatori che consentivano di legare insieme una serie di immagini creando mondi navigabili a 360 gradi. John Sculley, CEO dal 1983 al 1993, ricorda come all’epoca era qualcosa di piuttosto sorprendente.
Siamo lontani dalla realtà immersiva che è possibile realizzare con i visori odierni, ma la tecnologia base era decisamente innovativa ma forse troppo in anticipo sui tempi. Non solo era possibile navigare all’interno di mondi virtuali a 360° ma creare anche hot spot che consentivano di saltare da un punto all’altro del mondo osservato: si poteva, ad esempio, navigare nello store di Cupertino, saltando da un punto all’altro del negozio, cambiando al volo il punto di vista.
Tra gli autori del progetto QuickTime VR all’interno dello Human Interface Group di Apple, Dan O’Sullivan, ingegnere e professore dell’Università di New York che spiega com’era possibile creare matrici di immagini e l’enorme potenza di elaborazione richiesta; ora si possono catturare e gestire immagini VR con uno smartphone; prima del lancio, O’Sullivan spiega che all’epoca fu necessario acquistare un supercomputer Cray da dedicare alle elaborazioni.
Il lavoro di sviluppo durò quattro anni. Lanciato ufficialmente nel 1995, QuickTime VR fu sfruttato dagli sviluppatori di opere multimediali consentendo agli utenti di manipolare oggetti 3D e progetti di vario tipo. Uno dei primi esempi di cattura immersiva di immagini fu realizzato scattando panoramiche a 360° del Golden Gate, immagini ancora visibili sul sito web della NYU e incluse come dimostrazione nei primi CD sui quali era distribuito QuickTime.
Dopo la dimostrazione al MacWorld di quell’anno, il team che sviluppava Quicktime VR cominciò a viaggiare catturando immagini a 360° in Russia e a Parigi. La tecnologia conobbe una certa notorietà quando la NBC la sfruttò per ricostruire alcune scene dell’uccisione dell’ex moglie del giocatore di football OJ Simpson, Nicole Brown. La NBC immortalò 26 diverse zone dell’appartamento di Simpson, usò QuickTimeVR per creare una panoramica a 360°, e il presentatore Jack Ford illustrò l’accaduto permettendo agli spettatori di capire meglio l’avvenimento. Apple collaborò con la NBC fornendo il software ancora prima della disponibilità pubblica.
Un diverso utilizzo di QuickTime VR fu quello per “Star Trek: The Next Generation Interactive Technical Manual”, un libro digitale distribuito su CD che consentiva la completa esplorazione dell’USS Enterprise NCC-1701-B, l’astronave appartenente all’universo di fantascienza di Star Trek.
I vari strumenti che oggi propongono Facebook, Google e altri, non sono altro che tecnologie discendenti dagli sperimenti Apple di allora con le immagini panoramiche. Oggi è più semplice non solo elaborare le immagini (grazie alla potenza di elaborazione di schede video e processori di nuova generazione) ma consentire il rendering su visori ad hoc che rendono tutto molto più semplice e ancora più fruibile e immersivo.
QuickTime VR fu uno dei progetti che Steve Jobs tagliò quando arrivò in Apple. La tecnologia è stata usata negli anni seguenti per consentire agli utenti di visualizzare sul web prodotti a 360° quali iPod e altri ma nulla è stato fatto per tenerla in vita. Una delle tante tecnologie che Apple aveva intravisto per prima ma che poi si è fatta scappare, “regalando” le idee ad altri…
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