Il 2001, con il passaggio da PowerBook G3 a G4, si passò a una nuova generazione di macchine con CPU rinnovata, caratterizzate da una struttura in titanio e da elementi apparentemente meno rilevanti come il logo Apple sulla parte posteriore dello schermo, ribaltato verticalmente rispetto al passato. Questa decisione provocò molte discussioni tra gli utenti ma la scelta di Apple fu in realtà azzeccata: con lo schermo aperto gli utenti, volenti o no, facevano notare il logo della mela morsicata e chiunque di passaggio poteva notare per bene il marchio visualizzando lo stesso con il corretto orientamento. Ken Segal, direttore creativo che ha lavorato con Steve Jobs per 14 anni, ricorda le riunioni di allora e di come Jobs chiese espressamente che la mela fosse ruotata di 180 gradi. I primi notebook di Apple non mostravano il logo in modo così evidente: il ragionamento di Jobs era che un cliente che aveva speso migliaia di dollari per la sua macchina, aveva il diritto di vedere il logo sistemato in modo corretto. Il logo in bella evidenza è anche un sistema che consente agli utenti che maneggiano per la prima volta un notebook di comprendere il modo corretto di aprire lo schermo. La mossa di Apple risultò vincente: i prodotti di Cupertino erano (sono) oggetti di culto e la corretta posizione della mela permetteva di pubblicizzare i dispositivi quando gli utenti usavano i prodotti nelle caffetterie, librerie, e anche quando erano utilizzati (spesso senza nulla chiedere in cambio) in film e serie TV.
[A cura di Mauro Notarianni]