Qualcomm ha recentemente annunciato di aver progettato una soluzione che consente di ricaricare via wireless i dispositivi con corpo in metallo. Ciò è reso possibile dalla tecnologia Qualcomm WiPower, pensata per essere conforme allo standard Rezence.
Si tratta di un notevole progresso visto che sempre più produttori di dispositivi mobili scelgono di utilizzare leghe in metallo per la progettazione dei propri prodotti, offrendo maggior resistenza strutturale parallelamente ad un’estetica migliore. Basti pensare ad Apple ed ai nuovi iPhone 6 e iPhone 6 Plus che, insieme ad iPad ed ai Mac, completano la gamma di prodotti dell’azienda caratterizzati da una struttura esterna in alluminio anodizzato. Questa nuova tecnologia di Qualcomm potrebbe quindi essere potenzialmente integrata nei futuri dispositivi Apple anche se, quantomeno basandoci sulle precedenti dichiarazioni dei dirigenti della società e sui brevetti depositati negli anni passati, siamo restii a credere che qualcosa potrebbe cambiare in tal senso, quantomeno con la WiPower di Qualcomm.
Ricorderete infatti come, alla presentazione di iPhone 5, Phil Schiller giustificò l’adozione di un nuovo connettore Lightning anziché della ricarica wireless spiegando che «Dover creare un altro dispositivo che deve essere collegato alla presa a parete, per la maggior parte delle situazioni, è in realtà più complicato» visto che i sistemi di ricarica wireless attuali richiedono comunque ancora l’inserimento di una presa a parete: il collegamento tramite cavo e tecnologia USB permette infatti di effettuare ricariche da prese della corrente, da computer e anche sugli aerei, risultando un sistema ancora maggiormente preferibile e sicuramente più versatile. Senza considerare il fatto che la ricarica cosiddetta “wireless” è largamente meno efficiente di quella a cavo, il che significa tempi di ricarica più lunghi e uno spreco di energia.
Più probabile che la società di Cupertino opti in futuro per un sistema di ricarica wireless che sfrutta il principio della risonanza reciproca, anziché quello della risonanza magnetica di Qualcomm: qualche anno fa un brevetto infatti spiegava come fosse possibile ricaricare i dispositivi avvicinandoli al computer, senza bisogno di sfruttare accessori dedicati, una soluzione decisamente più innovativa e che di fatto eliminerebbe la necessità di utilizzare cavi o piastre di ricarica.