Il CEO di Qualcomm, Steve Mollenkop, sembrava fiducioso in un possibile accordo con Apple ma a quanto pare è saltato tutto. Il procuratore di Apple, William Isaacson, ha riferito al giudice distrettuale Gonzalo Curiel, la necessità di avviare il procedimento. Si conferma dunque quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters un mese addietro secondo la quale i legali della Mela sono pronti a scaldare i muscoli per battagliare in tribunale.
“Le parti hanno necessità di avviare un procedimento” ha spiegato Isaacson. “Sono stati diffusi articoli fuori luogo secondo i quali le parti erano vicine a un accordo, ma questo non corrisponde al vero. Non vi sono colloqui da mesi”.
Il giudice Judge Curiel ha fissato la data dell’udienza che comincerà il 15 aprile nal tribunale federale di San Diego. Qualcomm, riferisce 9to5Mac, ha inizialmente insistito per febbraio ma il giudice ha spiegato che è necessario arrivare ad aprile per adeguarsi alle attività in calendario nel tribunale.
L’intervista di CNBC con il CEO di Qualcomm potrebbe essere stata un semplice fraintendimento o forse un ultimo tentativo di porgere la mano alla Mela ma a questo punto una procedura di composizione tra le parti appare improbabile.
Sulla vicenda, Mollenkopf è finora sembrato ottimista ma la relazione tra le due aziende è da tempo freddissima. Tutto nasce dalla causa da 1 miliardo di dollari basata sul fatto che Cupertino accusa il produttore di chip-modem di avere imposto prezzi irragionevolmente elevati e fuori mercato per sfruttare alcune tecnologie e brevetti, facendo leva sulla sua posizione monopolistica. Apple da una parte, sostengono i legali della Mela, pagava Qualcomm per le componenti e i brevetti, e a sua volta Qualcomm pretendeva gli stessi pagamenti dai partner che forniscono ad Apple componenti.
Pochi giorni addietro è emerso che Qualcomm avrebbe nei mesi passati provato a screditare Apple con campagne giornalistiche negative; per farlo avrebbe ingaggiato la stessa società di “squali” impiegata da Facebook per prendere di mira sia Apple che Google.