Qualcomm, oltre ad Apple, ha ora diversi pesi massimi da cui difendersi sul ring delle licenze. La Federal Trade Commission americana, infatti, può proseguire la sua inchiesta contro Qualcomm sulle presunte pratiche anticompetitive sulle licenze per dispositivi mobili con due alleati importanti: Samsung ed Intel.
Secondo la FTC, Qualcomm costringe i clienti a pagare un’imposta quando questi usano prodotti rivali implementando una strategia, “niente licenza-niente chip”. Samsung sembra sostenere la stessa cosa quando dice che «i nostri chip Exynos non sono in altri dispositivi, perchè Qualcomm ha rifiutato di darci in licenza le necessarie tecnologie», intendendo con questo che Qualcomm non concedendo i brevetti necessari per costruire chipset compatibili con i sui processori impedisce a Samsung di vendere gli Exynos. Visto che Qualcomm ha – di fatto – il monopolio in alcuni segmenti della componentistica per smartphone, questo si traduce in un abuso di posizione dominante.
Intel dice nel suo amicus brief per la corte, più o meno la stessa cosa: «Qualcomm ha istituito una rete di brevetti abusivi e pratiche commerciali che sovvertono la logica del merito nella competizione. Noi saremmo pronti concorrere con loro sulla qualità se non esistessero quest pratiche».
Nel caso di Apple la situazione sarebbe differente nella forma ma simile nella sostanza. Cupertino avrebbe “un sovrapprezzo nelle royalty” quando acquista chip da fabbricanti concorrenti, limitando la capacità di Apple di spuntare prezzi migliori e di fatto passando al cliente finale il costo di questa operazione. Apple aveva chiesto un 1 miliardo di dollari in risarcimento, sconto che Qualcomm avrebbe promesso, negandolo successivamente come ritorsione per la collaborazione della Mela con indagini antitrust in Corea del Sud, paese che ha già inflitto a Qualcomm una multa di circa 853 milioni di dollari per pratiche anticoncorrenziali.
L’FTC ritiene – sostenuta nelle sue tesi da Samsung e Intel che la pratica monopolistica è camuffata da royalty nei cosiddetti SEP (“Standard Essential Patents”), brevetti essenziali il cui sfruttamento è tecnicamente necessario per implementare uno standard in dispositivi come smartphone o tablet che, per ragioni di interoperabilità, devono essere conformi a norme tecniche condivise. Per questi brevetti è richiesta l’applicazione di condizioni di licenza eque, ragionevoli e non discriminatorie (Fair, Reasonable And Non-Discriminatory, FRAND). «Oltre ad avere trattato tutti gli OEM con “il bastone” dell’interruzione dell’approvvigionamento, Qualcomm” – spiega ancora l’FTC – “ha offerto ad alcuni OEM la “carota” di sovvenzioni subordinate all’accettazione di royalty gonfiate che fanno aumentare i costi quando un’azienda si rivolge ai rivali».
Tutti questi elementi insieme, dice sempre l’FTC, “superano tranquillamente la soglia limite di elementi per la presentazione in fase dibattimentale”. Per tutti questi motivi, l’organismo ha deciso di negare la richiesta di archiviazione che era stata avanzata da Qualcomm
Ricordiamo che Qualcomm ha avuto problemi con l’antitrust anche in Cina dove è stata riconosciuta colpevole di aver abusato della sua posizione dominante dove le è stata comminata una sanzione di 6,4 miliardi di yuan (994 milioni di dollari). La multa, la più grande nella storia cinese, calcolata sull’8% del fatturato della società nel 2013.