Il produttore di chip-modem Qualcomm ha confermato tagli al personale, parte di misure per la diminuzione dei costi già annunciate a gennaio. L’azienda lotta per restare a galla dopo mesi movimentati nei quali è stata “attenzionata” da parte di Broadcom che aveva lanciato un’OPA ostile bloccata da Trump, da richieste governative per pratiche commerciali considerate scorrette, per non parlare delle battaglie legali in corso con Apple.
Stando a quanto riferisce Bloomberg le persone da licenziare sono circa 1500. Il numero esatto non è stato riferito ma verrà reso noto con la compilazione del Worker Adjustment and Retraining Notification (WARN) previsto in California da una legge che impone alle aziende la pubblicazione con congruo anticipo (almeno 60 giorni) di ogni notizia relativa a licenziamenti di massa o chiusura di stabilimenti. Qualcomm, che ha il quartier generale a San Diego, impiega attualmente circa 34.000 persone. Non è la prima volta che l’azienda licenzia: nel 2014 furono licenziati circa 500 dipendenti per focalizzare il proprio business su nuove aree.
Dopo la rinuncia da parte di Broadcom ad acquisire il produttore americano di chip-modem e altri microprocessori in seguito alo stop giunto dal presidente Trump, che ha citato motivi di sicurezza nazionale, da qualche tempo sta cercando di prendere controllo l’ex presidente di Qualcomm Paul Jacobs, declassato a semplice membro del cda e figlio del fondatore dell’azienda fondata nel 1985. Jacobs è in contatto con SoftBank ma a complicare la questione sono i legami di quest’ultima con fondi sovrani dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti che potrebbero far riscattare il campanello di allarme del Committee on Foreign Investment, lo stesso che ha invitato Trump a bloccare l’Opa di Broadcom.