Qualcomm fa sapere che i computer PC Windows con chip Snapdragon X non vengono restituiti dagli utenti come vorrebbe far credere Intel. La risposta arriva a seguito delle dichiarazioni dei co-CEO ad interim di Intel i quali, dopo l’uscita di scena di Pat Gelsinger, hanno fatto capire di non essere preoccupati dalla diffusione di computer con chip Qualcomm, affermando che una grande percentuale di questi ultimi sistemi viene restituita ai rivenditori.
«Se guardiamo al tasso di restituzione dei PC Arm, parlate con qualsiasi rivenditore, la loro preoccupazione principale è: “Ne ricevo una grande percentuale indietro”, perché li configuri e le cose che ci aspettiamo non funzionano”» aveva dichiarato Michelle Holthaus nell’ambito della Barclays 22nd Annual Global Technology Conference.
Queste dichiarazioni non sono state gradite da Qualcomm e quest’ultima ha risposto smentendo le parole della dirigente Intel, spiegando che le percentuali di reso dei sistemi con processore Snapdragon X sono nella norma del settore, e che la maggior parte dei clienti è soddisfatta da questo tipo di PC.
È vero che la transizione verso ARM è molto più caotica nel mondo dei PC Windows rispetto a quanto avvenuto con macOS, dove la transizione è avvenuta in modo quasi invisibile. Su PC ci sono varie problematiche da risolvere, incluse alcune incompatibilità e la qualità di emulazione del codice x86 offerta da Microsoft, elementi che complicano in alcuni casi il passaggio ai notebook Snapdragon X.
“I nostri tassi di restituzione dei dispositivi rientrano nella norma del settore”, ha dichiarato un portavoce di Qualcomm a CRN. “I nostri dispositivi continuano ad avere più di 4 stelle nelle recensioni dei consumatori e i nostri prodotti hanno ricevuto numerosi riconoscimenti in tutto il settore”.
Non è al momento chiaro quali siano effettivamente i dati di vendita: è probabile che non ci sia un boom di vendite di notebook con Snapdragon X e gli ultimi dati riferiscono che questi rappresentano, per ora, solo lo 0,8% del mercato. Qualcomm è convita non solo di poter rosicchiare quote di mercato ma che in cinque anni il market share potrebbe arrivare al 30% e anche al 50%, con molte persone che abbandoneranno computer con CPU Intel per scegliere sistemi con architettura ARM.
Per tre anni Gelsinger ha tentato in vari modi di rimettere in sesto un’azienda che appare confusa, incapace di stare al passo della concorrenza, al punto che a settembre sono circolate voci di una possibile acquisizione di Intel (in toto o parziale) da parte di Qualcomm.