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Qualcomm chiede al giudice di poter farsi pagare di nuovo le licenze per i suoi prodotti

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Qualcomm ha chiesto al giudice Lucy Koh di sospendere il provvedimento nel quale l’azienda è accusata di avere sfruttato la sua posizione dominante facendo pagare commissioni eccessive per permettere l’uso dei suoi prodotti in licenza. Il produttore di chip-modem afferma che l’azione potrebbe irreparabilmente danneggiare la sua strategia di licensing nel frattempo che l’azienda prepara il ricorso.

Secondo Qualcomm, la decisione del giudice Lucy Koh a San Jose (California) arrivata qualche giorno addietro, è in linea con la causa antitrust lanciata nel gennaio 2017 dalla Federal Trade Commission americana, rischia di mettere a repentaglio il modello di business dell’azienda e pone “gravi problemi giuridici”, inclusa l’omissione di prove-chiave attinenti alla discussione originale.

Il giudice non avrebbe considerato eventi verificatisi dopo marzo dello scorso anno, in particolare il passaggio di Apple da Qualcomm a intel per i chip-modem degli iPhone. Questo passaggio dimostrerebbe – secondo Qualcomm – che l’azienda non sfrutta a sua posizione dominante obbligando al pagamento di commissioni eccessive per permettere l’uso dei suoi prodotti in licenza.

Qualcomm, inoltre, afferma di essere in disaccordo con le argomentazioni della FTC secondo la quale il produttore di chip-modem essenzialmente obbliga al pagamento di una tassa i clienti, spiegando che tale affermazione non ha alcun precedente in ambito antitrust.

Qualcomm

Nella sentenza del giudice Koh si legge che “le pratiche di licenza di Qualcomm hanno strangolato la competizione” per anni “ledendo i rivali e i consumatori”, mettendo in pratica in discussione le pratiche dell’azienda che incassa miliardi di dollari imponendo royalty sulla base di un valore percentuale del prezzo di uno smartphone.

Il giudice ha obbligato Qualcomm a rinegoziare gli accordi di licenza con tutti i clienti senza ricorrere a tattiche, come ad esempio, minacce anche non groppo velate per impedire l’accesso ai suoi chip. Il produttore deve offrire in licenza i suoi prodotti ad aziende rivali secondo quanto previsti per i brevetti essenziali (Standard Essential Patents, SEP) e secondo i termini FRAND (condizioni giuste, ragionevoli e non discriminatorie), e non può sottoscrivere accordi di fornitura in esclusiva con produttori di smartphone come Apple. Per i prossimi sette anni Qualcomm è anche obbligata al monitoraggio da parte delle autorità, al fine di verificare che le soluzioni proposte dal giudice siano effettivamente messe in atto.

Qualcomm ha già fatto sapere che farà ricorso alla Corte di Appello. Don Rosenberg, rappresentante legale dell’azienda ha dichiarato: “Siamo in forte disaccordo con le conclusioni del giudice, con la sua interpretazione dei fatti e con il modo in cui vuole fare rispettare la legge”.

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