Fin dal primo processo a fine 2024, nonostante la vittoria di Qualcomm, era risultato evidente che la diatriba non era risolta ed ora tramite Bloomberg arriva la conferma: Qualcomm ha denunciato ARM presso le autorità antitrust in tre continenti.
I rapporti bellicosi tra le due società fanno tremare le fondamenta dell’ecosistema Android, ma anche l’universo sterminato di dispositivi, da sensori e router, passando per aspirapolvere, tablet e server tutti funzionanti con chip basati su tecnologia ARM.
Secondo Qualcomm questo è stato possibile perché per oltre due decenni la strategia ARM è stata aperta, concedendo accesso completo alla proprie tecnologie su licenza. Così nel corso del tempo si è venuto a creare un mercato competitivo e dinamico.

Ma, sempre secondo Qualcomm, negli ultimi anni la strategia di ARM è cambiata mettendo in pericolo il settore dei semiconduttori, oltre che i mercati in cui l’architettura ARM è sempre più diffusa.
La denuncia di Qualcomm contro ARM per pratiche anticoncorrenziali è stata presentata non solo presso la Federal Trade Commission FTC in USA, ma anche alla Commissione europea e alla Korea Fair Trade Commission, siglata KFTC.
Invece di operare in modo aperto come n passato, accusa Qualcomm, la strategia attuale di ARM punta a non fornire più solamente architetture di base, ma soluzioni complete e integrate, quindi sempre più in concorrenza con le società licenziatarie.Sempre secondo le accuse ARM starebbe anche limitando l’accesso alle proprie tecnologie, per spingere le sue mire in ambito chip e massimizzare i profitti a discapito delle società licenziatarie, Qualcomm inclusa.
Naturalmente ARM respinge le accuse descrivendole come una tattica di Qualcomm per sviare l’attenzione dall’unico problema reale. Il nocciolo della questione per ARM rimangono le licenze per costruire chip per server: secondo Qualcomm sono valide perché ottenute con l’acquisizione di Nuvia, mentre per ARM devono essere riviste perché non trasferibili e impiegate per creare chip per PC.
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