Si visita Macitynet su iPhone e si finisce su App Store senza avere cliccato su nessun banner nè su alcun link. Questo quello che è successo nei giorni scorsi ad alcuni nostri lettori che, apparentemente, con ragione si sono infastiditi rivolgendosi alla nostra redazione, protestando per quella che a prima vista era una vera e propria pubblicità forzata, un trucchetto per portare a casa qualche spicciolo in più, mandando forzatamente i nostri lettori a vedere delle applicazioni alle quali non erano interessati. In realtà, come è facile immaginare, non è così: visto che il nostro lavoro è scrivere notizie, inventarsi un sistema per non farle leggerle, mandando un potenziale lettore fuori dal sito per vedere applicazioni più o meno rispettabili o più o meno interessanti, sarebbe quantomeno contraddittorio. Quel che accade, deriva da due elementi convergenti di cui noi, ma non solo noi, come chi legge siamo vittime impotenti: un bug di Safari per iOS apparso (o sfruttato massicciamente per la prima volta, è difficile da dire) con la versione 7 e la scorrettezza di alcuni inserzionisti di importanti network pubblicitari.
Senza scendere nel dettaglio tecnico, diciamo che Safari rende libero e automatico il reindirizzamento da una pagina ad un’altra e anche verso App Store senza richiedere il consenso dell’utente nè interpretando il sistema con cui viene attuata la chiamata; in pratica Safari non blocca l’auto reindirizzamento nè il cosiddetto autoclick. A fronte di questa debolezza del sistema, un piccolo gruppo di spregiudicati inserzionisti pubblicitari ha creato dei banner che usando, probabilmente, dei semplici Javascript, attaccano un sito, ne oscurano il contenuto e mandano i lettori verso pagine esterne o verso App Store per vedere applicazioni o pagine esterne. Questa sgradevole situazione non si verifica solo su Macitynet, ma anche, come spiega TechCrunch, su siti importantissimi, come NHL, NBC, siti di proprietà di Hearst, Cheezburger.com, WeatherUnderground. Anche il sito francese MacGeneration, simile per target al nostro, è stato colpito.
Macitynet purtroppo non può fare molto per impedire questa incresciosa situazione, se non scegliere le principali agenzie pubblicitarie, evitando le meno qualificate. Ma anche in questo caso con la possibilità offerta agli inserzionisti di fare il cosiddetto “bid” su un sito, ovvero di autopubblicare una inserzione su siti scelti tra quelli che si pensano siano a target senza che il gestore del network di fatto filtri la pubblicità, si è a rischio. Oltre a ciò questi inserzionisti scorretti utilizzando un sistema a scatole cinesi, subacquistano (o subvendendono) inserzioni così che il vero responsabile diventa non rintracciabile e quasi impossibile da filtrare ricorrendo al blocco di specifici inserzionisti viste le incomprensibili sigle che stanno dietro ad alcuni dei network subappaltanti e al fatto che un nework rispettabile può avere tra i suoi clienti inserzionisti non rispettabili.
Macitynet, nonostante la consapevolezza che la lotta era impari non ha però rinunciato a lottare.
Abbiamo ripreso un filmato di quel che accadeva (è qui sopra) prendendo nota dei nomi dei network che potete vedere con i vostri occhi e che si collocavano di mezzo tra il nostro network di riferimento e gli spregiudicati gestori delle inserzioni. Alcune di queste reti sono misteriose o indecifrabili, alcune non sono neppure raggiungibili con i loro nomi di dominio che reindirizzano verso siti improbabili (una di queste addirittura verso la prima pagina di Google Play). In qualche caso abbiamo però individuato i network principali, alcuni dei quali apparentemente strutture serie e ben qualificate, e ricorrendo ai formulari di contatto abbiamo provveduto a segnalare i fatti, I risultati sono stati però pochi, per non dire nessuno visto che di risposte non ce ne sono state.
Abbiamo così provato a contattare gli sviluppatori delle applicazioni che sono certamente in grado di vedere da chi arrivano i click sulle loro applicazioni e sanno a chi versano i diritti pubblicitari. Solo TeamLava, gli sviluppatori di Candy Blast Mania, ci ha offerto supporto, arrivando ad identificare uno dei network colpevoli, ed escludendolo dalle proprie reti pubblicitarie. Questo dimostra che con la collaborazione degli sviluppatori, il redirect potrebbe essere debellato, ma a quanto pare non tutti gli sviluppatori pensano che valga la pena di non degradare la propria immagine affidandosi a questo penoso sistema di visibilità, pensando forse che il gioco valga la candela.
Abbiamo così deciso di segnalare il problema ad Apple.
Pur rendendoci conto che intervenire su Safari per impedire questo abuso è difficile, riteniamo che chi ha il controllo come Apple sull’intera filiera abbia il dovere di impegnarsi contro una tattica che degrada pesantemente l’esperienza d’uso dei suoi dispositivi e penalizza chi crea contenuti per essi. Apple in particolare sarebbe in grado di interagire con gli sviluppatori delle applicazioni verso le quali è attuato il redirect e di invitarli a scegliere partner che non usano questi miseri mezzi e se del caso anche sanzionarli se si rifiutano di collaborare; siamo anche certi che non sarebbe impossibile chiudere quello che a tutti gli effetti è un bug che si configura anche come un possibile bug di sicurezza. Che accadrebbe se un banner reindirizzasse invece che verso App Store verso una pagina Web che ne imita un’altra e per distrazione si inserissero credenziali personali?
In attesa di risposte e con la consapevolezza che purtroppo più di quanto abbiamo fatto da parte nostra non è possibile fare, invitiamo i nostri lettori ad avere pazienza e comprensione. Questi problemi sono erratici, arrivano e se ne vanno dopo un paio di giorni (i network scorretti sanno che una lunga permanenza su un sito corre il rischio di farli scoprire). Ma quando appaiono vi invitiamo a segnalarci l’evento a prendere appunti su quale sia l’applicazione verso cui siete reindirizzati prendendo in considerazione la possibilità di “bandire” quello sviluppatore dal vostro dispositivo. Noi da parte nostra, senza scendere nel merito della qualità e delle funzioni di queste app, di grandi realtà o sviluppatori indipendenti che siano, ci impegniamo a non dare alcuna visibilità ad esse nè ai loro sviluppatori; nel nostro piccolo vogliamo convincere chi usa sistema questi sistemi che vedrà diminuire e non aumentare i proprio clienti.