Tony Bartel, top manager di GameStop, il colosso di origini texane per la vendita nei negozi di videogiochi, è stato chiaro: la vendita di PSPgo di Sony, la nuova versione della console da passeggio con gli occhi a mandorla e senza più lettore di UMD, è stata “rallentata di proposito”. Ed è solo l’inizio.
Sony stava cercando di recuperare il mercato che adesso viene prepotentemente occupato da Apple con iPhone: casual gaming, giocatori che si trovano a sperimentare nuove idee di giochi perché possono acquistarli a prezzi bassissimi e al volo su App store. In effetti, dicono gli analisti, ci sono ragazzini che con iPhone hanno acquistato una quarantina di giochi al prezzo di un solo titolo per PSP o Nintendo DS.
Ma nel fine settimana di lancio giapponese della Sony PSPGo le cose si sono fatte davvero complicate. Il totale è stato misero: 28mila unità vendute tramite GameStop, secondo quanto riportato dalle riviste del settore. Un lancio in minore, un tentativo sicuramente di portare fuori un numero meno consistente di apparecchi di quanto immaginabile. Ma anche un ostruzionismo bello e buono, secondo quanto scrivono alcuni osservatori indipendenti, citando i manager di GameStop.
La voglia di Sony di sfondare in questo settore in realtà non sembra essere poi così forte. Dopo aver preparato giudiziosamente questa evoluzione della console portatile, che è sostanzialmente un aggiornamento delle caratteristiche tecniche solo per quanto riguarda la dimensione del display (rimane la stessa risoluzione ma in uno schermo mezzo pollice più piccolo) e la mancanza di lettore dei dischetti ottici UMD, Sony si è infatti scontrata con l’ostracismo della sua intera rete di distribuzione. La quale non vuole vendere una console i cui giochi poi si scaricano da Internet senza che il negozio possa più avere la sua percentuale. E alcuni sostengono anche con i problemi derivanti dalla gestione del sistema di vendita online, che sta facendo vedere i sorci verdi ai tecnici in Giappone.
