Con il recente scandalo relativo al programma Prsm della National Security Agency USA, oltre alle polemiche e preoccupazioni che hanno occupato buona parte dei notiziari delle ultime settimane (prima fra tutte la vicenda della “talpa” Edward Snowden), la Rete ha iniziato a popolarsi di svariato materiale, dal piglio satirico e ironico, spesso capace di strappare una risata ma in alcuni casi fonte di riflessione su problematiche che balzano agli onori delle cronache solo in casi di “emergenza nazionale”, ma sono in realtà tematiche all’interno delle quali siamo ormai immersi 24 ore su 24.
L’ultima di queste provocazioni si chiama PRSM, un nuovo social network che eredita il nome “PRISM” del famigerato programma di sorveglianza elettronica, cyberwarfare e Signal Intelligence della NSA, da sempre classificato come iniziativa coperta dalla massima segretezza, e usato per la gestione di informazioni raccolte da internet e da altri fornitori di servizi elettronici e telematici. PRSM non in realtà non si tratta di un vero social network ma solamente di un sito che si propone come tale in maniera sarcastica e che evidenzia come, volenti o nolenti, gli utenti USA siano già tutti iscritti senza il loro assenso a questo social nework virtuale onnicomprensivo, che semplicemente è rappresentato da Internet e dai suoi servizi, che appaiono sotto il nome delle aziende più rappresentative: Apple, Google, Facebook, AOL, Yahoo, Amazon, MIcrosoft, solo per citarne alcune.
PRSM passa in rassegna tutte le funzioni e caratteristiche: nessuna pubblicità, spazio di archiviazione semplicemente illimitato e più di 320 milioni di iscritti, fra cui “anche vostra nonna”. Gli utenti non devono nemmeno preoccuparsi o ricordarsi di condividere qualcosa: qualunque azioni su qualunque sito sarà immediatamente condivisa su PRISM, senza sforzo. E’ possibile caricare miliardi di dati ogni secondo, grazie alla potenza di supercomputer capaci di gestire migliaia di miliardi di richieste al secondo. Tocco finale, quando su clicca il bottone per iscriversi, una finestre annuncia che “sembra esistere già un account associato al dispositivo in uso”. Tutti sono già iscritti.
L’iniziativa PRSM è nata dalla Electronic Frontier Foundation (EFF), che lotta per riuscire a smascherare nella sua interezza il programma di spionaggio di statunitense definito dalla stessa EFF come incostituzionale e in violazioni dei diritti digitali. L’iniziativa della EFF è sicuramente degna di menzione nel tentativo di mantenere fermi i capisaldi della riservatezza online, ma è forse una lotta i cui principi sembrano diventare giorno per giorno sempre più anacronistici in uno scenario in cui Internet è ormai diventato non più solo uno strumento di comunicazione ma una proiezione della propria vita, inclusa la propria privacy.