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Apple all’avventura nei chip WiFi per conquistare la casa digitale

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Dopo l’addio a Qualcomm Apple si appresta a dire addio anche a Broadcom: niente più modem per rete cellulare forniti da altri ma anche niente più chip per Bluetooth e WiFi di terze parti, quelli forniti da Broadcom, appunto.

Ad anticipare la separazione delle strade di Cupertino da quella del partner che da anni le fornisce le componenti che consentono ai dispositivi di connettersi alle reti wireless per navigare o gestire la comunicazione tra dispositivi, è il solito Bloomberg che snocciola una lunga serie di informazioni che contribuiscono a dare il quadro e il senso di una impresa seconda per significato e complessità solo a quella che ha condotto Apple a investire miliardi per staccarsi da Qualcomm.

Apple, spiega l giornale americano, si è tuffata nell’avventura con la finalità di creare dispositivi maggiormente integrati, più flessibili nelle funzioni e capaci di rispondere ad esigenze specifiche. Bluetooth e Wifi sono alla base di una lunga serie di funzioni che ben conosciamo.

Per fare qualche esempio: Airdrop, il funzionamento degli Airpods, la sincronizzazione dei dispositivi. Il WiFi è il fulcro di Apple TV e di HomePod e sarà il pilastro su cui si fonderà anche il prossimo dispositivo per la casa di Apple e HomeKit è una piattaforma che funziona basandosi su Bluetooth e WiFi. AppleWatch conta su Bluetooth e Wifi per la stragrande maggioranza di quel che è in grado di fare.

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Con un chip proprietario e customizzato per i propri dispositivi, nome in codice Proxima, Apple potrebbe più facilmente creare smarphone e tablet più sottili, dispositivi più integrati, dare ai clienti connessioni più facili e trasparenti. Potrebbe anche far nascere nuovi indossabili e rendere più potenti quelli attuali.

WiFi e Bluetooth sono anche il pilastro della smarthome dove Apple spera di trovare un terreno di crescita (e progetta di lanciare dispositivi su cui non si è mai soffermata) dopo avere raggiunto la saturazione in altri mercati. Tra le opportunità anche l’integrazione con i Modem 5G che Apple andrà a produrre nei prossimi anni.

I primi chip WiFi e Bluetooth creati a Cupertino, dice Bloomberg, arriveranno nel 2025 proprio nel dispositivo per la casa cui facevamo cenno poco sopra e nel nuovo HomePod. Poi sarà la volta degli iPhone e infine, dal 2026, nei Mac e negli iPad.

La mossa non è priva di rischi. Apple produce già chip wireless (come l’H3 degli Airpods, il W3 di Apple Watch e l’U2 sfruttato da posizione precisa di Dov’è) ma qui siamo di fronte ad un prodotto cruciale per l’esperienza quotidiana dell’utente finale. Non pareggiare in qualità i processori Broadcom potrebbe essere immediatamente percepibile e dare un duro colpo all’immagine di Apple.

Ma perdere Apple come cliente rappresenta un problema anche Broadcom. Anche se le due aziende continueranno a lavorare su altre componenti (tra queste i filtri per i modem e la componente di rete per i server con processori per l’Intelligenza Artificiale), l’azienda specializzata in chip wireless con Apple perderà il 20% del proprio fatturato e l’accesso ad un mercato, quello dei dispositivi di Cupertino, che rappresenta una vetrina e un fiore all’occhiello.

 

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