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Prova: Desk, l’esperienza minimal di scrittura per il web su Mac

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Una nuova app per scrivere sui blog: si tratta di Desk (26,99 euro su Mac App Store), realizzata dallo sviluppatore statunitense John Saddington, che è un blogger veterano non soddisfatto delle app che trovava a sua disposizione per scrivere e pubblicare post sul web, e che si è quindi messo di buona lena per scrivere la sua app personale.

Desk è una app che segue un approccio minimalista: a prima vista non ci stupiremmo se fosse stata fatta dagli svizzeri di iA Writer o da un’altra delle numerose aziende che hanno sposato un look minimo e un sistema di scrittura molto semplificato. In questo senso, Desk utilizza una tecnica chiara: testo semplice con formattazione “contestuale” e Markdown, vero e proprio standard per chi voglia realizzare testi “moderni” in rete.

Attenzione, non è tuttavia obbligatorio sapere come scrivere Markdown (anche se molto facile) perché l’editor di testo ha una interfaccia minimal tuttavia completa e consente di “vedere quel che si ottiene” (WYSIWYG). L’app è realizzata in esclusiva per Mac e supporta le principali applicazioni web di scrittura: WordPress, Blogger, Tumblr, Typepad, Movable Type, Facebook Notes e Squarespace tra le altre.

Macity lo ha provato, ecco quel che abbiamo scoperto.

desk 1 per macInnanzitutto l’interfaccia: talmente minimalista da risultare spiazzante: non c’è praticamente niente! In realtà è una interfaccia molto funzionale e ricca di opzioni, tuttavia studiata per non “stare nel mezzo” e bloccare l’attività più importante per chi usa Desk nelle intenzioni del suo autore: scrivere. Quindi se osserviamo bene come funziona l’app si notano subito alcune cose.

Il titolo del file è anche il titolo del post che viene pubblicato e che può essere salvato via iCloud nell’archivio della app stessa se si tratta di una bozza e non ancora di un post pubblicabile. L’app gestisce anche le immagini e lo fa in maniera molto semplice: si trascina l’immagine sopra il testo e la si muove e ridimensiona dove e come si vuole.

Nella parte bassa ci sono alcune indicazioni sul tipo di post: quando è stato salvato l’ultima volta, quanto tempo per leggere quel quantitativo di testo (una informazione per la quale gli americani hanno una vera passione) e la lunghezza in parole e caratteri. A destra invece c’è una discretissima barra di stato che potrebbe fare storia nelle interfacce per Mac: permette di accedere ai “local draft” (le “bozze in locale”, l’interfaccia non è stata ancora localizzata in italiano), la possibilità di aggiungere i vari servizi di blogging, l’help e la funzione di anteprima in un’altra finestra, dove il testo viene renderizzato per capire come tornano gli spazi e le immagini con un foglio di stile base.

L’interfaccia semplice e mirata alla scrittura è il punto di forza dell’app, invece la gestione delle immagini e soprattutto il publishing su Blogger (l’unico servizio finora provato) no. In particolare, le immagini risultano un po’ dure da smuovere e imprecise da posizionare, mentre si può pubblicare solo una versione del testo.

Ogni successiva modifica viene interpretata come un nuovo post che produce innumerevoli duplicati: meglio non cambiare idea oppure andare a fare gli aggiustamenti che si dovessero rendere necessari direttamente nell’interfaccia del blog stesso, e non nell’app. Inoltre, nel caso sempre di Blogger, Desk supporta le tag ma non le conosce, e quindi è necessario appuntarsi da qualche parte quelle che vogliamo inserire nel blog se non le ricordiamo a memoria.

Invece Desk presenta due cose molto belle a parere di chi scrive. La prima è il fatto che, quando si scrive, qualsiasi altra informazione presente nella pagina (di un gradevole color beige) svanisce. Esiste tra l’altro anche una modalità notte (sfondo scuro e caratteri chiari) per lavorare ad esempio in ambienti poco illuminati. La seconda sono i menu contestuali che compaiono quando si evidenzia una parola o una frase, che consentono in maniera semplice e intuitiva di annerire, mettere in corsivo, sottolineare, mettere tra virgolette o rendere titoletto, fare un link, cambiare la giustificazione della riga. Geniale.

Il più grande punto di forza di Desk comunque resta la capacità di far lavorare sui propri post per il blog anche in modalità offline. In questo modo è possibile preparare anche molti post e poi pubblicarli quando sono pronti o più semplicemente quando si torna online: pensiamo a un lungo viaggio in treno o in aereo dove non ci sia connessione e quindi dove non sarebbe teoricamente possibile lavorare ai post se non utilizzando applicazioni per la scrittura tradizionale.

In realtà esistono anche altri software che fanno lo stesso mestiere di Desk, il più popolare dei quali probabilmente è MarsEdit, anch’esso disponibile su Mac App Store a 35,99 euro.

Conclusioni
Per essere la prima versione, Desk è venuto molto bene. La compatibilità con i servizi di publishing digitale è elevata, la gestione delle immagini va migliorata, le tag devono essere integrate in maniera stabile a tutti i costi. Ma ci sono trovate geniali per quanto riguarda l’interfaccia (stupendi i menu contestuali quando si evidenzia una parola) con un coerente e gradevole stile minimalista che mettono questa app nella stessa area di iA Writer e la rendono un ottimo prodotto.

La potenza del Markdown è notevole così come il meccanismo di anteprima separata, renderizzata a richiesta, anziché una faticosa doppia finestra che fa tanto editor HTML anni Novanta. Sul sito dello sviluppatore esiste anche una versione demo della app, che sul Mac App Store costa 26,99 euro.
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