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Prosegue la svolta ‘€œair’€; in Apple Store meno scaffali più servizio

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Apple starebbe pensando di rimuove dagli scaffali dei suoi Store sparsi per il mondo 32 titoli di videogames, cosa che di fatto lascerebbe in esposizione nei negozi solo 8 giochi.

A riportare l’indiscrezione The Loop, che aggiunge anche che la riduzione del listino disponibile per i clienti degli Store (in Italia oggi sono quattro, ma sono ufficiali ne prossimi mesi almeno altre quattro aperture, più una quinta che sarà ufficializzata a breve a Napoli) riguarderebbe anche numerosissimi articoli hardware di terze parti.

Che Cupertino da diversi mesi stesse segnando una svolta nella politica di vendita del software, era ormai una cosa evidente: negli ultimi mesi diversi segni hanno indicato questo cambiamento, primo fra tutti l’apertura del Mac App Store che dallo scorso autunno ad oggi è riuscito, in scala, a ripetere il successo dell’App Store per iOs. E’ recente, poi, la notizia della scelta di non vendere più il servizio di archiviazione remota Mobile Me con una confezione fisica, ma solo come abbonamento (in attesa di novità che potrebbero essere di sostanza). Tantissimi sono stati, inoltre, i rumors su implementazioni di servizi cloud di varia natura (e di diverso impatto) ed è di ieri l’annuncio della ricerca di un nuovo ingegnere per la «prossima generazione» dello Store online.

Senza contare che questo sistema ha consentito anche il nascere di un vero e proprio ecosistema di sviluppatori e piccole software house, che altrimenti avrebbero dovuto fare i conti con consistenti spese per la distribuzione.

Apple, quindi, scommette sempre di più su strategie di vendita basate sulla rete. Ma se l’indiscrezione di The Loop trovasse conferma non si tratterebbe solo di questo.

Significherebbe anche un cambiamento di come oggi pensiamo agli Apple Store, che farebbe dell’azienda californiana, ancora una volta, una pioniera tra le grandi aziende (non solo di tecnologia), che hanno scelto di investire in una propria rete di rivendita. Secondo il sito americano, infatti, la scelta di “sfrattare” l’hardware di terze parti sarebbe stata presa non solo per far posto ai nuovi prodotti marchiati con la mela morsicata, ma anche per permettere agli Store di investire sul nuovo servizio di setup personale, che mette a disposizione un operatore Apple per il settaggio di molte risorse del Mac, da iTunes a Mail.

A prescindere da quale sarà la sorte dell’hardware, anche questa è una strada che a Cupertino hanno scelto già da tempo: gli Store non sono solo dei negozi, ma dei veri propri centri di servizi e spazi per ospitare eventi, con iniziative destinate al mondo business (come  Joint Venture) e a bambini e scuole.
Di fronte ad una concorrenza sempre più forte, che riesce a proporre articoli con uno sconto fino al 50% rispetto a quello dei suoi negozi, quella di Apple sembra, quindi, la strada più efficace: puntare sui prodotti “in house” e soprattutto offrire un valore aggiunto in servizi e assistenza al cliente che i competitor non possono dare.

Insomma, se da un lato la politica di relazione con i clienti è sempre più “air” e giocata su freddi campi da compilare sul proprio browser, dall’altro Apple punta sulla relazione e sulla presa in carico a 360° dei propri utenti.

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