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Project Titan, un secondo dipendente Apple accusato di aver sottratto tecnologie per l’auto a guida autonoma

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A luglio dello scorso anno era stato arrestato un dipendente di Apple, accusato di aver rubato segreti industriali dall’azienda allo scopo di venderli a un nuovo datore di lavoro. Il furto riguardava tecnologie legate ai veicoli a guida autonoma, attività sulla quale da anni circolano voci di tutti i tipi sulla Casa di Cupertino.

Un’inchiesta dell’FBI ha ora portato all’arresto di una seconda persona, anche questa accusata di aver rubato segreti relativi a “Project Titan”, nome in codice di quella che dovrebbe essere la piattaforma di Apple per la guida autonoma.

Dirigenti della Casa di Cupertino-  riferisce il sito NBC Bay che ha avuto modo di leggere documenti allegati a una denuncia penale non secretata – hanno avuto sospetti su Jizhong Chen, uomo di nazionalità cinese, sorpreso in flagrante mentre scattava foto in un’area di lavoro segreta. Il Global Security team di Apple ha esaminato il computer di Chen individuando manuali, diagrammi e schemi vari, nonché un centinaio di foto scattate all’interno degli uffici Apple. Una delle fotografie consegnate all’FBI mostra lo schema di montaggio di un particolare impianto elettrico progettato da Apple.

Il materiale, a quanto si sospetta, era archiviato e pronto per essere inviato a una non meglio precisata azienda cinese specializzata in tecnologia per la guida autonoma. Di fatto, l’uomo è stato arrestato il giorno prima di un suo viaggio programmato in Cina, partenza che avrebbe reso impossibile il suo fermo.

“Apple prende molto sul serio la riservatezza e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale”, ha dichiarato un portavoce dell’azienda. “Stiamo lavorando con le autorità su quanto accaduto, rispondendo a tutte le domande dell’FBI”.

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L’uomo arrestato per il precedente furto aveva ottenuto accesso a database interni riservati. Dopo aver informato Apple dell’intenzione di lasciare l’azienda per andare a lavorare per XMotors, investigatori della Mela avevano ispezionato i suoi laptop e telefoni aziendali individuando il massiccio scaricamento di documenti riservati ma scoprendo anche visite presso i laboratori Apple e il prelevamento di oggetti durante il periodo nel quale era ufficialemente in congedo per paternità. L’uomo aveva ammesso di avere prelevato oggetti e documenti riservati dopo il fermo dall’FBI e anche questo aveva un biglietto aereo ed era pronto a lasciare il Paese. Nel suo profilo LinkedIn, l’uomo riportava di avere lavorato per Apple dal 2015; prima della Casa di Cupertino aveva lavorato per Marvell Semiconductor. Tra le sue competenze, quelle legate all’architettura dei microprocessori e a sistemi per applicazioni industriali. Non si è finora saputo il contenuto dei documenti sottratti ad Apple e questi rimarranno probabilmente secretati nel corso del procedimento penale.

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