C’è bisogno di superare la frammentazione di Windows per avere successo anche nel mondo “nuovo”, quello della mobilità. Stringendo e sintetizzando è questo il pensiero che regna ai piani alti di Redmond, dove si sta cercando di capire come fermare l’ondata che dai dispositivi da tasca sta risalendo neppure troppo lentamente verso l’universo dei PC e corre il rischio di cancellare il regno in cui Microsoft, ancora oggi, regna quasi incontrastata.
La strategia da seguire viene, anche se non troppo esplicitamente vista la sua radicalità, da Julie Larson-Green, responsabile della divisione Devices and Studios di Microsoft nel contesto di un faccia a faccia con l’analista Brent Hill lors nel corso dell’UBS Global Technology Summit che si è svolto a Sausalito (California).
La Larson-Green è partita da una constatazione: il fallimento di Windows RT, il brutto anatroccolo di casa Microsoft, un prodotto che pubblico e rivenditori hanno poco compreso. Progettato per funzionare su hardware ARM, l’idea in fase di sviluppo era creare un sistema leggero che offrisse all’utente un’esperienza simile a quella che Apple propone con iPad. Che fosse il tablet Apple l’esempio, lo dice proprio la manager Microsoft, la cui azienda vedeva iPad come un sistema “Chiuso, chiavi in mano, non troppo flessibile, esente da virus, che non consente di fare molto, che offre un’esperienza con maggiore soluzione di continuità (rispetto ad altri sistemi, ndr), anche se semplificata”. Di qui la decisione di creare Windows RT, una versione ridotta di Windows che non permette di sfruttare il tradizionale e corposo repository software. Ma questo passo è stato poco compreso, forse per problemi di comunicazione. «Oltre a preparare i consumatori a Windows 8, avremmo dovuto meglio chiarire a cosa serve Windows RT e forse assegnargli anche un nome diverso», dice il capo del gruppo dispositivi di Microsoft.
L’errore a questo punto si può ancora riparare, ma occorre una scelta coraggiosa: “Abbiamo Windows Phone, abbiamo Windows RT e Windows completo”, dice Larson-Green., “Non stiamo lavorando per averne tre anche in futuro. Crediamo che ci sia un mondo dove sia possibile avere un sistema operativo più mobile, che non metta a rischio la durata della batteria o la sicurezza. Anche a costo di flessibilità. Crediamo in questa visione e direzione ed è lì che stiamo andando”
La strada è ancora lunga prima che la “One Microsoft” dia alla luce un “One Windows”, citando la linea guida delineata da Ballmer nel corso della riorganizzazione di luglio. “il mio ruolo – prosegue ancora Larson-Green, è riunire i progetti per tutti i dispositivi e trasformarli in una famiglia di prodotti che aiutino le persone a fare quello che vogliono; sia che si trovino in mobilità, nel soggiorno, o su una scrivania, devono poter accedere alle cose e connettersi con le persone a loro care, ovunque si trovino”.