La città di Zhengzhou stanzia 12,6 milioni di dollari per gli operai di Foxconn con il presunto scopo di evitare licenziamenti. Non una coincidenza ma una conseguenza, quella che il Wall Street Journal collega al ribasso delle vendite di iPhone 6s che avrebbe apparentemente portato Apple a ridurre la produzione di componenti del nuovo smartphone.
In base a quanto si apprende la fabbrica avrebbe infatti rimandato a casa gli operai con due mesi di anticipo rispetto al periodo di ferie normalmente consentito in previsione dei festeggiamenti del capodanno cinese. Come se non bastasse, anche le altre fabbriche collegate ad Apple non sembrerebbero essere state poi così occupate durante la stagione delle vacanze 2015, un periodo normalmente di “corsa” nella fornitura di componenti per il nuovo smartphone della Mela, probabilmente una delle principali cause che hanno portato la società di Cupertino ad impartire ordini diversi dal previsto.
Foxconn dal canto suo nega l’associazione dei sussidi stanziati alle recenti speculazioni sul rendimento delle vendite di iPhone 6s, definendo gli incentivi «un riconoscimento per la nostra azienda che ha mantenuto una significativa forza lavoro presso la nostra sede di Zhengzhou durante tutto l’arco dell’anno».
Difficile al momento capire da quale parte stia la verità, d’altronde a parte queste voci ci sono poche prove concrete che dimostrano il rallentamento nella domanda dei nuovi iPhone. Lo stesso analista Gene Munster sostiene che i timori degli azionisti – che alla recente speculazione sul calo di vendite hanno venduto le azioni APPL – sono esagerati e che la presentazione dei risultati finanziari del primo trimestre fiscale di Apple (prevista per la fine di gennaio) cancellerà ogni dubbio.