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Il procuratore di New York: «Trump obblighi Apple e Google a rimuovere le protezioni dai telefoni»

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Cyrus Vance, procuratore distrettuale della contea di New York, vuole che l’amministrazione Trump intervenga a livello federale obbligando Apple e Google a rimuovere i meccanismi di cifratura che impediscono agli inquirenti di accedere agli smartphone. La raccomandazione arriva dall’ufficio del procuratore distrettuale ed è riportata in un documento sula cifratura degli smartphone e la pubblica sicurezza presentato da Vance all’apertura del nuovo cyberlab della procura distrettuale di Manhattan.

La contea di New York si trova al momento con 423 iPhone che non è in grado di sbloccare, pur essendo in possesso del mandato, ed è per questo che la procura distrettuale insiste per un cambiamento delle regole che consentono ai produttori di dispositivi di non essere obbligati a fornire soluzioni per lo sblocco.

La tecnologia di cifratura che Apple sfrutta nei suoi dispositivi impedisce a terzi di accedere ai dati senza la password dell’utente. Secondo Vance la situazione è diventata un’intollerabile gioco tra gatto e topo tra le imprese private che producono i dispositivi e le autorità di polizia.

“La legislazione federale è la nostra unica possibilità di deporre le armi” ha detto Vance. La sua istanza ricorda richieste simili dei federali dopo l’aggiornamento di iOS 8 nell’ottobre del 2014, con funzionalità di cifratura attive per default, una sorta di risposta alla scoperta di diversi sistemi di spionaggio di massa di tipo governativo.

Le autorità federali sostengono che versioni violabili di iOS non devono essere considerate fonti di preoccupazioni per la privacy dei cittadini. Secondo Vance rispettare i mandati dei magistrati per lo sblocco di uno smartphone, non significa attuare la possibilità di attivare backdoor governative. “Non significa dare ad altri la chiave del telefono di chiunque”; “non consente l’accesso a chiamate in tempo reale e non è inteso come qualcosa in grado di raccogliere dati in massa su qualcuno”.

Dall’ottobre 2014 a oggi, il 34% dei dispositivi Apple che si trovano nell’ufficio del procuratore della contea di New York sono bloccati, con un incremento del 42% negli ultimi tre mesi. Secondo l’ufficio di Vance, il 10% degli iPhone che si trovano nella procura distrettuale sono legati a casi che coinvolgono sospetti per omicidio e tentato omicidio, e il 9% è legato a crimini a sfondo sessuale.

Il neo-eletto presidente Donald Trump ha più volte ribadito durante la campagna elettorale il suo appoggio per le forze dell’ordine, suggerendo anche di boicottare Apple per il caso che aveva contrapposto l’azienda all’FBI per lo sblocco dello smartphone dell’attentatore di San Bernardino.

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