In molti si erano chiesti che tipo di processore usasse il nuovo MacBook Air ma ora il mistero sembra essere risolto: si tratta di un Merom, simile agli attuali chip dei MacBook Pro, ibridato con le tecnologie che Intel introdurrà più avanti nell’anno, destinate a Penryn, i processori di nuova generazione di Santa Clara. A rivelare il dettaglio è il sito americano Anandtech, che pubblica in merito un interessante articolo.
Anandtech ricava le sue considerazioni studiando l’offerta di Intel nel campo dei processori e le specifiche di quello usato da Apple, un passo che anche altri avevano svolto traendo le stesse conclusione: il processore è derivato dai Merom. L’aspetto più interessante è che l’analisi rivela che però il cosiddetto “package”, la struttura su cui è montato il chip vero e proprio, non è simile a nulla di simile a quanto c’è in commercio, si tratta, infatti, di un prodotto futuro che Intel introdurrà con il lancio di Montevina, la piattaforma per portatili che arriverà solo tra qualche mese.
Montevina si distingue dalle soluzioni attuali per un package estremamente piccolo, il che ha sicuramente sollecitato l’attenzione di Apple spingendola a chiedere che venisse anticipato il suo uso per il processore da collocare nel più piccolo dei suoi Mac.
La ragione per cui Apple non ha usato un processore Ultra Low Voltage invece che una componente standard, dice Anandtech, è nelle prestazioni, più elevate, dei Core 2 Duo tradizionali. Il sito si dice interessato a vedere come Apple sia riuscita a risolvere l’inevitabile problema del riscaldamento collocando il processore in uno chassis così compatto, un fattore che deve avere necessariamente impegnato il gruppo degli ingegneri che hanno studiato la struttura esterna ed interna del MacBook Air.
Al di là di questo, dal punto di vista strategico, l’uso di un processore di cui altri non dispongono, è una nuova vittoria per Apple che dimostra quanto i rapporto con Intel siano buoni e solidi e che in futuro potrebbe portare a nuove sorprese.