Nel Processo Samsung contro Apple i legali hanno scelto i dieci giurati che dovranno decidere sulla controversa vicenda che vede contrapposta la casa della Mela ai sud coreani per violazioni di brevetti. 130 persone, cittadini che non svolgono tale attività in modo professionale, sono arrivati alle 7 di mattina di lunedì 31 marzo presso il tribunale federale di San Jose (California); a questi è stato chiesto se avevano in qualche modo collegamenti con Apple, Samsung o Google, loro eventuali esperienze con incarichi simili, familiarità con il meccanismo dei brevetti USA e altre esperienze che in qualche modo potevano influenzare il verdetto.
I legali hanno chiesto il grado di esperienza con l’elettronica in genere: da un pool di giurati della Silicon Valley si potrebbe aspettare che questi siano abbastanza esperti nel settore della tecnologia ma non sempre è così. Tra le persone selezionate c’è chi ha ancora un vecchio telefono con apertura e chiusura a flip, e una che non ha neanche un cellulare. A un’altra persona è stato chiesto il telefono posseduto e ha risposto che sua moglie aveva un “Verizon”, senza riuscire a specificare il modello. “Sono una sorta di dinosauro. Non so nemmeno che cos’è un iPad” ha detto.
Uno dei giurati ha detto di possedere un BlackBerry, fornito dalla società per la quale lavora ma che questa da lunedì avrebbe fornito gli iPhone e che lui ne avrebbe ricevuto uno se, anziché essere li, fosse stato al lavoro.
Tra le persone “scartate”: una donna che aveva lavorato per Apple e un’altra che aveva lavorato per conto di una società che a sua volta aveva citato in giudizio Samsung. La maggiorparte delle persone scelte non ha nulla a che fare con il mondo hi-tech: c’è un poliziotto, il commesso di un negozio, un insegnante in pensione, un dipendente del governo, un commercialista, un segretario, un idraulico. Oltre che comprendere i meccanismi del sistema dei brevetti statunitense, i giurati dovranno comprendere ed esaminare numerosi dettagli tecnici, controversi aspetti del design e altre caratteristiche che normalmente la maggiorparte dei consumatori ignora.
I procuratori legali hanno nel frattempo informato il giudice Lucy Koh che Phil Schiller, vice presidente senior Worldwide Marketing di Apple, è pronto a essere il primo a testimoniare (potrebbe farlo oggi pomeriggio, ora italiana).
