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iTunes, la musica protetta da DRM potrebbe costare 350 milioni di dollari ad Apple

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Apple ha abbandonato i sistemi per la protezione digitale dei documenti noti come Digital Rights Management (DRM) nel 2007 ma questi continuano a essere fonte di guai per l’azienda. Il giudice Yvonne Gonzales Rogers ha dato l’assenso all’avvio di un procedimento che metterà a confronto la Casa di Cupertino con alcuni querelanti che avevano accusato la Mela di aver usato i DRM “bloccando” i consumatori nell’ambiente chiuso di iTunes e iPod, approfittando della situazione per mantenere alti i prezzi.

Le accuse sono di un gruppo di clienti che avevano acquistato iPod classic, iPod shuffle, iPod touch e iPod nano tra il 12 settembre 2006 e il 31 marzo 2009; i querelanti chiedono un risarcimento per danni pari a 350 milioni di dollari.

Rendendo all’epoca gli acquisti non utilizzabili su altri dispositivi, Apple avrebbe dissuaso gli utenti a passare a piattaforme diverse, in particolare quella sviluppata da RealNetworks. Nel 2004 Apple fu accusata di aver deliberatamente modificato il firmware di iPod rendendo non più possibile sfruttare il lettore di musica digitale per riprodurre l’audio venduto sul negozio di musica di Real, modificato per funzionare con la tecnologia “Harmony” di quest’ultima.  Cupertino non esitò all’epoca a definire “tattica da hacker” l’operazione che mirava a dare mercato alla musica di Real, fornendole un appoggio non ufficialmente concesso e non gradito da Apple sul più diffuso player.

Apple si era giustificata all’epoca affermano che erano le case discografiche a imporre i DRM. Steve Jobs, in una famosa lettera, nel 2007, sosteneva l’opportunità di eliminare i sistemi di tutela dalla copia per fare fronte a una serie di problematiche, come ad esempio i sistemi chiusi. La prima ad aderire all’idea della musica senza DRM fu EMI. “Ci guadagnano tutti –disse  Jobs – noi, le case discografiche e i consumatori”.

Il processo sulla vecchia questione DRM dovrebbe iniziare il 17 novembre a Oakland, in California, salvo che gli avvocati di Apple nel frattempo non si attivino per un accordo transattivo prima dell’inizio delle audizioni.

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