Vittoria per Apple nella causa che aveva preso di mira i sistemi DRM usati per un determinato periodo sugli iPod. Ne parla The Verge, spiegando che la giuria ha stabilito il verdetto, decidendo a favore di Apple e giudicando quest’ultima non colpevole di avere reso gli iPod impenetrabili alla concorrenza e potenzialmente danneggiato gli utenti.
La causa collettiva, lo ricordiamo, riguardava i sistemi per la protezione digitale dei documenti noti come Digital Rights Management (DRM) usati per un determinato periodo da Apple. Alcuni querelanti avevano accusato la Mela di aver usato i DRM “bloccando” i consumatori nell’ambiente chiuso di iTunes e iPod, approfittando della situazione per mantenere alti i prezzi. Rendendo all’epoca gli acquisti non utilizzabili su altri dispositivi, Apple avrebbe dissuaso gli utenti a passare a piattaforme diverse, in particolare quella sviluppata da RealNetwork. Apple era stata accusata di avere deliberatamente modificato il firmware di iPod rendendo impossibile sfruttare il lettore di musica digitale per riprodurre l’audio modificato ad hoc venduto sul negozio di musica di Real.
Nel corso del procedimento, Apple ha spiegato che le modifiche effettuate erano state necessarie per migliorare il servizio iTunes e non per impedire la fruizione di servizi musicali di terze parti. Alcune caratteristiche integrate in iTunes 7 avrebbero permesso di incrementare la sicurezza del software, a vantaggio dei consumatori e non a loro svantaggio. I legali di Apple hanno argomentato che il music store, il jukebox software (iTunes, ndr) e l’hardware, sono stati costruiti come un sistema integrato, un’offerta simile alle console di Sony, Microsoft e Nintendo. Tutti i pezzi funzionano insieme e non sono da ritenersi insoliti malfunzionamenti che dovessero presentarsi cercando di sfruttare elementi di terze parti.
Per la causa in questione erano stati chiamati a testimoniare dirigenti quali Eddy Cue, Phil Schiller e, a suo tempo, Steve Jobs. Di quest’ultimo sono state mostrate mail e una video testimonianza registrata quando era ancora in vita, filmato che non è però per ora stato reso pubblico.