Lo scontro legale fra Samsung ed Apple vede il primo intervento di Google, nello specifico di Hiroshi Lockheimer, dipendente di Google dal 2006 e attualmente VP of Engineering for Android. Samsung ha chiamato Lockheimer sul banco dei testimoni seguendo due strategie specifiche. La prima è quella di evidenziare come alcuni dei brevetti contestati da Apple – in particolare quelli relativi alle tecnologie contenute nel Samsung Galaxy Nexus – non siano stato sviluppati da Samsung ma da Google stessa, essendo tecnologie utilizzate dalla versione base di Android. Apple avrebbe attaccato Samsung solo perché l’azienda sud coreana è quella che ha ottenuto maggior successo commerciale con l’OS di Google.
La secondo strategia è smentire alcune affermazioni di Apple su quanto le tecnologie coinvolte nei brevetti abbiano rappresentato un valore discriminante per l’utente. L’esempio coinvolto è quello della ricerca universale, che consente di cercare contenuti contemporaneamente online e sul telefono: secondo i dati riportati da Samsung, il 98% delle ricerche si concludono con un click verso Internet e solo il 2% verso una contenuto interno. Alla luce di questi dati, la ricerca universale avrebbe un significato minimo nell’esperienza d’uso dell’utente.
Apple da parte sua ha controbattuto che i dati statistici sono dati attuali e non dati relativi al periodo di uscita del Samsung Galaxy Nexus, e non sarebbero quindi attendibili. Inoltre la Mela ha affermato che la presenza di Lockheimer (e di Google stessa) nel processo, potrebbe in qualche modo confondere la giuria nella valutazione complessiva.