Per un periodo ci si è chiesti come fosse possibile tale magia. Nintendo produceva console portatili, dal Gameboy sino al recente Ds Lite, che facevano il bello e il brutto tempo non solo in termini di giochi a disposizione ma anche di autonomia delle batterie. Una autonomia straordinaria, capace di far viaggiare per ore ed ore i ragazzini felici e giocosi.
Eredi dei Game&Watch degli anni Ottanta, che erano sostanzialmente sistemi a cristalli liquidi simili agli orologi al quarzo e con autonomia in quel caso epocale, anche le nuove console avevano comunque manutenuto una notevole autonomia. Ineguagliata né dai concorrenti degli anni Novanta né dalla già buona performance di Sony con la sua Playstation Portable, che paga anche l’utilizzo di un supporto ottico incorporato. Però, tutto questo arriva alla fine con l’ultima incarnazione del Ds, per adesso distribuita solo in Giappone.
La nuova versione della console porta dei cambiamenti che quelli di Nintendo sperano serva a traghettarla verso un pubblico ancora più ampio: doppio schermo touch, via allo slot per le cartucce del Gameboy Advance e benvenuta multimedialità con uno slot per schede di memoria e soprattutto software per musica e tutto il resto. Dopotutto, già la scena degli smanettoni aveva sostanzialmente capito le potenzialità di questa sorta di vero micro-computer, altro che NetBook!
Però. A tutto c’è un problema. Quello dell’DSi è la durata delle batterie. che calano tra le 1 e le 5 ore, a causa soprattutto della potenza del nuovo processore. Che succhia energia come fanno i suoi fratelli maggiori. Dopo che sui forum nipponici erano cominciate a circolare voci sulla fine della super-autonomia dell’DSi, c’è chi si è messo a dissezionare l’hardware ed analizzarne le componenti. Per scoprire che il processore Arm (forse serie 9 o 11) che gira tra i 266 e i 533 Mhz, unito a una batteria leggermente meno capiente del predecessore (850 MAh) da 840 MAh fanno la differenza più che non le due videocamere e il doppio, più luminoso schermo.
La speranza è che per il lancio europeo ed americano, previsto l’anno prossimo, si riesca a fornire una batteria più “tosta” oppure ottimizzare meglio le componenti.