Erik Schwiebert, sviluppatore presso la Macintosh Business Unit di Microsoft, spiega nel suo blog perché molti utenti hanno difficoltà a installare gli update di Office 2008 e come risolvere molti problemi. A detta di Schwiebert i motivi per cui in molti non riescono a portare a termine gli update sono sostanzialmente quattro:
– La cartella contenente Office 2008 è stata rinominata oppure sono stati modificati i nomi di default delle applicazioni o di altri file contenuti nella cartella contenente il software.
– L’utente ha cancellato alcune parti di Office 2008 ritenendo inutili alcuni elementi.
– Sono stati utilizzati software quali Monolingual o simili per rimuovere dalle applicazioni il supporto o le lingue aggiuntive.
– E’ stato utilizzato Xslimmer (o software simili) per rimuovere codice extra dalle applicazioni per architetture multiple (esempio: la parte di codice PowerPC nei Mac con CPU Intel.)
Ognuna delle problematiche sopra riportate potrebbe essere affrontata dall’installer presente in ogni aggiornamento, ma aggiungerebbe inutilmente complessità a una procedura che di per sé dovrebbe essere semplice e immediata. Prendiamo, ad esempio, il caso delle cartelle rinominate: l’installer dopo aver scandagliato l’hard disk alla ricerca della cartella contenente Office 2008 dovrebbe verificare che essa contenga effettivamente le applicazioni da aggiornare e questo potrebbe essere complesso per tanti motivi. E’ preferibile, dunque, non modificare per nessun motivo la cartella e i nomi di default delle applicazioni.
Per quanto riguarda la rimozione di parti di Office l’update dovrebbe tenere conto di quanto effettivamente presente e no nella cartella, richiedendo l’installazione delle parti mancanti. Le applicazioni incluse in Office richiedono la presenza di librerie e vari file di supporto. Può anche capitare che, ad esempio, l’update alla versione 12.1.1 aggiorni (e quindi devono essere presenti) alcuni file che, invece, la versione 12.1.2 non va a toccare ma questo non vuol dire che è possibile rimuovere “allegramente” file e cartelle dalla suite senza influenzarne il funzionamento.
Lo snellimento delle applicazioni con Monolingual o simili potrebbe essere meno problematico e più semplice da gestire per un installer ma nel caso di Office, alcuni update sono pensati fin dall’origine per aggiornare applicazioni per propria natura multi-lingua (le voci dei menu e alcuni elementi della “Guida di Word”, ad esempio, sono multilingua). Per quanto riguarda, infine, Xslimmer e la rimozione di codice PowerPC o Intel dalle applicazioni Universal Binary, spesso questi tool rendono difficile comprendere (a un installer) le parti effettivamente eliminate e sapere se, ad esempio, sono state correttamente reimpostati particolari omandi avviati nella fase di loading. Come si dovrebbe comportare l’installer? Sostituire il solo codice PowerPC? Sostituire il solo codice Intel? Sostituire l’applicazione attuale con, nuovamente, una versione Universal binary per la doppia architettura? Integrare un sistema che identifichi se l’utente ha rimosso solo la parte PowerPC o solo la parte Intel?
Su alcuni siti e blog sono apparsi dei metodi che permettono di “ingannare” l’installer e forzare gli update. Schwiebert sconsiglia caldamente il ricorso a questi metodi i quali, benché apparentemente funzionati, non tengono conto dei possibili errori derivanti da un’applicazione aggiornata forzatamente e dunque non supportata in alcun modo da Microsoft.
Schwiebert afferma che si potrebbe migliorare l’esperienza utente indicando, ad esempio, i motivi per i quali Office 2008 rifiuta eventuali aggiornamenti. La Macintosb Business Unit sta valutando se implementare una simile caratteristica ed è probabile che i futuri installer saranno più prolissi.
[A cura di Mauro Notarianni]