Samsung è pronta ad attivare il cosiddetto “kill swicth” sui Galaxy Note 7 difettosi. L’interruttore della morte, il pulsante estremo da premere nel quartier generale in caso di emergenza assoluta potrebbe essere la via di uscita per i problemi alle batterie emersi poco dopo il lancio del phablet di ultima generazione.
Ricordiamo che il kill switch è una “funzionalità” presente in qualsaisi smartphone moderno, anche negli iPhone e per la quale, all’epoca della sua scoperta, assistemmo a inutili e sterili polemiche senza fine.
A riferire del probabile ricorso al kill-switch è The Next Web, spiegando che la multinazionale sud coreana potrebbe adottare il meccanismo per costringere alla morte i Galaxy Note 7 difettosi, impedendo in questo modo il loro utilizzo e prevenendo danni nei confronti degli utenti. L’azienda, lo ricordiamo, ha identificato su determinati dispositivi alcune batterie difettose e ha deciso di sospendere temporaneamente la commercializzazione del dispositivo in tutto il mondo.
“Stiamo lavorando per garantire a tutti i nostri utenti la più rapida sostituzione del prodotto eventualmente già acquistato (seguendo le procedure di sostituzione indicata chiamando al numero 800.025.520, ndr), ma in questo momento chiediamo a tutti coloro in possesso di un Galaxy Note 7, di spegnerlo e di tornare a utilizzare momentaneamente il telefono precedente all’acquisto, fino alla consegna di un nuovo Galaxy Note 7 già prenotato, dal 19 settembre”.
Gli analisti hanno calcolato che il problema batteria costerà ai sud coreani circa 1 miliardo di dollari. La Federal Aviation Administration (FAA), l’agenzia federale statunitense per l’aviazione civile, ha chiesto agli operatori degli aeromobili di eseguire le opportune verifiche e molti di questi stanno chiedendo ai passeggeri di spegnere il dispositivo e di non inserirlo nei bagagli inviati in stiva.
Nota finale. Il kill switch è presente da sempre non solo su iPhone ma è stato integrato anche in Android e in seguito anche in Windows Phone 7. Inutile dire che dopo l’attivazione della funzione nei sistemi Android e in Windows Phone, le polemiche intorno alla questione si calmarono e nessuno osò continuare a fare polemiche intorno a una funzione vitale. Steve Jobs, il CEO di Apple, in un’intervista di alcuni anni addietro dichiarò al Wall Street Journal di “sperare di non doverlo mai utilizzare” e anche che sarebbe stato da irresponsabili non premunirsi di un simile sistema di sicurezza. All’epoca seguirono un mare di polemiche, con titoloni anche sulla stampa italiana non specializzata, sul presunto controllo stile grande fratello da parte di Apple, confondendo il meccanismo di sicurezza, con (assolutamente falsi) meccanismi da incubo per l’accesso ai dati dell’utente.