La situazione dal punto di vista della privacy nel 2023 è “molto inquietante”. È il verdetto che emerge dall’annuale “Creep-o-Meter” di Mozilla che classifica vari prodotti, auto, app e gagdet mettendo in guardia gli acquirenti sulla protezione della loro privacy, tenendo conto dei dati raccolti dalle varie aziende.
Per quanto concerne i dettagli più recenti, se confrontati con gli ultimi cinque anni, emerge che molte aziende raccolgono sempre più dati personali e li usano in modo non trasparente.
Gadget e prodotti vari sono diventati più sicuri ma meno privati. Molte aziende soddisfano gli standard di sicurezza minimi indicati da Mozilla, offendo ad esempio cifratura e aggiornamenti automatici ma allo stesso tempo raccolgono e condividono con terze parti dati come mai fatto prima.
Molte aziende vedono i loro hardware e software come un fine per raccogliere dati personali, elementi ambiti per proporre pubblicità mirata e addestrare AI. Un’app per la salute mentale come BetterHelp condivide dati con inserzionisti, social media e consociate; una casa automobilistica come Nissan raccoglie dati di tutti i tipi, incluse condizioni di disabilità e dettagli sull’attività sessuale.
Molti prodotti non possono essere più utilizzati offline; in passato i più attenti sul versante privacy potevano sfruttare questa possibilità per impedire raccolte indesiderate di dati, la condivisione e la vendita di informazioni altamente sensibili, scelta non più possibile con molti dispositivi che bisogna obbligatoriamente sfruttare online, un trend che complicherà sempre di più la vita di chi vorrebbe maggiore riservatezza.
Anche le informative sulla privacy dovrebbero essere migliorate e Mozilla sottolinea che queste sono piene di gergo legalese, ambiguità e condizioni sparpagliate su più documenti e URL. Le varie aziende usano queste policy come loro scudo, e non come risorsa per i consumatori. Un’azienda come Toyota propone oltre 10 informative sulla privacy e servono cinque ore per leggere la documentazione sulla privacy di un prodotto come il visore VR Quest Pro di Meta.
Mozilla suggerisce, quando possibile, di rinunciare al consenso per la raccolta dei dati, attivare funzionalità di sicurezza e se le policy sulla privacy di qualche produttore fanno venire dubbi, di lasciare perdere il prodotto.