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Prime recensioni MacBook 12”: bellissimo, ma limitato

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Amore e odio il connubio di sentimenti provato ad intermittenza dai primi giornalisti che hanno tenuto tra le mani il nuovo MacBook 12’’ per qualche settimana. Il minimo comun denominatore è quello di cui si è già parlato fin dalla presentazione: il nuovo computer è stupendo, dal design ineccepibile, ma è poco potente e ci sono troppi compromessi da accettare.

Joshua Topolsky di Bloomberg ad esempio spiega che il MacBook non è per tutti. Il display retina è bello, ma in generale è troppo poco potente. Se ne accorgerà sicuramente chi il computer lo usa per davvero, come chi potrebbe pensare di usarlo per il fotoritocco o semplicemente chi ama avere tanti software aperti passando da uno all’altro: in questi casi si verifica un’evidente latenza nell’utilizzo che lascerebbe innervosire chiunque. Il ritardo si nota anche semplicemente scorrendo le pagine web, cosa che – spiega il giornalista – nel confronto con il suo MacBook, non si verifica.

Con parole diverse, lo stesso concetto viene espresso da Dieter Bohn di The Verge: basta fare qualcosa di più impegnativo per lasciar mostrare subito i limiti della nuova macchina. Lo paragona addirittura ad un Chromebook, spiegando che è abbastanza veloce per il 70% delle cose che solitamente fa su un computer, ma in generale risulta comunque un po’ più lento di quanto è abituato a fare con le sue macchine. Tanta pazienza per chi intende usarlo per il fotoritocco, impossibile da sopportare la poca potenza se si pensa di usarlo per video editing o elaborazione di grandi librerie: il processore non ce la fa.

MacBook 12

Joanna Stern di The Wall Street Journal concentra la sua attenzione sulla mancanza di porte utili. Il nuovo MacBook guarda avanti, forse troppo, visto che gli attuali utenti di computer hanno ancora bisogno di almeno 2-3 porte per collegare hard disk, monitor, smartphone ed altri dispositivi, per non parlare di una presa elettrica dedicata. La sua sentenza finale è inequivocabile: chi è disposto a sacrificare la durata della batteria e le prestazioni per un design straordinario da 1.300 dollari? Altrettanto duro è stato Jason Snell di Macworld, chiaro fin da subito: è più lento del suo MacBook Air potenziato di quattro anni fa, e ad ogni modo più lento delle versioni base dei portatili Apple del 2013.

Meno critico è stato Jim Dalrymple di The Loop, che si è sbilanciato più che altro nel commentare la nuova tastiera. E’ difficile abituarsi al nuovo feedback – racconta – in quanto manca la sensazione di aver premuto il tasto: in pratica il click c’è, ma non si percepisce né all’udito né tantomeno al tatto. Tutto in favore della velocità di digitazione comunque, che aumenta sensibilmente. In conclusione anche il “fedelissimo alla linea” Dalrymple, dice che per ora non molla il MacBook Pro.

Andrew Cunningham di Ars Technica si è invece innamorato del nuovo trackpad con Force Touch, che non altera le sensazioni che si avevano con il precedente trackpad ed offre comandi nuovi e facili da imparare.

In sostanza il nuovo MacBook è quello che tutti pensavamo che fosse: un computer elegante ed ultrasottile, pensato però per una ristretta fetta di utenza che è disposta a rinunciare alle prestazioni ed alla connettività di dispositivi hardware in favore di un uso prettamente “da social network in mobilità”.

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