Prima dell’invasione dell’Ucraina, dipendenti di Apple e Google sono stati minacciati dalle autorità russe per obbligare le due aziende a rimuovere dalle rispettive piattaforme l’app dell’opposizione di Alexei Navaln, pensata per far convergere tutto i voti contrari a Putin.
Dipendenti di Apple e Google a Mosca sono stati minacciati di arresto a settembre, e la pressione era cresciuta a tal punto da portare all’eliminazione dell’app dell’opposizione all’inizio delle elezioni parlamentari in Russia, un’app non gradita da Vladimir Putin.
Lo riferisce il Washington Post, spiegando che agenti si sono presentati a casa dei dirigenti delle due aziende, minacciandoli per eliminare l’app entro 24 ore per non finire in galera.
Google avrebbe rapidamente trasferito i suoi dipendenti in hotel sotto falso nome, nella convinzione che la presenza di altri ospiti e degli addetti alla sicurezza dell’albergo, avrebbe garantito loro protezione. Gli agenti si sono ad ogni modo presentati anche in albergo, ricordando loro lo scadere dell’ultimatum. Funzionari di Google ritengono che le persone che si erano presentate a casa e in albergo erano agenti dell’FSB, struttura che ha sostituito il KGB.
Le tattiche intimidatorie hanno funzionato e l’app è stata a suo tempo rimossa da App Store e Play Store, nei tempi richiesti. Quanto capitato ai dipendenti di Apple e Google è un esempio di come i russi erano diventati più autoritari nei confronti delle multinazionali che operavano nello Stato transcontinentale. Nei mesi passati a varie multinazionali era stato richiesto di aprire uffici in loco, al fine di limitare le possibilità di azione. Nonostante le minacce, Apple e Google hanno continuato per mesi a operare in Russia, fino a poco prima dell’inizio del conflitto con l’Ucraina.
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