I dazi americani sui prodotti cinesi, spostano verso il brutto il barometro dei prezzi anche in Europa.
Il segnale che le decisioni del governo Trump sui costi di importazione in USA dell’elettronica potrebbero avere, come abbiamo paventato solo qualche giorno fa, ricadute anche alle nostre latitudini giunge dall’aumento del costo della PlayStation 5 Digital Edition in Europa, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda.
La console, fa sapere la casa giapponese, costerà ora 429,99 sterline nel Regno Unito e 499,99 euro in Europa continentale. In Australia e Nuova Zelanda i prezzi salgono rispettivamente a 749,95 dollari australiani e 859,95 dollari neozelandesi.
Sony si dice rammaricata della scelta che le viene imposta dal “difficile contesto economico” in cui ci troviamo, un riferimento abbastanza chiaro a quello che sta accadendo sul mercato in termini di tariffe e instabilità, che rende tutto molto incerto e problematico.
La PlayStation 5 è assemblata in Cina, proprio come circa l’80% dei prodotti Apple. E Sony, come Apple, ha problemi enormi nel diversificare la produzione, che deve necessariamente restare in quel paese.
La prova che tutte le aziende dell’elettronica navigano a vista nello stesso mare arriva da un’altra realtà giapponese: Nintendo. L’azienda di Super Mario ha deciso di posticipare l’apertura dei preorder per la nuova console Switch 2 negli Stati Uniti, in attesa di una maggiore chiarezza sulle politiche commerciali.
Uno dei problemi che sta complicando tutto è che, se i dazi saranno applicati, potrebbero costringere le aziende ad aumentare mostruosamente i prezzi negli USA, tanto da rendere, nel caso di Sony, la PlayStation invendibile. Di qui, assai probabilmente come sospettano in molti, la scelta di spalmare l’aumento anche fuori dagli USA. Classico esempio, come dice anche The Verge, della logica di cross-subsidization: usare i profitti generati in un mercato per coprire i costi di un altro.
La situazione a Cupertino può essere vista come sostanzialmente identica. Al momento, i dazi sull’iPhone sono stati sospesi per 90 giorni, una tregua tecnica che scade in estate. Ma il futuro promette male, e anche se i dazi promessi da Trump alla fine non potranno mai essere al 124%, hanno comunque il potere di colpire massicciamente tutta la catena produttiva di Apple.
Se Apple, come Sony, dovesse constatare che il “difficile contesto economico” fosse insostenibile per il suo mercato principale – quello degli Stati Uniti – potrebbe spostare l’aumento anche in Europa, anche se di quanto è difficile da dire.
Come abbiamo analizzato di recente, se Apple dovesse davvero aumentare i prezzi anche in Europa, il rincaro potrebbe aggirarsi tra i 100 e i 150 euro per modello.